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Recensione: Senza di te di A.S. Kelly

Titolo: Senza di te

Autore: A.S. Kelly

Genere: Romance MM

Editore: Self Publishing

Data di pubblicazione: 31 luglio 2023

Età di lettura consigliata: +18

 

Nate Flynn è arrivato a un bivio.

Da quando il suo compagno si è tolto la vita davanti al suo migliore amico, non ha fatto che tentare di sopravvivere. Ha provato ad andare avanti, a impegnarsi nell’aiutare il prossimo, a trovare un modo per espiare le sue colpe, ma niente funziona, soprattutto quando non sei pronto a perdonare.

Riley Madden non sa da che parte andare.

Da quando è scappato di casa a sedici anni, non ha fatto altro che nascondersi e chiudersi al mondo. Dopo aver vissuto ai margini della società per quasi un decennio, non si fida di nessuno e non si lascia avvicinare, tutto quello che fa è sopravvivere a una vita che non gli ha mai regalato nulla se non solitudine e dolore.

Nate prende subito a cuore la situazione di Riley. Sa cosa vuol dire essere solo al mondo, sa che cicatrici può lasciare in un’anima fragile come quella di Riley.

Vuole aiutarlo. Vuole salvarlo a ogni costo.

Riley non ha alcuna intenzione di essere la causa persa di nessuno, tantomeno di uno come Nate che si ostina a voler salvare il mondo con le sue sole forze.

Non crede alle sue parole. Non può fidarsi di lui.

Anche se i suoi modi gentili e i suoi occhi tristi gli chiedono di farlo. Anche se quando sono soli non ha paura. Anche se quando Nate lo stringe a sé si sente inspiegabilmente al sicuro, forse per la prima volta in tutta la sua vita.

Quando Nate è sul punto di riuscire a sfiorare finalmente il cuore di Riley, il passato di entrambi torna prepotente e crudele a mettere in pericolo quello che hanno appena costruito, rischiando di far ripiombare Nate di nuovo nel suo abisso, e di far scappare Riley così lontano da non poter essere più ritrovato.

 

 

La storia di Nate e Riley è drammatica e cupa.

Sono due anime ferite, che riconoscono nell’altra il dolore, la paura, la tragedia di un passato che non lascia spazio al presente.

È così che accade tra di noi. Noi che siamo stati ripudiati da chi ci ha messi al mondo. Noi che siamo stati sputati via dalla nostra stessa vita, spogliati dei nostri sogni, del nostro futuro, della nostra dignità. Noi che abbiamo desiderato di diventare polvere e di essere spazzati via con la prima pioggia d’autunno. Ci riconosciamo noi. Ci sentiamo. Respiriamo della stessa angoscia e viviamo dello stesso senso di colpa per non essere quello che avremmo dovuto.

Riley è un ragazzino senza dimora fuggito da casa. Per sopravvivere ha fatto cose di cui non va fiero, ma non avrebbe potuto sopportare oltre la sua vecchia vita con un padre violento. Il percorso per superare la paura, la vergogna, la diffidenza verso chi offre aiuto senza niente in cambio è lungo e lento, a tentoni e con passi falsi. 

Passo dopo passo, (e nonostante qualche cattivo consiglio che causa piccoli crolli) accetta il rischio di sperare di nuovo, di fidarsi di qualcuno, di accettare dei gesti gentili. Trova il coraggio di rivelare gli episodi peggiori, umilianti e dolorosi del suo passato nonostante il terrore di essere visto come una persona disgustosa. E pian piano la dolcezza di Nate e la sensibilità dell’amico Levi riescono a convincerlo di valere, di non essere nato sbagliato, di meritare amore.

Nate è dolce e accogliente, prende Riley sotto la propria ala nel tentativo di salvarlo dalla strada, e presto se ne affeziona. Gestisce un rifugio per ragazzi in pericolo e offre lavoro a chi ne abbia bisogno, nel tentativo di assistere quante più vite possibile. Ma a sua volta è una persona tremendamente fragile, dopo che il suo compagno si è suicidato sotto il loro stesso tetto senza dargli la possibilità di aiutarlo. La depressione lo mantiene immerso nel dolore e nell’abbandono, in bilico sul baratro. Non ha ancora scelto la vita, non vuole lasciare il senso di colpa né dimenticare il suo amore per Kev. E paradossalmente, accogliere persone problematiche e fare volontariato per chi cerca aiuto dall’autolesionismo lo mantiene costantemente in contatto con sentimenti di dolore e perdita.

Ho p-paura,” dico senza pensare e a voce alta. “Paura? Di non rimetterti in sesto? Di una ricaduta?” Di te, vorrei urlare. Ho paura di te e di quello che potresti farmi se solo ti permettessi di sfiorarmi ancora. Ho paura di te e di quello che proveresti se solo sapessi cosa mi porto dentro. Ho paura di te e di quello che non riusciresti a darmi se solo imparassi a conoscere chi sono stato fino a ieri, e chi sarò d’ora in avanti. E ho paura di me, di quello che provo e di quello che sentirò quando dovrò voltarti le spalle e andare via per sempre.

In modo diverso, entrambi devono fare passi da gigante per trovare un minimo di stabilità emotiva che permetta loro di mettersi in gioco, e l’autrice ci permette di vivere ogni sfumatura di questo percorso. Se quello di Riley assomiglia al modo in cui un cucciolo spaventato riesce a farsi di nuovo avvicinare da un umano gentile, la situazione di Nate è differente. L’intimità e i nuovi sentimenti che nascono non voluti sono sporcati e affaticati di tutte le problematiche ancora irrisolte rispetto al precedente legame sentimentale troppo brutalmente interrotto.

“Come hai potuto anche solo pensare di poterlo sostituire.” “Sostituire… Lui? E tu, come hai potuto pensare di potermi amare quando è rimasto tutto esattamente com’era?” “E com’era?” Chiedo, ignorando il dolore nei suoi occhi. “Suo.” Spalanco i miei di colpo, come se la rivelazione mi arrivasse ora e per la prima volta. Come se non lo avessi sempre saputo. “È tutto suo. Testa, cuore, anima, mani e respiri. Non c’è niente per nessun altro. Non c’è niente per me.”

 

Le due fragilità dei protagonisti, così complesse e profonde, non vengono banalizzate, e talvolta collidono sommando crepe ad altre crepe, portandoli a cedere o a fuggire; altre volte, invece, riescono a incastrarsi al meglio per donare una sostegno inaspettato laddove l’altro ne ha bisogno.

Si tratta di una lettura molto intensa, con un livello di pathos altissimo. Tantissima tenerezza e delicatezza che sono assolutamente necessarie per raccontare di  anime così sensibili e sull’orlo della disgregazione. Il tutto viene portato verso una rinascita lenta e progressiva, nella quale i protagonisti rappresentano la salvezza uno dell’altro.

Interessante il finale, con un colpo di scena imprevisto che regala un tocco di classe e un’ulteriore strizzatina ai nostri occhi.

 

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