Recensione: Solo per passione di Johanna Lindsey
Titolo: Solo per passione
Autore: Johanna Lindsey
Genere: Romance storico
Editore: I romanzi Mondadori
Data di uscita: 6 Marzo 2021
La passione che governa ogni cuore
Alana viene cresciuta dal suo tutore con tutti i privilegi della ricchezza, ma alla vigilia del debutto in società a Londra apprende la verità sulle proprie origini: lei è l’unica erede al trono di Lubinia. Non solo, deve fare urgentemente ritorno al suo paese per scongiurare una guerra civile. Alana si ritrova così in una terra aspra e isolata, dalle usanze medievali, dove nessuno conosce la sua identità. Credendola una spia mandata a uccidere il re, Christoph Becker, capitano delle guardie reali, la fa arrestare. Pur di spingere la bellissima prigioniera alla confessione, Christoph è addirittura deciso a usare le armi della seduzione, ma presto la passione prende il sopravvento sui loro cuori e insieme al destino della nazione…
Solo per passione è un libro che mi ha regalato un’altalenante quantità di sensazioni, positive e negative.
Nel corso della lettura, ho avuto la sensazione che il testo fosse diviso in blocchi un po’ discontinui, ma la narrazione fluida mi ha portato a dimenticare abbastanza in fretta questa percezione.
La prima parte del libro, puramente introduttiva, è un po’ noiosa e poco stimolante. Ci viene presentata la protagonista assoluta: Alana, una principessa rapita quando era ancora in fasce, e cresciuta come una nobildonna inglese dal suo stesso sequestratore. Scopre in maniera abbastanza rapida la sua identità e il passato violento dell’uomo che l’ha cresciuta, ma la sua reazione è davvero poco veritiera: accetta il tutto senza porsi troppe domande e con poche preoccupazioni. Viene descritta come una ragazza con molte doti e dalla spiccata intelligenza, perciò mi aspettavo, in questo importante passaggio del libro, una maggiore introspezione.
Il mio parere è stato stravolto quando la narrazione è entrata nel vivo. Il punto di svolta è stato sicuramente segnato dall’introduzione del personaggio maschile, Christoph, capitano della guardia reale. Di lui ho apprezzato davvero molto la componente caratteriale: è un personaggio dai forti principi, astuto e ironico, davvero ben descritto.
In questa parte centrale ho rivalutato anche Alana, che trova il massimo spessore nelle scene che divide con la sua controparte maschile. Ha una crescita caratteriale importante, ma non irreale. La principessa trova coraggio e fermezza nel sentimento che la lega al capitano, e questa è una cosa che ho adorato, poiché si evolve in maniera reale e con la giusta tempistica.
Piccolo difetto: la narrazione della loro “prima volta”. Tutto si è svolto in maniera troppo rapida e superficiale.
Poco reali mi sono sembrati anche i comportamenti di alcuni personaggi secondari. Ad esempio Frederick, re di Lubinia, ha in molti punti un atteggiamento che stona eccessivamente con la sua figura di regnante. Le sue decisioni hanno, spesso, un’impronta troppo buonista e tollerante, discordi dalla realtà. Sono punti della lettura che mi hanno un po’ sfiduciata, ma che vengono facilmente oscurati dai punti di forza della storia.
Completamente accattivante anche la trama, non scontata.
Ho trovato affascinante, anche, il fatto che le vicende si svolgono in due ambientazioni diverse: Lubinia e Inghilterra. Luoghi diametralmente opposti per caratteristiche, usanze e società. Volendo cercare il pelo nell’uovo, avrei voluto leggere qualcosa in più su Lubinia, magari una parte della sua storia o delle sue tradizioni, che avrebbe dato un maggior risalto alla terra natale della protagonista.
Il romanzo è, a mio parere, super consigliato. Ho personalmente ordinato anche la copia cartacea, cosa ce faccio solo con quei libri che mi hanno colpita in maniera particolare.