Recensione: Sottomissione e altre complicazioni di Mathias P. Sagan
Autore: Mathias P. Sagan
Genere: romance MM
Editore: Quixote Edizioni
Data di pubblicazione: 11 settembre 2023
Da alcuni anni, Aziz è l’assistente di Grace. Oltre a essere ai suoi ordini sul lavoro, lei è anche la sua Dominatrice. È lei che ha scoperto la sua natura di sottomesso e che lo guida dagli inizi. L’unica cosa è che Grace non è un uomo e non può appagare alcuni dei suoi particolari bisogni.
Gay dichiarato, Aziz non cerca per forza un compagno. Nonostante ciò, durante una serata in cui sente la necessità di scaricare una tensione e una rabbia sorda, incontra Gaspard. Da allora, l’equilibrio con Grace inizia a vacillare e altri cambiamenti che si verificano nelle loro esistenze vanno ad accentuare il malessere.
Gaspard potrà soddisfare Aziz su tutti i livelli, nel momento in cui quest’ultimo si ritroverà nella tormenta e dovrà prendere decisioni che si ripercuoteranno su tutta la sua vita?
Aziz è un sottomesso gay, ma ha intrapreso una relazione particolare con una Domme della quale è, allo stesso tempo, anche l’assistente personale.
Le sessioni BDSM con lei hanno poco di sessuale, sono solo un mezzo con cui entrambi soddisfano un bisogno. Perfino le punizioni sono sgravate da retroscena emotivi, sadici o erotici, mostrandosi più come una riaffermazione di appartenenza, o strumentali a rimettere in (dis)equilibrio i loro ruoli. Un tipo di legame, insomma, che è più di un’amicizia ma meno di una relazione, nel quale non ci sono vincoli di esclusività, solo fiducia e rispetto.
La particolarità che notiamo da subito è che Aziz è già stato addestrato ed è pienamente calato nella mentalità del sub: ha trovato il suo equilibrio, l’atteggiamento di compiacere e rimettere il proprio benessere nelle mani della padrona gli è entrato nel profondo. Non gli pesa delegare il controllo, anzi razionalizza per noi quei momenti, come se anche il lettore dovesse trovare ragionevole che lui non debba porsi questioni di un certo tipo.
Un uomo di una cinquantina d’anni, alto e magro, vestito con un completo elegante e che trasuda potere indirizza un ampio sorriso alla mia responsabile, ignorandomi in modo palese. Non mi offendo, solo Grace è importante. «Che piacere vederla nei miei uffici, Grace.» «Piacere mio,» gli risponde lei. La segretaria prende le nostre giacche, Grace così come il nostro futuro grande capo si siedono su due poltrone di pelle bianca. Afferro il mio tablet per prendere appunti e mi sistemo a fianco della mia responsabile, sul parquet. Questo è il posto abituale e, ad ogni modo, non ho altra scelta. Le poltrone sono singole, non posso rimanere in piedi con dignità.
Il modo in cui Aziz accetta passivamente e senza giudizi le decisioni della sua Domme è talvolta straniante (forse perché siamo abituati a libri in cui i protagonisti sono alle prime armi e ancora recalcitranti), in particolare quando riguarda questioni importanti e intime, come l’imposizione di cercare un altro partner per sfogarsi sessualmente. È evidente, dai pensieri riportati dalla narrazione in prima persona, che la personalità di Aziz non è inibita, che è consapevole di ciò che fa e non è in atto nessun lavaggio del cervello o manipolazione (devianze che si possono trovare in libri più dark, e che tendiamo a identificare come la modalità tramite cui si arriva all’asservimento). Eppure si trova a suo agio, perfino sollevato dal non dover essere coinvolto in decisioni complesse e dall’accettare qualsiasi cosa venga decisa dalla Domme, sapendo per certo che lei si prenderà cura di lui e del suo benessere, qualunque cosa accada.
