Recensione: “Sei nel mio cuore” di Virginia Henley
Care fenici, oggi la nostra Daniela ha recensito per noi il libro “Sei nel mio cuore” di Virginia Henley
Joy Ashley è costretta a lavorare come domestica dopo aver perso tutti i suoi averi con l’ascesa al potere di Cromwell.
Con il ritorno di Carlo II e la successiva restaurazione della monarchia, Joy è convinta di poter rientrare in possesso quantomeno della casa di famiglia, ma la realtà è ben diversa e le sue speranze si rivelano purtroppo vane.
La giovane non si perde comunque d’animo e riesce a farsi assumere da Lord Huntingdon che, rimasto vedovo, è alla ricerca di un’istitutrice per la figlioletta Amanda.
Con la sua dolcezza, Joy riuscirà a trasformare Amanda da bambina petulante e imbronciata in un allegro e amorevole maschiaccio, ma presto la ragazza dovrà fare i conti con la forte attrazione nei confronti di Noel Huntingdon, bello, tenebroso e sicuro di sé, mentre un segreto terribile minaccia di rovinarla per sempre e allontanarla definitivamente da quell’uomo che le fa battere il cuore come nessun altro.
Fonte della Trama: Amazon
“Prima che giunse l’alba, Joy si rese conto che non sarebbe stata mai più la stessa. Noel la fece ridere, piangere, la fece innamorare, e Joy sapeva che fra tutte le emozioni, era sicuramente l’amore che avrebbe dovuto celare a tutti i costi.”
Salve Fenici,
oggi vi parlo di “Sei nel mio cuore”, romance storico della scrittrice Virginia Henley, edito dalla casa editrice Follie Letterarie.
Si tratta di un romanzo che, seppur fluido e grammaticalmente corretto, non mi ha particolarmente entusiasmata.
Partiamo dalla trama. Joy Ashley è una giovane donna che, dopo esser caduta in disgrazia, è costretta a lavorare come sguattera presso una famiglia di nobili. L’avvenenza della ragazza attira le attenzioni di Richard Humpries, rampollo della famiglia, e del suo viscido amico Carlton St. Clare. I due tentano di usarle violenza ma falliscono, grazie all’intervento della cuoca Bessie Bumble. Nonostante l’accaduto sarà Joy, accusata di aver tentato i due giovani, a essere cacciata via proprio per questo motivo. Ma la fortuna le viene in aiuto: sebbene sia praticamente analfabeta, riesce a farsi assumere come istitutrice presso la residenza del vedevo Huntingdon, la cui figlia, una vera peste secondo le voci che circolano, ha già fatto licenziare una dozzina di precettrici. La sorte di Joy sembra essere finalmente cambiata, ma un pericoloso personaggio minaccia la felicità della protagonista e dell’intera famiglia Huntingdon.
La trama è indubbiamente interessante ma il libro soffre, a mio avviso, di alcune pecche che ne minano la qualità.
Prima nota dolente: i protagonisti. L’aspettativa è quello di un personaggio femminile, Joy, forte, fiero e coraggioso; il risultato che ne consegue però è di un personaggio estremamente ordinario, sensibile sì, ma in più occasioni eccessivamente avveduto. Noel Huntingdon, invece, ci viene esplicitamente presentato come bello, tenebroso e sicuro di sé. Queste sono le premesse, mentre nella realtà il protagonista maschile, seppur amorevole, è privo di spessore. Sia Joy che Noel appartengono, in sostanza, a quella categoria di protagonisti che si dimenticano terminata l’ultima pagina. Qualche punto in più avrebbe potuto acquistarlo il personaggio della giovane Amanda: è presentata come una bambina terribile, capace di far fuggire a gambe levate le migliori istitutrici, e invece si comporta sin dall’inizio come uno zuccherino con la nostra protagonista. I personaggi risultano quindi incoerenti e non ben caratterizzati.
Seconda nota dolente: gli usi del tempo. Se da un lato alcuni elementi, come ad esempio gli abiti, ci vengono descritti con ricchi particolari, così che il lettore possa riuscire facilmente a immaginare i personaggi e le ambientazioni, altrettanta cura non è stata dedicata alle consuetudini del periodo. L’eccessiva confidenza, l’uso di diminutivi, così come alcuni comportamenti e atteggiamenti tipici dell’epoca moderna, sono impensabili per il periodo storico in cui è ambientata la storia e minano la credibilità dell’intero libro.
La brevità e lo stile scorrevole sono gli unici elementi che salvo e per i quali ho attribuito un punteggio di tre su cinque.
Buona lettura.