Recensione: Tank – Serie: Ballsy Boys vol. 2 di K.M. Neuhold e Nora Phoenix
Titolo: Tank
Serie: Ballsy Boys vol. 2
Autore: K.M. Neuhold e Nora Phoenix
Genere: M/M
Editore: self
Target: +18
Data di pubblicazione: 26 novembre 2022
- Rebel
- Tank
- Heart
- Campy
- Pixie
Una finta relazione con il ragazzo che odio più di ogni altra cosa. Uccidetemi subito.
Ragazzo carino e superficiale, figlio di puttana presuntuoso, idiota immaturo. Scegliete voi, sono tutti aggettivi che si applicano tranquillamente a Brewer. Il mondo è il suo buffet, e siamo tutti sul menu.
Non ho mai odiato nessuno quanto odio lui. Ma quando Rebel ci accoppia per girare una scena insieme, devo ammettere che non vedo l’ora di sfogare tutta la mia irritazione sul suo… beh, avete capito. Tuttavia, quando una scena si trasforma in una finta relazione, non sono sicuro che ce la faremo senza spargimenti di sangue.
Poi succede qualcosa di strano. Più tempo passiamo insieme, più vedo un lato diverso di lui… e oso mostrare un lato diverso di me. Che diavolo sta succedendo?
Tank è il secondo libro dell’emozionante e sensuale serie Ballsy Boys. Può essere letto come stand-alone, ma è più divertente leggere la serie in ordine. Aspettatevi un sacco di risate, tantissima sensualità e una miriade di emozioni, a mano a mano che conoscerete questi Ballsy Boys.
Brewer mi guarda dritto negli occhi, tirandosi su nel tentativo di eguagliare la mia altezza. Il mio corpo vibra per una miscela di rabbia e qualcos’altro, mentre si avvicina. Il suo alito mi solletica il collo e l’orecchio, ma mi rifiuto di mostrare alcuna reazione, anche se il mio cazzo dentro i jeans è duro come l’acciaio. «Mi odi perché mi vuoi, e questo ti sta facendo impazzire,» sussurra con un pizzico di provocazione. Le sue mani si posano sui miei fianchi, trasformando il tentativo di un gesto intimidatorio in qualcosa di intimo. Mi fa ribollire il sangue.
Tank e Brewer si odiano, ma quello che vedono uno dell’altro sono le loro maschere. All’apparenza hanno caratteri diametralmente opposti, rigido e freddo uno, frivolo e civettuolo l’altro, ma si tratta dell’immagine di sé che i ragazzi mostrano per essere meglio accettati dagli altri.
L’astio fra loro alimenta un’energia esplosiva che non aspetta altro che di scatenarsi incendiandoli. La miccia viene accesa quando devono girare per la prima volta alcune scene porno insieme, in cui convoglierà tutta la potenza dell’attrito tra loro, abbellita con deliziose tinte D/s.
Stringo i denti, cercando di sopprimere un brivido. Il mio corpo vuole ondeggiare verso di lui, prenderlo in braccio, gettarlo sul letto disordinato a pochi metri di distanza e scoparlo fino a quando entrambi non collassiamo esausti. Che cazzo di problema ho? L’ho scopato una volta e ora il mio corpo sta ruggendo per rifarlo? Gesù, ho bisogno di darmi una fottuta calmata. Gli schiaffeggio via la mano e brontolo.
Con queste premesse l’amicizia nasce con difficoltà, e non ci viene negata la lenta gradualità con cui i protagonisti arrivano a conoscersi prima fisicamente e in seguito come personalità. Per quanto all’inizio i due ragazzi non si sopportano neppure, arriveranno lentamente a fidarsi uno dell’altro, ad apprezzare lati del rispettivo carattere complementari al proprio, e a desiderare di vivere insieme altri momenti molto intimi e perfino una prima volta.
Tank tiene tutti a distanza nel timore del rifiuto, mentre Brewer finge una leggerezza priva di ombre per nascondere di essere stato devastato da un evento tragico in passato.
«Perché sei così irascibile?» «Lo sono sempre,» puntualizzo. «Ma così è extra-irascibile, e stavi bene prima che quel ragazzo ci riconoscesse. È perché non vuoi essere visto con me in pubblico?» «Non mi dispiace essere visto con te in pubblico. Ti ho appena baciato in pubblico, per l’amor di Dio.» «E allora?» continua, facendomi fermare di nuovo. «Niente, credo che mi stia solo chiedendo se ti dispiaccia non poter scopare quel ragazzo. So che ti piace spassartela con i fan.» «Prima di tutto, vaffanculo,» e mi spinge la spalla abbastanza forte da farmi inciampare.
Tank e Brewer scorgono nell’altro la persona nascosta dietro la facciata, conosceranno e accetteranno gli aspetti più umani, profondi e sensibili, e apprezzeranno il cervello oltre ai muscoli, così come gli interessi, i sogni e le ferite lasciate dal passato, fino a trovarsi in qualche modo affini. Entrambi infatti faticano ad aprirsi per mostrare se stessi; si sentono poco riconosciuti nella loro reale personalità, per questo nascondono molta parte di sé agli altri, per evitare di ricevere un rifiuto, come già successo dalle persone che avrebbero dovuto sostenerli.
È così facile per lui ignorarmi, vero? Non è diverso da tutti gli altri bei ragazzi che ho incontrato nella mia vita. Egocentrico, pieno di sé. Pensa di essere troppo per me? Beh, ’fanculo. Semmai, io sono troppo per lui. Stringo i denti mentre la sensazione familiare di rifiuto mi avvolge.
Ulteriore elemento trattato è la difficoltà per Tank di sperimentare il ruolo del passivo a causa dei pregiudizi, nel “mondo gay”, che vedono i ragazzi “bear” (grandi, grossi e pelosi) come tendenzialmente dominanti.
Per qualche motivo i ragazzi non sembrano guardare oltre le mie dimensioni e l’esterno peloso. È una stronzata quando quello che provi dentro non si adatta all’aspetto esteriore, ma è la vita, credo.
Tutto questo è accompagnato naturalmente da un grado di bollore ai massimi livelli, ed è particolarmente intrigante il fatto che la relazione romance vada di pari passo con una serie di scene porno che i ragazzi registrano sul set a beneficio del pubblico e di noi lettori.
«Grazie, Peter. Lo apprezzo molto e non vedo l’ora.» Il suo ampio sorriso spezza qualcosa dentro di me, qualcosa che è stato duro e congelato per molto tempo. Mi vede. Tra tutte le persone che conosco, è Tank quello che mi vede davvero… e mi vuole lo stesso. «Anch’io.»