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Recensione: “Stelle che tremano d’amore” di Kate McMurray (serie Stars #1)

Care Fenici, oggi Nayeli ci parla di “Stelle che tremano d’amore” di Kate McMurray

Giovanni Boca era destinato a passare alla storia come una leggenda dell’opera, fino a quando una lesione alle corde vocali non ha messo fine bruscamente alla sua carriera. Adesso insegna canto in una prestigiosa scuola di musica di New York. Nel corso delle audizioni per il suo seminario di canto lirico, trova la sua pupilla nella quattordicenne Emma McPhee. Altrettanto interessante per Gio è Mike, il padre di Emma, un piccolo imprenditore che gestisce un’azienda specializzata in ristrutturazioni di cucine e bagni per l’élite di New York per finanziare il sogno della figlia.

Il compagno di Mike è stato ucciso quando Emma era una bambina, e Gio rimpiange la bellissima voce che non avrà mai più, quindi sanno entrambi come affrontare una perdita. L’iniziale attrazione fisica cresce rapidamente fino a diventare qualcosa di importante, mentre i due uomini sperano di colmare il vuoto che la perdita e il dolore hanno lasciato nelle loro vite. Nonostante Mike si chieda se possa davvero adattarsi al mondo dell’alta società di Gio, il loro legame si rafforza. Poi, arrivano dei guai dall’esterno quando gli intrighi di una madre ossessiva e senza scrupoli minacciano di dividere Gio e Mike, e di rovinare il luminoso futuro di Emma.

Questo romanzo non è riuscito a toccarmi fino in fondo. Per quanto rifletta esattamente ciò che viene annunciato nella sinossi, e per quanto la storia dei due sia contrastata da ostacoli e conflitti emotivi che devono essere superati, la trama non ha dato quegli elementi di novità in grado di stuzzicare il mio interesse.

«Vuoi sapere quello che ho capito dopo trentasette anni passati ad ascoltare e a esibirmi nel mondo dell’opera? So che la vita è fatta di rischi e ricompense. Una grande passione è pericolosa. Può bruciarti, può distruggerti, può strapparti il cuore. Ma è anche una delle cose più belle che potremo mai provare. Rischiamo il cuore quando ci innamoriamo, ma la ricompensa non ne vale la pena?»

Complici, forse, le caratterizzazioni poco approfondite e uno stile troppo minuzioso ma poco intenso dove necessario. Se Mike è un personaggio con una buona introspezione, Gio e Emma, invece, sono personaggi che non lasciano il segno, nonostante la loro storia sia caratterizzata da eventi drammatici. E per quanto i due uomini continuino a vedersi nonostante sappiano che non è opportuno, di fatto per tutta la parte centrale il rapporto si inceppa sul senso di inadeguatezza di Mike rispetto a una relazione stabile con un uomo del calibro di Gio.

Il primo movimento di solito era veloce, qualcosa per catturare l’attenzione del pubblico. Era un allegro o un presto o forse un vivace; veloce e intenso. Come l’eccitazione del primo amore, l’iniziale scarica di lussuria. Il sesso iniziava così, con frenesia e urgenza. Era un afferrare e tirare. Era bocche fuse insieme, che leccavano e mordevano, unghie conficcate nella pelle. Era il tremolo del violino nel prologo di un’opera, concepito per il crescendo e per creare aspettativa. Era il tremare di dita e arti, cuori palpitanti, respiri corti. Era la musica che si espandeva. Era il lacerarsi degli indumenti.

Trovo che il romanzo sia sviluppato in modo prevedibile, senza grandi scossoni, e per quanto molti momenti siano raccontati in modo tenero e delizioso, alla fin fine è una storia che non mi ha raggiunta nelle corde più intime.

Gio non si tirò indietro o si scostò, quindi Mike pensò che non sarebbe stato così brutto appoggiare le labbra sulle sue. Quando lo fece, fu accolto da un leggero mugolio e poi dal pieno impeto di un bacio, uno di quelli potenti che sapeva un po’ di aceto balsamico.

 

 

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