Recensione: “Regina Rossa” di Victoria Aveyard (Red Quenn#1)
Il mondo di Mare Barrow è diviso dal colore del sangue: rosso o argento. Mare e la sua famiglia sono Rossi, povera gente, destinata a vivere di stenti e costretta ai lavori più umili al servizio degli Argentei, valorosi guerrieri dai poteri sovrannaturali che li rendono simili a divinità. Mare ha diciassette anni e ha già perso qualsiasi fiducia nel futuro. Finché un giorno si ritrova a Palazzo e, proprio davanti alla famiglia reale al completo, scopre di avere un potere straordinario che nessun Argenteo ha mai posseduto. Eppure il suo sangue è rosso… Mare rappresenta un’eccezione destinata a mettere in discussione l’intero sistema sociale. Il Re per evitare che trapeli la notizia la costringe a fingersi una principessa Argentea promettendola in sposa a uno dei suoi figli. Mentre Mare è sempre più risucchiata nelle dinamiche di Palazzo, decide di giocarsi tutto per aiutare la Guardia Scarlatta, il capo dei ribelli Rossi. Questo dà inizio a una danza mortale che mette un nobile contro l’altro e Mare contro il suo cuore.
Finalmente ritrovo i miei preferiti, i mutanti, persone con abilità speciali che proprio per questo appartengono a un’élite dominante, gli argentei. Ma la protagonista, Mare, è una rossa, un’umana senza qualità speciali destinata a servire gli argentei finché… finché scopre di essere “argentea e rossa, più forte di entrambi…” e allora l’eterna lotta per l’uguaglianza prende vita, tra scontri, intrighi, amori e colpi di scena, ecco l’opera prima di una studentessa americana che potrebbe conquistare il primo posto nel mio cuore. Devo dire che la storia è molto ricca di dettagli, la Aveyard riesce a creare un mondo nuovo e variegato che si riesce a visualizzare attraverso le descrizioni, molto precise e non complicate; anche la trama è molto ricca, l’intreccio infatti è talmente particolare che non mi sarebbe dispiaciuto avere qualche pagina in più per dipanare la matassa. I personaggi sono ben caratterizzati, soprattutto Mare, le cui emozioni ci guidano nella reggia del Biancofuoco e allo stesso tempo offuscano la visuale sugli altri personaggi così che i continui colpi di scena vengono valorizzati al massimo. Inoltre, pur essendo l’eroina della storia, non è facile simpatizzare con lei perché ha un carattere combattivo e arrogante che di solito le protagoniste non hanno. I fratelli Calore sono rappresentati come poli opposti e fino all’ultimo, benché la scelta sembri ovvia, non si capisce quale dei due riesca a conquistarla, perché sembrano a tratti scambiarsi di ruolo. Inoltre, dettaglio non da poco, i personaggi secondari sono tanti, tutti diversi, con caratteri decisi, ma, nell’ insieme, diventano una sorta di “protagonista collettivo” , che vive di vita propria e non passa inosservato. Che dire? Un inizio davvero scoppiettante per questa giovane studentessa americana anzi direi… fulminante!
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