Recensione: “Stealing Serenity” di Tami Veldura
Cosa succede quando un ladro professionista incontra un esperto di nodi? Si ritrova invischiato tra le sue corde!
Daniel ha portato a termine molte truffe pur di riuscire a mettere le mani su un bottino. Questa volta la sua attenzione è puntata sulla “Serenity”, una fotografia dal valore di quattro milioni di dollari, che rappresenta l’opera più costosa a cui abbia mai dato la caccia. Per scoprire dove si trova, però, deve avvicinarsi a Kearin, proprietario di una casa d’aste e fotografo.
Quando lo incontra a un evento, Kearin capisce che Daniel può essere una risorsa per il ramo non-profit della sua azienda, ma l’offerta di lavoro che gli fa ha un altro scopo: metterlo davanti alla sua macchina fotografica. Preferibilmente nudo, legato e voglioso, per soddisfare la richiesta specifica di un cliente, con un portfolio che lo renderà il migliore del suo campo.
Daniel accetta prontamente di posare per lui, convinto che questo lo condurrà alla “Serenity”, ma ciò che non si aspetta è di innamorarsi della particolare intensità di Kearin.
Sceglierà la fotografia o il cuore di Kearin?
Daniel è un ladro professionista, con un gran gusto in fatto di moda e la capacità di adattarsi come un camaleonte in ogni situazione. Quando riesce a farsi assumere come Capo Progetto Associato alla Gerard Photography di San Diego, è convinto di aver appena compiuto un passo determinante nella ricerca della Serenity, una fotografia venduta all’asta per quattro milioni di dollari. Invece scopre di essere stato notato e irretito da Kearin, il proprietario dell’azienda no profit per cui lavora, nonché eccellente fotografo e grande esperto di bondage. Kearin sta lavorando ad un progetto personale, in cui sono coinvolti sia il suo talento fotografico che la sua passione per le corde e i nodi con cui lega i suoi modelli, e non fa mistero dell’interesse che lo ha spinto ad avvicinarsi a Daniel.
Dal canto suo, Daniel riconosce subito che ciò che lo lega al suo capo non è un semplice rapporto di lavoro. Per tale motivo, nonostante la sua razionalità gli gridi a gran voce di stare lontano da qualsiasi complicazione, non può fare a meno di cedere all’attrazione che lo spinge inesorabilmente verso Kearin e che farà nascere tra i due, con estrema spontaneità e naturalezza, un rapporto di fiducia e di equilibrio tra potere e sottomissione.
E se Daniel trovasse la serenità che sta cercando proprio tra le corde di Kearin, anziché in una cornice affissa al muro di un ricco collezionista?
Bella la storia che ci racconta Tami Veldura, bella la raffinatezza con cui viene descritta la sottile attrazione tra i due protagonisti. Ho apprezzato enormemente lo stile incisivo ed elegante con cui esprime pensieri e sensazioni, in una narrazione con momenti introspettivi mai vaghi o prolissi, bensì ricchi di sfumature intime e spunti riflessivi.
Molto accattivanti le descrizioni dei nodi e delle corde che Kearing stringe intorno a Daniel, dando vita a forme poetiche molto vicine a opere dal significato artistico, in cui il modello si abbandona galleggiando in un sub space dove la pace diventa la scoperta più naturale.
Unica pecca di un romanzo raffinato e intrigante, che è costata al mio voto mezza stellina, è il finale. Un finale aperto, certo, che è in linea con la storia e lo stile narrativo, ma che mi è apparso addirittura brusco, lasciandomi il sapore di un taglio netto.
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