Recensione libri

Recensione: Rimani un attimo di Stefania Salerno

Serie: Wild Wood Ranch #1

Titolo: Rimani un attimo 

Autore: Stefania Salerno

Serie: Wild Wood Ranch #1 

Genere: Romance

Editore: Self Publishing

Data di pubblicazione: 2 maggio 2020

Età di lettura consigliata: +18

La serie Wild Wood Ranch è composta da: 

  • Rimani un attimo
  • Sono qui: 2
  • Dentro di te: 3
  •  

    Daisy Louise Raynolds seppur giovanissima, ha già trascorso tutta la sua vita lottando contro il suo passato. Una famiglia distrutta, uno stupro in giovane età, problemi giudiziari, nessuna vita sociale ne storia d’amore che gli abbia mai consentito di ricostruirsi una vita. Non c’è lavoro per lei a Jason City, ma solo brutte voci che la perseguitano. Ad aiutarla arriva un programma di aiuti che casualmente decide di assegnarle un lavoro in un ranch nel Nord Montana. Li incontrerà uno dei cowboy più sexy e sfacciati della zona. Keith è bello forte e muscoloso, e la sua reputazione dice tutto di lui. Si occupa dell’allevamento di bovini con il fratello Mike nel Ranch di famiglia. Uno dei suoi limiti più grossi? Le relazioni con le donne. Certo, lavorando costantemente nel ranch non è mai stato facile per lui crearsi una relazione stabile. E questo lo ha reso un amante rude e selvaggio. Nessuna donna ha mai resistito al suo fascino, ne mai nessuna però è rimasta. Lavorare con Daisy è come avvicinare la benzina al fuoco. Vivendo sotto lo stesso tetto si scontreranno con i propri limiti e paure e faranno i conti con il loro passato. Cominceranno a desiderare entrambi un qualcosa che l’altro forse non potrà mai dare?

     

     

    «Rimani un attimo. Rimani un altro po’. Per favore.» 

    Ciao a tutti, amici lettori; oggi parliamo di un romanzo ambientato nel Montana, in un ranch chiamato Wild Wood. Amo i Cowboy e sono convinta che ci siano troppo pochi romanzi che trattano questo tema; quindi, attirata dalla trama e dall’idea di leggere di bei fustacchioni in Stetson ho incominciato questa avventura. 

    Il protagonista maschile della storia è Keith, secondogenito e socio, insieme al fratello Mike, del ranch. Alla morte dei genitori entrambi subentrano nella gestione dell’attività, ma il lavoro da fare è moltissimo e così decidono di partecipare a un’iniziativa governativa, chiamata Work for life, per cercare qualcuno che possa aiutarli.

    Dopo anni di attesa dalla domanda presentata per partecipare al suddetto concorso, Daisy viene scelta per lavorare nel ranch dei due fratelli; il programma aiuta persone con problemi di traumi e/o interazioni sociali e Daisy vince a piene mani su tutti i fronti. Infatti, è stata traumatizzata da uno stupro avvenuto durante l’infanzia, la sua vita è poco stabile ed è povera in canna, quindi per lei questa è un’occasione d’oro.

    Il romanzo è molto pieno, ci sono molti argomenti, ma nessuno viene approfondito in modo particolare. È poco scorrevole, senza colpi di scena perché l’autrice spoilera tutto;  è troppo prolisso, molte scene sono ripetitive, la metà sembra un resoconto di quello che i protagonisti fanno durante la giornata, i dialoghi sono ridotti all’osso e sono raccontati come se fossero visti dall’esterno; e come se non bastasse il libro è stracolmo di refusi, parole mancanti e la struttura stessa del testo ha delle problematiche, ci sono frasi scritte in caratteri completamente diversi e non per sottolineare qualcosa di particolare. Il libro sembra stato scritto e pubblicato senza essere stato proprio ricontrollato, perché molti errori potevano essere recuperati con una semplice rilettura. 

    L’approccio tra i due protagonisti è veramente immaturo e, a mio parere, i temi forti che l’autrice voleva affrontare non sono stati trattati con la giusta attenzione. L’autrice usa termini specifici che non vengono spiegati e che necessitano almeno di note a piè di pagina, oppure il lettore medio che non conosce tutto di tutto (come me) deve andare a cercarle per capire di che argomento si stia parlando e questo è fastidioso. Esempio: transumanza?!  Che diavolo è, voi lo sapete?  Per chi deciderà di leggere il libro, vi tolgo dall’impiccio, Wikipedia ci viene in aiuto: la transumanza è la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori. 

    Stefania, se mi leggi ti scrivo come se ci conoscessimo e fossi una mia amica scrittrice; il libro ha delle grandi potenzialità; e so che non tutti i self usano editor, però rileggilo, togli il grosso degli errori e, se in un secondo momento vorrai riprenderlo, prendi in considerazione i pov alternati e la prima persona, perché la terza persona se scritta bene è una carta vincente, ma se non si sa usare ti può distruggere: i pensieri e le azioni di tutti i personaggi sia principali che secondari sono sovrapposti e distraggono il lettore che non riesce a focalizzare le scene.  

     

     

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