Recensione: Sotto questa Maschera -Serie Enhanced word 3 di Victoria Sue
Titolo:Sotto questa maschera
Autore:Victoria Sue
Editore:Self
Genere:Romance MM
Serie:Enanced world
Data di pubblicazione:30 Marzo 2022
Gael Peterson ha passato anni a nascondersi dietro le abilità da potenziato che indossa come
una maschera, anche se è un membro importante e sicuro di sé dell’esclusiva squadra H.E.R.O.
dell’FBI. Il dolore e il tradimento per l’abbandono di sua madre e i pugni di suo padre sono segreti
sepolti in profondità, sotto le brutte cicatrici sul suo volto, e non si fida a condividerli con Jake, il
suo nuovo partner umano normale. In un mondo in cui quelli con abilità speciali come quelle di
Gael sono considerati mostri e fenomeni da baraccone, non sarà facile per lui fidarsi di Jake per
coprirgli le spalle, specialmente quando le abilità di un bambino potenziato con bisogni speciali
rendono quel bambino sospettato di omicidio.
Gli animi si scaldano e la lealtà viene messa in discussione, e quando il serial killer che sta
prendendo di mira i potenziati mette gli occhi su Gael, l’agente non solo dovrà fidarsi di Jake
rivelandogli i suoi segreti, ma potrebbe doverlo fare per salvarsi la vita.
Una bella botta allo stomaco il punto in cui ci porta il climax di questo terzo episodio di Enhanced Word! L’autrice osa nel far soffrire i nostri protagonisti arrivando a un livello di violenza piuttosto cruenta e disturbante, che si va a sommare al nodo alla gola che normalmente accompagna la lettura di questa serie, dovuto al modo magistrale con cui tratta la lesione dei diritti umani dei potenziati, specie adolescenti e bambini.
«Che ne pensi se andiamo a prenderci un caffè prima di andare a trovare la famiglia di Adero?» Jake aspettò, trattenendo il respiro mentre Gael lo guardava perplesso. Poi l’uomo sorrise. La sua pelle si increspò e la cicatrice sul lato sinistro del suo viso si distorse, ma a Jake non importava nulla di tutto ciò. Era troppo occupato a fissare i suoi occhi blu scuro e a perdercisi dentro.
Come sappiamo dall’episodio precedente, la squadra H.E.R.O. è sulle tracce di un serial killer che uccide ragazzini potenziati in modo particolarmente sadico e crudele: sfrutta la loro abilità e la ritorce contro di loro portandoli fino alla morte. Un filone thriller intrigante nonostante la brutalità e la crudezza dei contenuti.
Per far fronte a un caso così difficile l’unità speciale si arricchisce di un nuovo elemento, Jake (che era stato introdotto con un cameo già nel secondo volume), che finisce in coppia con Gael… in tutti i sensi.
Jake è un uomo amorevole ed equilibrato. È “in controllo” e regala a Gael quel senso di solidità e sicurezza di cui ha bisogno. Lo ricopre di affetto e attenzioni, e riesce a metterlo a suo agio tanto da portarlo a sperimentare la sua prima volta da bottom.
«Fammi indovinare. Sei potenziato. Uno degli esseri umani più potenti del pianeta,» disse Jake seccamente, come se la giuria non avesse ancora deciso in merito. «I twink ti saltano addosso. Sono attratti dal potere, e non si rendono mai conto che il vero potere saresti tu che ti concedi a loro. O non a loro, perché sono pronto a scommettere che desideri essere passivo solo per qualcuno che avrebbe la forza di sottometterti? Anche se è solo un’illusione?»
Gael è un ragazzone sfregiato dalla personalità fragile e dal passato difficile. Anche se la sua abilità non è letale come quella di Talon (protagonista dei primi due episodi), si trascina l’insicurezza esistenziale di non essere stato amato fin dall’infanzia, perfino abusato e picchiato già da prima della comparsa del marchio. Capace di comunicare in qualsiasi lingua senza bisogno di apprenderla ed esperto di medicina, è abituato a dispensare cure e affetto senza riceverne in cambio. Sarà proprio questo ruolo da “infermiere” a catalizzare l’interesse per Jake fino a un rapporto più intimo.
Nel corso dell’indagine riesce a creare un legame con un bambino autistico che ha difficoltà a relazionarsi con il mondo. Essendo un potenziato, Derrik subisce pregiudizi odiosi e inaccettabili; la compassione e la rabbia di Gael si uniscono alla nostra, durante la lettura, e auspichiamo tutti in un lieto fine anche per lui.
Era bello come se lo ricordava. Anzi meglio. Perché questa volta Gael poteva assaporare ogni cosa, ogni morso delicato dei denti di Jake, ogni spinta della sua lingua. Le mani vagarono, infilandosi sotto la maglietta ed esplorando la pelle. Un suono basso gli sfuggì dalla gola. Parlava di bisogno, desiderio. Semplice e così complicato allo stesso tempo, poi Gael si tirò indietro, ansimando in cerca di aria.
È istintivo riportare queste emozioni di frustrazione, rabbia e impotenza nella realtà odierna e leggerne i significati sociali nell’ottica dei comportamenti violenti o discriminatori nei confronti di alcune categorie (che sia per reddito, religione, orientamento sessuale o colore della pelle), anche se, per fortuna, solo nel mondo fantastico di Victoria Sue si arriva a eccessi come la segregazione, gli arresti preventivi e una condivisione sociale delle disparità di giudizio e di trattamento nei confronti dei potenziati. Ed è questo senso di disagio che ci perseguita durante la lettura, perfino nelle parti più romantiche.