Recensione: Ritroviamoci alla fine del mondo di Angelica Romanin
Titolo: Ritroviamoci alla fine del mondo
Autrice: Angelica Romanin
Editore: Indipendently Published
Genere: Commedia romantica
Target: +15
Data di pubblicazione: 10 marzo 2021
Possibile che il cromosoma Y sia difettoso? È quello che si chiede Martina quando si ritrova improvvisamente single.
Gli appuntamenti non le mancano, ma tra un giardiniere superdotato col Q.I. di un pesce gatto, un esploratore pazzo e un naturalista con la faccia da maniaco, sembra proprio che incontrare un uomo decente sia un’impresa impossibile. Quando poi, licenziata e sfrattata, è costretta a trasferirsi dalla sua chiassosa famiglia, la sua vita assume le tinte fosche della catastrofe. Sua madre, sempre in attesa dell’apocalisse, gira con le profezie di Nostradamus sottobraccio, profetizzando sventure a tutto spiano; sua sorella Sara ha trovato la sua nuova missione nel complicarle la vita; e sua nonna la rimpinza di dolci, vanificando ogni suo minimo tentativo di dieta.
A questo punto, l’unica soluzione per recuperare un briciolo di tranquillità è cercare un nuovo lavoro, un nuovo appartamento e magari anche un nuovo fidanzato! Semplice, no? Proprio per niente. Soprattutto quando il lavoro in questione è un posto da volontaria in un rifugio per uccelli, l’appartamento è un monolocale poco più grande di una scatola di sardine, e il nuovo amore è un dongiovanni terribilmente sexy, ma altrettanto inaffidabile. Le cose potrebbero andare peggio di così? Forse sì, visto che siamo nel tanto atteso 2012, l’anno designato dai Maya per la fine del mondo…
Salve Fenici! Ho iniziato a leggere questo romanzo con tante aspettative dopo aver letto della stessa autrice Non chiamarmi Biancaneve: amore al primo morso che ho trovato bello, divertente, persino esilarante e anche, per certi versi, romantico!
Mi son fiondata subito nella lettura di questo libro, in cui si snoda la vita di Martina, a Ferrara, e sullo sfondo, anche della sua sconclusionata famiglia e piccola cerchia di amici. Martina è una donna che ha paura di restare sola. Durante il suo fidanzamento si sente trascurata, si annoia e si trova l’amante ben dotato, viene lasciata dal fidanzato, che a sua volta l’ha tradita, e ne fa una tragedia greca anche se ormai con lui non stava più bene. Praticamente passa da una relazione tossica all’altra, contornata da amanti o da scappatelle, perché fondamentalmente non sa nemmeno lei quello che vuole, fino a quando non si mette insieme a Giuseppe, lasciatemelo dire, povero Cristo! Tra alti e bassi, Martina ne combinerà di tutti i colori, sia nei vari lavori che sarà costretta a fare prima di approdare a quello a lei più congeniale, sia nelle sue relazioni. Non sa cosa scegliere: se cercare e avere una storia noiosa, o la passione, o il fisico senza cervello o l’amore vero. Noi tutte diremmo l’amore vero, ma non è così, perché a volte l’amore vero può essere noioso, scocciante, assillante e così via! Non è mica facile trovare un uomo da amare, da non tradire, che non ti tradisca, che sia bello, intelligente, spassoso e che ti tratti come una regina! Beh, Martina tra battute, scappatelle, terremoti, fine del mondo e uomini che ritornano, dovrà guardarsi dentro e capire una volta per tutte chi gioca con lei e chi la fa sentire veramente amata e al sicuro, e soprattutto chi lei sarà disposta ad amare e a restare, forse, fedele.
Il libro è scritto dal punto di vista di Martina.
Ho adorato il personaggio della nonna, tutto pepe e cuoca sopraffina.
Invece non mi è piaciuto molto il carattere che l’autrice ha dato alle donne e gli uomini. Di per sé sono molto simpatici e alla mano ma hanno tutti, o quasi, un unico comun denominatore.
Le donne nel romanzo sembra non riescano ad avere o a trovare degli uomini decenti con cui stare, perché alla fine si rivelano tutti stronzi, e loro non hanno la forza di mandarli a quel paese e restare sole.
Gli uomini, d’altro canto, pare che vogliano solo giocare e tenere due piedi in una scarpa fin quando non capiscono con chi desiderano realmente stare. Gli unici che si salvano sono Giuseppe ed Enrico.
Giuseppe un uomo bello, che di certo non passa inosservato. Per quel poco che si legge e si comprende, sembra un uomo colto e intelligente, tratta Martina con rispetto lasciandole i suoi spazi senza asfissiarla, ma purtroppo Martina ricade sempre nelle scappatelle, riuscirà a stare o a rimettersi insieme a Giuseppe? E sarà totalmente sincera con lui?
Il povero Enrico, capitato in questo gruppo strampalato, secondo me, alla fine è stato l’unico che è riuscito ad avere una vera e propria evoluzione, a cambiare e ad affrontare le sue paure.
Consiglio di leggere questo romanzo? Sinceramente non lo so, a prima impressione mi è sembrato assurdo, ma a ben riflettere penso di sì, in fondo non c’è niente di più difficile della ricerca dell’uomo o donna ideali, e caduti i valori morali di una volta, l’autrice ci mostra un quadro di quella che è la fragile e timorosa realtà dei rapporti umani. Credo che il libro ponga l’ accento su quello che si è disposti a fare o a nascondere, per cercare di tenersi un amore che può essere, in base al proprio punto di vista, sia giusto che sbagliato. A voi la scelta.