Recensione: “Tesoro di Scozia” di Valentina Piazza
Buongiorno Fenici! Oggi Sax ci parla di “Tesoro di Scozia” di Valentina Piazza
Metti una rossa senza peli sulla lingua, intraprendente, curiosa e anche un po’ dispettosa a ficcanasare in un castello alla ricerca della verità, alla ricerca di un drappo magico appartenuto all’antico popolo, in una terra aspra eppure misteriosa come la Scozia, dove miti e leggende si fondono con la storia, dove il confine tra sogno e realtà è così labile che non si sa dove inizi uno e finisca l’altro. E metti un nobile Highlander introverso, sarcastico e maledettamente affascinante nello stesso posto e con l’intenzione di rendere la vita difficile alla “rossa”… La storia ruota intorno alla leggenda della Fairy Flag, il drappo che protesse il clan dei MacLeods nei periodi più turbolenti della Storia. Complice l’erede di famiglia, Colin MacLeod, Adele vola in Scozia per risolvere l’inquietante mistero. Lì, scoprirà che la leggenda non solo è vera, ma perfino il drappo è conservato con gran cura all’interno del castello quando, invece, sarebbe dovuto ritornare nelle mani della fata che l’ha generato…
Quando ho letto Tesoro di Scozia ne sono rimasta affascinata, sarà perché ambientato nella bella Scozia, o per l’aura di mistero che alleggia nella storia, o forse semplicemente per il bel caratterino della protagonista Adele.
La trama è un po’ particolare: scritta tra passato e presente che si alternano durante lo svolgimento della vicenda; ma questo non penalizza la storia, anzi la rende più intrigante. L’autrice è riuscita ad ammantare di un velo di mistero la narrazione, e stuzzica la curiosità del lettore con miti e leggende della vecchia Scozia, da sempre terra di storie bellissime.
La protagonista è Adele, una rossa dalla battuta sempre pronta, scettica e decisa ad aiutare il collega nella sua ricerca, ma MacLeod si rivela un tipo duro e difficile da convincere. Lui è un tipo particolare, di poche parole, e avrei tanto voluto conoscere la storia anche dal suo punto di vista; questa forse è l’unica pecca che ho trovato in questo libro.
La trama scorre benissimo nonostante i salti temporali, e tiene il lettore incollato alle pagine; è tutto ben descritto senza essere pesante o noioso, fa venir voglia di andare a visitare i luoghi citati. Il finale è veramente buono perché ti lascia con il fiato sospeso fino alle ultime battute, e quando credi di essere rimasto deluso ecco il colpo di scena. Vi avverto che in alcuni passaggi è un po’ triste, ma è giusto che sia così, perché se l’autrice avesse scritto qualcosa di diverso sarebbe stata una forzatura.
Non mi resta che augurarvi buona lettura, ma voglio lasciarvi un piccolo assaggio di ciò che troverete:
«Voi conoscete la leggenda della “Fairy flag”?» ci chiede abbassando il tono, come se qualcuno oltre a noi possa sentirlo.
«Sommariamente…» risponde Vitaliano adottando lo stesso timbro cospiratorio.
«Si dice che una fata in persona, Sheela era il suo nome, donò la bandiera al capo clan di Dunvegan Castle, Murdo MacLeod, dell’Isola di Skye. I due giovani si amavano, ma il loro amore
fu osteggiato nientemeno che dal re delle fate, che lo impedì, separandoli. Sheela, allora, donò a Murdo una bandiera, un drappo, che aveva il compito di proteggere il clan dei MacLeod dagli attacchi nemici; se issata sul castello, garantiva la totale protezione delle mura così come dei suoi occupanti. Si dice che per due volte la bandiera fu esibita a tale scopo, e per due volte i nemici furono sconfitti.»
Vitaliano e io ascoltiamo rapiti.
«Ma non è tutta la verità.» Alexander fa una pausa, appoggiandosi allo schienale della sedia con un’aria stanca e all’improvviso preoccupata.
«Nei miei recenti studi, ho scoperto che la bandiera fu issata per tre volte, l’ultima circostanza è segreta, nessuno ne sa nulla o ne racconta, e ve ne parlerò in seguito. Il problema è che cose oscure accadono a Dunvegan da un po’ di tempo. Secondo la leggenda, dopo essere stata utilizzata, la fata che l’aveva donata sarebbe venuta a riprenderla, potendo in questo modo, ricongiungersi al suo amato, da cui era stata costretta a separarsi.»
Vitaliano pare scettico: «Alexander, amico mio, sono solo leggende… Tu credi a fate e incantesimi?» domanda, sollevando perplesso e divertito un sopracciglio folto.
«Caro Vitaliano, sono scozzese, non dimenticarlo. E ho assistito di persona a fatti che non riesco a spiegare razionalmente. Sono qui per chiedere il vostro aiuto, in particolare quello di miss Adele, se vorrà accordarmelo.»
Io, che ero stata seduta buona fino a quel momento, lo guardo estasiata. Mi sento già elettrizzata.
«Mi dica tutto…» azzardo.
«Sono alle prese con un mistero e intendo venirne a capo. Purtroppo il castello è nelle mani di un proprietario che si sta rivelando cocciuto e ostile» fa una pausa corrugando le sopracciglia. «Mi servirebbe decisamente una persona come te, dolce e tranquilla, che mi aiuti a convincerlo delle nostre ragioni.»
Dolce e tranquilla, penso, si vede che non mi conosce bene.
«Professore sarei felicissima di aiutarla» affermo decisa mentre Vitaliano, fiero, mi batte compiaciuto una mano sulla spalla.
«È la migliore, amico mio, ma… dolce?» domanda scoppiando a ridere. «Il tuo caro MacLeod troverà pane per i suoi denti!»