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Recensione: “Sinner Soul” di Fede Mas

Care Fenici,Nayeli ci racconta un erotico di recente pubblicazione…

Liam è un ragazzo newyorkese, ex dominatore, che a causa di una delusione ha deciso di porre fine alla sua condotta di lussuria ed eccessi. Si reca in seminario per convertire la sua vita da peccatore, ma c’è un altro motivo per cui ha deciso di prendere i voti, sta indagando su un mistero che lo riguarda da vicino.
Cam è una ragazza di Portland, affidata dai servizi sociali al seminario di New York, per un percorso di riabilitazione. Sta cercando in tutti i modi di venire fuori da una brutta storia in cui si è cacciata a causa del suo ex, un narcos di nome Kevin.
I due s’incontreranno e si scontreranno per incompatibilità caratteriali, ignari di avere, invece, molto in comune. La passione fra i due sarà inevitabile.

Non sono rimasta piacevolmente impressionata da questa lettura. Ho trovato la prima metà poco interessante; dovrebbe raccontare l’avvicinamento tra i due personaggi, ma si riassume solo in scaramucce infantili e sciocche, conseguenti a comportamenti impulsivi e irrazionali.
Nella seconda parte entra in scena il sesso (e quanto sesso!): le scene erotiche sono molto intense e pittoresche, con vocabolario anche esplicito. Interessanti, anche se abbondanti; tuttavia cozzano con le caratterizzazioni. Ho trovato poco realistico che una ragazza talmente capricciosa e puntigliosa si lasci sottomettere e umiliare così facilmente. Inoltre, per essere un romanzo che ha come protagonista un ex dominatore e una ragazza da “convertire” al BDSM, trovo che sia totalmente privo dei risvolti psicologici che accompagnano questa pratica.
Ho sempre pensato che la dominazione fosse qualcosa di serio, intendo dire che non può essere praticato senza la consapevolezza di cosa si tratti, né che sia possibile entrare nei ruoli e giocare abbandonandosi all’altro di punto in bianco. Credo che accettare le pratiche di sottomissione richieda preparazione, allenamento, un certo lavoro su sé stessi, il comprendere i propri limiti e, senza dubbio, c’è anche tutta la questione della fiducia, della conoscenza reciproca e del saper anticipare i bisogni dell’altro, soprattutto da parte del Dom.
In questo libro si dà molto per scontato, viene trattato tutto con troppa facilità e si finisce per raccontare solo dell’atto fisico.
Tralasciando il discorso BDSM e rimanendo in ambito romance, leggiamo di sentimenti che vengono sopravvalutati: i protagonisti iniziano a parlare d’amore nel momento stesso in cui scatta l’attrazione (comprenderei tale confusione se fossero adolescenti, ma uomini e donne navigati dovrebbero riuscire a distinguere ciò che è sesso da ciò che è amore). Inoltre il “grande, indelebile e unico amore di Liam”, la donna che l’ha portato a diventare seminarista e a flagellarsi quotidianamente, cioè Rachel, viene sostituita e dimenticata nel giro di poche ore.
L’immaturità di Cam a tratti è fastidiosa, ma alla lunga diviene una pecca di caratterizzazione, nel momento in cui si capisce che, dopo tutto quello che ha passato e con la minaccia di perdere un figlio, si comporta come non farebbe mai una persona con un minimo di cervello.
Compaiono personaggi secondari che poi risultano inutili alla trama; inoltre c’è una sottotrama thriller che non viene per niente esplorata, cosa che sbiadisce Liam rendendolo passivo e incapace di fare qualcosa di utile per togliersi dai suoi problemi, di fatto dipingendolo come un fallito.
In pratica il punto di svolta dell’indagine avviene per puro caso, cosa che avrebbe potuto avvenire anche senza mettere in piedi la trama thriller, ipotizzando una fede vera in Liam e lasciando un minimo di suspense per il finale.
Per quanto riguarda gli aspetti osceni e perversi che riguardano l’infrangere il voto di castità (chi non ha pensato a Uccelli di Rovo leggendo la trama?), in realtà il peccato viene sdoganato fin da subito, da quando capiamo che Liam non ha davvero la vocazione, ma si trova lì per seguire una pista di indagini arrivata ormai a un punto morto.
In sostanza, una trama potenzialmente molto interessante, ma non sviluppata seguendo i canoni che avrebbero potuto potenziarla e che si sofferma soprattutto sugli incontri peccaminosi; peccato inoltre per i personaggi poco centrati e per la mancanza degli approfondimenti psicologici.
Purtroppo anche lo stile non aiuta. Le vicende sono scritte in prima persona alternata molto abbondante, cioè con poca azione e molte pagine riflessive che tendono a ridondare i concetti. È una sottigliezza, ma devo aggiungere che ho trovato davvero fuori luogo utilizzare un “Fottiti, finocchio” del tutto estemporaneo, come se accusare qualcuno di essere gay rappresentasse ancora un’offesa, al giorno d’oggi.

“Mi basta sentire il tuo sguardo. Mi basta respirare dal tuo fiato, sentire la pelle bagnata dalla tua saliva, per venire… venire… e… sentirti dentro» confessa fra un gemito e l’altro, poi viene.”

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