Recensione: “Sua Altezza” di Ellie Clivens
Titolo: Sua Altezza
Autrice: Ellie Clivens
Genere: Romance
Self Publishing
Pagine: 295
Data di uscita: 10/12/2020
Quando il tuo migliore amico ti chiede di assumere suo nipote come stagista, tu non hai scelta: accetti all’istante. La pensa così lo sceicco Zayd bin Adham Al-Nassib, indiscusso astro di Wall Street, nonché noto maschilista gelosissimo della sua privacy. Purtroppo per lui, il fantomatico nipote si rivela in realtà una ragazza dal caratterino impossibile e la bellezza mozzafiato, senza contare che qualcuno ha pensato bene di piazzargliela in casa. Rispedirla al mittente non funziona; ignorarla, nemmeno. Tra sistemi di sicurezza violati, furiose litigate, sontuosi galà e incontri proibiti consumati nei luoghi più improbabili, Zayd si troverà a dover proteggere Melanie non solo dalla curiosità dei media, ma anche da chi tenta di rovinarlo. Disgraziatamente, il nostro peggior nemico è a volte la stessa persona che ci guarda ogni mattina dallo specchio, e Sua Altezza finirà per scoprirlo a proprie spese…
Sboccato, irriverente, dolce e spudorato.
Torna Ellie Clivens con una nuova storia tutta da ridere, dove per protagonisti abbiamo un principe, e non uno delle favole ma un sexy nerd, che sembra arrogante ma ha un cuore veramente immenso, bello come non mai, e con origini medio-orientali. Il suo nome è Zayd bin Adham bin Rashid Al-Nassib, per gli altri sarà semplicemente “Sua Altezza” mentre per Melanie Tanner solo Zayd, anche se contro la sua volontà.
Zayd è un perfetto e sensualissimo genio finanziario, gestisce un impero economico non indifferente, ma anche lui come ogni comune mortale ha le sue debolezze che nasconde sotto una patina di perfetta efficienza ed eleganza, una facciata che si sgretola quando nel suo ufficio incontra la procace Melanie Tanner. Proprio lì ci sarà un primo scontro alquanto insolito e soprattutto equivoco, infatti scambia Melanie per una spia che già da un bel po’ tormenta la sua azienda.
Melanie, figlia adottiva del capo della Global Security e nipote di Blade “il comandante” della stessa agenzia, è una piccola SEAL onoraria, cresciuta senza una figura materna e circondata da tantissimo testosterone. Da piccola ha subito un evento traumatico che le impedisce di avere una vita normale, impedendole di avere relazioni con gli uomini, o meglio di proseguire quella che aveva avuto nei precedenti sei anni.
Da qui l’idea di sua cognata di farla assumere da Zayd.
I maschi di casa erano restii a lasciarla andare, ma Melanie aveva bisogno di quel lavoro, sia per cambiare aria e allontanarsi dal suo ex, sia per iniziare una nuova esperienza lavorativa al fianco dello sceicco. Peccato che i suoi attacchi d’asma siano in realtà attacchi di panico legati al suo passato e che, seppur capitassero raramente, solo suo padre “Shark” era in grado di gestirli. Ora sembra che sarà lo stesso principe ad aiutarla, diventando inconsapevolmente suo protettore, e chissà forse molto di più.
È un libro a dir poco esplosivo e due personaggi altrettanto incandescenti: Zayd tenebroso, con una routine ben congeniata che esula dalle stravaganze e basata su un certo tipo di immagine, e dall’altra parte Melanie, una donna col corpo degli angeli di Victoria’s Secret, il cuore di un SEAL e la vulnerabilità di una bambina. Secondo me, Melanie è il personaggio più complicato ed elaborato, e nelle sue contraddizioni risulta essere assolutamente affascinante. Entrambi vengono descritti molto bene e il punto di vista alternato ci permette di conoscere a fondo il loro passato e ciò che li rende le persone di oggi, il tutto contornato da sfide, lotte verbali, frustrazioni e scene esplicite e spinte che non lasciano nulla all’immaginazione e che comunque si fondono bene nella storia senza renderla pesante. Si arriva alla fine del libro senza rendersi conto del tempo che passa e devo dire che sono rimasta incollata fino all’ultima pagina, ridendo e alla fine mi sono commossa un po’.
Questo romanzo è indicato per chi vuole ridere senza freni e passare qualche ora in leggerezza e spensieratezza.
Alla prossima, Fenici.