Questa freddezza emotiva, a dire il vero, mi ha toccata più delle pratiche erotiche messe in atto dai protagonisti. Pur essendo ben lontane da quelle vaniglia, infatti, le scene non sono così spinte da essere sconvolgenti, seppure rientrino a pieno titolo nel BDSM e talvolta siano piuttosto forti. L’aspetto di cui Aziz e la Domme hanno bisogno per stare bene non riguarda un eccesso di sado-masochismo, per cui ci vanno abbastanza leggeri: niente sangue, lacrime o traumi sconvolgenti. Niente momenti drammatici, solo una routine ben collaudata in cui i due vivono un momento piacevole per soddisfare le varie necessità di un sottomesso e di una padrona (cessione del controllo, umiliazione, tortura, bondage etc).
Solo una volta che Aziz avrà incontrato il suo partner ideale aumenterà il tasso di perversione, toccando gesti di umiliazione e asservimento considerati probabilmente disgustosi dalla gran parte delle persone. Ma il livello di trasgressione non influisce sulla quota di erotismo e di emozione trasmessa: è uno stile poco toccante, quasi giornalistico, come se permettesse al lettore di sbirciare da dietro un vetro scene sadomaso, di costrizione e umiliazione per togliersi la curiosità.
Essendo Aziz gay, una parte dei suoi bisogni rimane ancora inappagata. Il rapporto con la Domme è stato duraturo, gli ha portato benefici anche economici, ma entrambi sanno non essere eterno. La valanga arriva per caso, nei panni di un ragazzo affascinante con il quale Aziz riesce a trovare la perfetta intesa sessuale. Essere un sottomesso con preferenza per il ruolo attivo rende complicato trovare partner speculari, con abilità Dominanti ma interesse per il ruolo passivo. Questo nuovo incontro, sommato ad altri sviluppi che non voglio spoilerare, andrà a impattare su una relazione pacata che funzionava da anni senza scossoni. L’esito è imprevedibile, ma è interessante notare l’onestà di Aziz nel comprendere che cosa, dopo tanti cambiamenti, non funzioni più per lui.
Intelligente e strategico è il modo in cui vengono posti sulla scena vari personaggi secondari che mescolano un po’ le carte, aggiungendo mistero su chi sarà il partner più appetibile per il protagonista.
E lui ha usato i suoi strumenti su di me con correttezza e precisione. Ha saputo ciò di cui avevo bisogno e controllato in modo perfetto la mia soglia di tolleranza fino al limite. Quando la seduta è terminata, ho provato piacere a ritrovare il nostro ruolo quotidiano, per fare l’amore affondando dentro di lui per riconnetterci come coppia.
L’autore è stato abile nel mostrare quanto la pratica BDSM possa essere relativamente disconnessa dall’aspetto sessuale e da quello emotivo. Esprime una piccola parte dei bisogni complessivi di una persona, e infatti tutto cambia quando Aziz trova chi è capace di dargli quel qualcosa in più. È evidente dal cambio di tonalità nella narrazione il plus (emotivo, di appagamento, di completezza) dato dalla connessione con il partner giusto, sia nel lifestyle sia nella vita reale. Tutta la sfera di risposta ai propri bisogni può essere accentuata, migliorata, incrementata da una persona che si ama e dalla possibilità di esprimere la propria sessualità in modo pieno.
La narrazione asciutta e sincopata, così come il lungo stallo preparatorio prima dello sviluppo centrale della trama, in cui Aziz vive la quotidianità di una relazione D/s non sentimentale, sono funzionali a rendere più evidente il cambio di passo quando entrano in gioco la passione per la persona giusta, il desiderio di vederla, il piacere di essere cercato e atteso, l’eccitazione sessuale e il modo in cui passa le notti in bianco o rotolandosi tra lenzuola con lei.
Ma a prescindere da questo aspetto positivo, nel complesso ho trovato lo stile poco coinvolgente, tendente a dilungarsi troppo in dettagli quotidiani, nella gestualità di cose che c’entrano poco, salvo poi saltare piccoli momenti che potevano regalarci un’emozione (ad esempio il primo “Ti amo”): forse con l’intento di schivare una scena cliché, di fatto ci priva di un momento emozionante.
A causa dello stile o di come è strutturata la trama, non troviamo molto angst o conflitti: la storia narra del passaggio dalla vita routinaria di un sottomesso a un nuovo equilibrio in cui può appagare tutta la sfera dei suoi bisogni, da quello emotivo a quello sessuale, da quello di cedere il controllo all’intimità e alla complicità.
Complessivamente una bella storia con una progressione lenta, ma per i miei gusti poco coinvolgente.