Recensione: “The Mistress: Quando il cuore è celato da un corpetto di pelle nera” di Penelope White
Salve a tutti, io mi chiamo Angela e questo che state per leggere è tutto il mio mondo.
Niente fronzoli, niente favolette e brutti rospi da baciare, che poi si trasformeranno in principi; non troverete nulla di tutto questo nella mia vita!
Qui non c’è nessun lieto fine ad aspettare il buono della storia; perché qui, nella MIA storia, non c’è nessun buono. Ci sono solo io, la Cattiva, colei che controlla, colei che esercita potere, colei che punisce, se necessario. E non ci sarà nessun bravo ragazzo a farmi cambiare idea, nessun cavaliere a trarmi in salvo, perché, stavolta, il buono non esiste!
Allora vi chiedo: cosa succederebbe se, in una stessa storia, ci fossero due cattivi? Se nessuno intervenisse a portare un fottutissimo lieto fine a tutto quanto?
Beh, potrete scoprirlo tra queste pagine, se vorrete.
Perché io mi chiamo Angela ma vi assicuro che di angelico, di puro, di divino, in me, non è rimasto altro che il nome.
Io sono Angela e sono una Padrona, sono una Mistress!
ATTENZIONE: Il romanzo contiene scene sessualmente esplicite destinate a un pubblico adulto.
Fonte della trama: Amazon
Va bene, sì, sono una sadica: godo nell’infliggere dolore, soprattutto a chi piace!
Ok, sono una Dominatrice: amo dominare e, soprattutto, avere il controllo degli uomini con cui ho a che fare!
Ma sono pur sempre una Mistress: mi piace, anche parecchio, essere venerata e adulata!
Angela e Robert sono due magneti che si respingono e si attraggono allo stesso tempo. Rifiutano per buona parte del tempo la loro attrazione potente, consapevoli che i loro gusti sessuali non sono compatibili, essendo entrambi dominanti; tuttavia, quando la scintilla scocca non è possibile ignorarla.
Questo romanzo è un mix di fattori molto intriganti e altri meno; cercherò di chiarire cosa mi è piaciuto e cosa no.
Inizio col dire che quello che la cover e la sinossi promettono viene perfettamente mantenuto: si tratta di un romanzo erotico a tinte forti, con moltissime scene di sesso (diverse ripetute nella dinamica), sia di tipo sadico-masochista, sia di tipo “alla vaniglia”.
La narrazione è quasi completamente dal punto di vista di Angela, una mistress con esperienza pluriennale, sicura di sé e in pieno controllo, come i dialoghi talvolta taglienti dimostrano in modo egregio. Una vera donna Alfa, che non nasconde alcuna fragilità, che non usa la maschera da dominatrice per compensare disturbi o traumi passati, come invece avevo letto spesso inoltrandomi in questa tematica. Questo mostrarci una protagonista con una predisposizione naturale alla dominazione ha colto sicuramente nel segno e ha trovato il mio apprezzamento.
Naturalmente, essere decise, consapevoli di sé, ed esigere rispetto dagli altri non significa essere privi di una certa umanità e, soprattutto, essere immuni dalla potenza dei sentimenti. E sono proprio questi, i sentimenti potenti, ingestibili e impossibili da rifiutare per un uomo che è l’opposto dei partner che solitamente la attraggono, che mandano in crisi la nostra protagonista. Angela proverà a fuggirli in ogni modo: aggredendo, rifugiandosi nelle pratiche sadiche nei confronti dei suoi sottomessi, rifiutando il confronto. Nulla di questo funziona, solo la resa e l’accettazione saranno possibili.
La gestione di tutta la componente emotiva è molto ben realizzata, tanto da coinvolgere il lettore e rendere sempre più intenso il groviglio di ansia e di necessità di trovare una via d’uscita per questa relazione che non può permettersi di non nascere.
E vengo agli aspetti che ho trovato più fragili: se la caratterizzazione di Angela è molto precisa, dettagliata, a volte persino un po’ troppo spiegata da un eccesso di introspezione, quella di Robert non mi è arrivata completamente, nel suo essere un Master.
Da un lato, il modo con cui l’autrice ha tentato di chiarire che il BDSM non è un unico fascio di persone con gli stessi interessi e predisposizioni è arrivato forte e chiaro. Dall’altro, il particolare tipo di predisposizione di Robert mi è parso un po’ appannato: non l’abbiamo mai visto in azione nel suo essere dominante, master.
Ho apprezzato il suo carattere più docile, ironico, accomodante, ma non sono riuscita a declinarlo nell’ottica del ruolo nel BDSM che gli è stato attribuito. Per questo, per quanto logicamente sia chiaro che non potrà mai diventare un sottomesso di Angela nei suoi giochi perversi, mi è risultato difficile immaginare come questo rapporto tra due persone dominanti avrebbe potuto trovare una conciliazione, un equilibrio; soluzione che viene appena sfiorata nel finale.
Mi è risultato difficile, inoltre, comprendere come due persone con gusti così particolari possano immaginare di rinunciare alle loro perversioni a favore di un sentimento che li leghi, senza sentirsi limitati o frustrati. In genere non amo (che si tratti di gusti sessuali o di interessi culturali, lavorativi o di studio) quando una storia romantica finisce per tarpare le ali a uno o entrambi i partner. Sono dell’idea che l’amore porti accettazione, crescita e sostegno nei sogni e desideri della coppia; pertanto fatico ad accettare quando i romanzi d’amore trovano soluzioni “al ribasso”, limitative, di rinuncia.
L’aspetto, comunque, più fastidioso nella lettura è stata, al di là di qualche ridondanza e infodump, la punteggiatura: una profusione di virgole e punti esclamativi (come già si nota nella sinossi) che riportano continuamente il lettore fuori dal sogno con un moto di fastidio.
In sostanza, considerando l’ottimo lavoro con trama, intreccio, caratterizzazione, sviluppo, emotività, ritengo che l’unico punto debole di questo romanzo sia l’assenza di un editing in grado di migliorare la forma e di assottigliare le ridondanze.
“Così mi ripaghi?”, domanda divertito tornando a guardarmi con gli occhi ancora velati dal desiderio appena esploso. “Io ti faccio avere uno dei più begli orgasmi della tua vita e tu mi fai del male?”
“Il dolore per il mio piacere, Robert, non è una punizione! È una ricompensa, e devi meritarlo”.