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Recensione: “The Winter King – Il re d’inverno” di Bernard Cornwell

La saga di Excalibur

 

Titolo: The Winter King – Il re d’inverno
Serie: La saga di Excalibur
Autore: Cornwell Bernard
Editrice: Longanesi
Genere: Storico Fantastico
Data di Pubblicazione: 1 aprile 2011

Anno del Signore 480: dopo secoli di dominio romano, la Britannia ha finalmente conquistato l’indipendenza, ma libertà non significa necessariamente pace: forze oscure tramano nell’ombra e i sassoni si sono già impadroniti dei territori a est dell’isola. Il vecchio re Uther Pendragon, il Drago Rosso, è ormai prossimo alla morte, e il suo unico erede legittimo, il nipote Mordred, non è che un bimbo di pochi mesi, nato storpio nel cuore dell’inverno. L’unico in grado di riunire il paese contro i sassoni è Artù, leggendario guerriero detentore della magica spada nella roccia, forgiata nell’Oltretomba dal dio Gofannon e donatagli da Merlino, affinché riporti pace e giustizia nel regno. Un regno che Artù conosce bene: lì ha passato gli anni migliori della sua vita, ha combattuto e si è guadagnato la venerazione dei compagni. Il cammino verso la pace però è costellato di insidie, e quando incontra la bella Ginevra, nobildonna senza più terra né ricchezze, le cose precipitano irrimediabilmente: Artù si ritrova circondato da nemici su tutti i fronti, e sembrano sul punto di infliggere alla Britannia il colpo di grazia…

Premetto che il libro che ho letto è la ristampa di questa saga che è stata suddivisa in tre volumi, invece che in cinque, come nell’edizione precedente, seguendo quindi la trilogia originaria.

Chi di voi non conosce la leggenda di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda? Penso nessuno.

Io ho letto almeno altri tre libri riguardanti le storie di Artù, Ginevra, Lancillotto, Ghalaad, Parsifal, Morgana, Merlino, etc…

Non parliamo poi dei film, che sono famosissimi a partire dal cartone animato di Walt Disney dove troviamo Artù bambino con uno stravagante Merlino come insegnante, passando poi per il bellissimo film capolavoro “Il primo cavaliere” con Sean Connery e Richard Gere e finendo con il nuovissimo e innovativo “King Arthur il Potere della spada”.

E non si può certo dimenticare la bella e avventurosa serie televisiva “Merlin” dove il protagonista è un giovane, simpatico e intelligente Merlino alle prese con un bellissimo, simpaticissimo, arrogante e testardo Artù.

Ma Bernard Corwell è innanzitutto uno storico e, come spiega nelle ultime quattro pagine di note, di Re Artù non si sa con certezza praticamente nulla, neanche se sia esistito o meno e, quale sia stato il suo effettivo ruolo nella storia. L’unica cosa certa è il periodo storico in cui pare sia vissuto, con tutte le implicazioni di guerre e religione.

Ecco allora che lo scrittore in questo libro ricrea la sua versione del mito, dandoci aspetti del tutto diversi dai quali siamo abituati.

La storia è raccontata da Derfel, un ragazzo che vuole e riesce a diventare guerriero, seguace di Merlino e ammiratore di Artù che a sua volta è un giovane condottiero che anela a mantenere in pace i vari regni britanni e a difendere il trono del “Grande Re” Mordred che è ancora un piccolo, indifeso bambino in fasce.

Il diritto alla corona di Re Supremo per nascita e tutto il regno di Mordred è infatti in pericolo, sia a causa dagli invasori sassoni ma anche, e soprattutto, a causa dei re dei regni britanni confinanti e suoi sudditi sulla carta, che vogliono rivendicare il titolo e la posizione dominante per se stessi oltre che impadronirsi delle vaste terre fertili da lui governate.

La guerra è perciò una delle protagoniste del libro, così come lo scontro fra la religione dei druidi e quella cristiana.

Qui i vari personaggi sono molto diversi da quelli a cui siamo abituati, molto più realistici e visti con gli occhi del protagonista che non fa sconti a nessuno!

Il bello, la pulizia, i cavalieri nelle loro splendenti armature, i castelli comodi e puliti, le danze e le musiche sono da dimenticare.

La realtà è molto più cruda e dura, il sangue e il sudore, la paura e la codardia, la cattiveria e l’orgoglio, la mutilazione e la miseria umana, così come l’avidità sono descritte in maniera impietosa.

In questo libro la realtà di quel tempo difficile da vivere e l’imperfezione dei suoi protagonisti vengono descritte in ogni riga.

Ogni personaggio è imperfetto e solo Derfel, il protagonista, riesce a uscirne pulito, solo dal punto di vista morale ovviamente!

Detto questo, c’è da aggiungere solo che Bernard Cornwell non è uno scrittore facile da leggere. Per più di metà libro la storia stenta a decollare, la narrazione è lenta, si perde nei dettagli, a volte un po’ difficile da seguire per via dei molteplici nomi, ma attenzione, nelle ultime pagine c’è l’elenco dei personaggi e dei luoghi e nelle prime una bella mappa che vi può facilitare.

Da metà libro in poi fortunatamente la storia decolla, gli eventi si fanno frenetici e per gli amanti delle battaglie come me, l’avventura diventa avvincente. Così come iniziamo a intravedere il famoso triangolo amoroso classico fra Artù, Lancillotto e Ginevra… che ahimé si spoglia di quella connotazione romantica tipica per diventare un qualcosa di quasi fastidioso, in quanto i personaggi… beh non voglio spoilerare ma se due su tre fossero deceduti prima del tempo avrei festeggiato…

Un altra nota negativa è che i personaggi… sputano! Ebbene sì, sembra di avere dei lama , non degli uomini. Servirà anche per tenere lontano gli spiriti del male, ma ne avrei fatto volentieri a meno di leggerlo in continuazione! Positivo e intrigante è invece il rapporto Merlino-druidi, chiesa-vescovi. Risulta appassionante come entrambi non siano quello a cui siamo abituati, e come entrambi risultino essere abili a manovrare chi gli sta intorno pur facendo leva su una religione ben diversa ma che sotto sotto troviamo avere molto in comune.

Ecco, malgrado i difetti trovo che la lettura nel suo complesso sia stata soddisfacente soprattutto nella parte finale quando finalmente il periodo e i personaggi si sono ben definiti e il quadro d’insieme ben delineato. Perso, pertanto, che continuerò a leggere questa serie per vedere come va a finire perché è innovativa, e per nulla scontata.

 

Recensore per un giorno: la Dama del Bosco

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