Recensione: “The hate u give. Il coraggio della verità” di Angie Thomas
Starr si muove tra due mondi: abita in un quartiere di colore dove imperversano le gang ma frequenta una scuola prestigiosa, soprattutto per volere della madre, determinata a costruire un futuro migliore per i suoi figli. Vive quasi una doppia vita, a metà tra gli amici di infanzia e i nuovi compagni. Questo fragile equilibrio va in frantumi quando Starr assiste all’uccisione di Khalil, il suo migliore amico, per mano della polizia. Ed era disarmato. Il caso conquista le prime pagine dei giornali. C’è chi pensa che Khalil fosse un poco di buono, perfino uno spacciatore, il membro di una gang e che, in fin dei conti, se lo sia meritato. Quando appare chiaro che la polizia non ha alcun interesse a chiarire l’episodio, la protesta scende in strada e il quartiere di Starr si trasforma in teatro di guerriglia. C’è una cosa che tutti vogliono sapere: cos’è successo davvero quella notte? Ma l’unica che possa dare una risposta è Starr. Quello che dirà – o non dirà – può distruggere la sua comunità. Può mettere in pericolo la sua stessa vita.
Starr ha sedici anni, vive a Garden Heights, è iscritta alla Williamson Prep, ha un fidanzato e una famiglia che la amano.
Fin qui tutto normale vero? Ebbene non lo è per nulla, credetemi.
Starr è giovane, ma nel corso della sua breve vita ha già dovuto assistere all’assassinio della sua amica Natasha, colpevole solo di trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato.
Di che luogo sto parlando? Ma di Garden Heights naturalmente, un quartiere abitato prevalentemente da persone di colore, dove le gang dettano legge.
Starr ama ed è amata incondizionatamente dalla sua famiglia, ha un fidanzato bianco (Chris), un padre ex detenuto che crede fermamente nell’orgoglio nero e una madre determinata a costruire un futuro migliore per i suoi figli e che, proprio per questo, è disposta a fare mille sacrifici per permettere a lei e al fratello Seven di frequentare una scuola prestigiosa.
Quello di Starr è un equilibrio precario che viene meno nel momento stesso in cui assiste all’uccisione dell’amico Khalil, per mano di un poliziotto.
La paura spinge lei e la famiglia a nascondere il ruolo della ragazza nella vicenda fino a quando, diviene chiara l’intenzione della polizia di insabbiare l’accaduto, arrivando a denigrare una povera vittima (descrivendola come uno spacciatore poco di buono).
L’evento diventa quindi la causa di una protesta sociale che trasforma il quartiere in un teatro di guerra.
Khalil può aver fatto scelte sbagliate, la vita lo ha forse erroneamente portato a pensare di non avere altra scelta, ma quella sera era disarmato e non ha fatto nulla per meritare la morte.
Starr prende coscienza della realtà: farsi avanti e denunciare l’accaduto renderà certamente giustizia al suo amico ma potrà anche mettere a repentaglio la sua stessa vita.
Cosa deciderà di fare?
“Avere coraggio non significa avere paura, Starr” mi sussurra. “Significa andare avanti anche se si ha paura. Ed è proprio quello che stai facendo tu.”
Starr è ironica, dolce, scherzosa, determinata, arrabbiata, timorosa, coraggiosa… ho adorato ogni singola sfumatura di questa giovane donna.
Ma non solo la protagonista, anche gli altri personaggi che girano attorno al suo mondo sono ben descritti (Big Mav, Lisa, Seven, Kenya, zio Carlos, Chris…), pagina dopo pagina, ci si affeziona un po’ a ognuno, alla loro storia e all’affetto che li lega l’un l’altro.
La scrittura è veloce e scorrevole, l’autrice non ha la pretesa di imporre un pensiero, dà semplicemente degli spunti di riflessione che inducono il lettore a meditare, giungendo alle proprie considerazioni.
Non dico altro. Chiudo riprendendo il giudizio de The Huffington Post: “THE HATE U GIVE è un capolavoro.”… quindi non perdetelo!