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Recensione: “Tocka” di Elvereth Ahn

Buongiorno Fenici oggi la nostra Aina ha recensito per noi il libro “Tocka” di Elvereth Ahn

Mi chiamo Júlia e sono una donna.
No.
Mi chiamo 145681 e sono una puttana.
Non ricordo cosa significhi essere amata, desiderata, protetta. Odio gli uomini e le loro viscide mani, il loro fiato sul viso e la loro presunzione di essere i re del mondo.
Odio tutto.
Vorrei essere morta.
Lo vorrei, finché le porte della mia prigione non vengono abbattute da Lui. Un uomo che stravolge le mie convinzioni.
E risveglia i miei sensi.
La mia umanità.

Mi chiamo Viktor e sono un mostro.
Sì.
Covo rabbia e desiderio di vendetta per chi mi ha portato via tutto.
Il mio mondo.
La mia vita.
Il mio angelo. 
Per questo le armi sono diventate le mie migliori amiche, insieme alla furia più spietata.
Non so cosa significhi la pietà. Non ne ho. Soprattutto con uomini che in realtà sono animali e osano far del male a chi meriterebbe solo di essere protetto.
Poi incontro i suoi occhi azzurri e la sua forza.
E tutte le mie convinzioni crollano.
Ma la mia ira e la mia vendetta si rinsaldano.

Io ucciderò.
Io rinascerò.
Io porterò vendetta.
Io mi fiderò di lui.
Insieme ameremo.
E l’amore segnerà la nostra vita ancor più del dolore.


Sei tu la mia ossessione, ora. Non più rosso, non più biondo. Non più morte, non più dolore.
Júlia, Júlia. Sei ossessione.
Sei uno sbaglio.
Il mio sbaglio.

Fonte della trama: Amazon

Crede di saper nascondere il suo tormento, ma non è vero.

Io lo so. Io ho visto qualcosa, nei suoi occhi. Ho visto determinazione e vendetta. Sofferenza.

Follia.

Nei suoi occhi vedo ciò che c’è anche nei miei. Le anime spezzate si riconoscono.

So che anche lui ha riconosciuto la mia.

Si tratta di un romanzo che rientra nel genere Dark Romance, in cui un uomo con un passato traumatico fa propria la missione di ripulire il mondo dagli sfruttatori e dai violenti, vendicando in questo modo il male che è stato inferto a lui e alla sorella.

Queste ottime premesse portano Viktor a incrociare la strada con una delle ragazze liberate dal giro della prostituzione, Julia, quando la trova sanguinante e in parte sfigurata, dopo essere passata sotto le grinfie di un sadico torturatore.

Il nostro eroe è delicato e rispettoso con lei, tanto quanto è spietato e agguerrito nei confronti dei suoi aguzzini.

La trama incentrata su un eroe vendicatore non è certo innovativa, ma funziona ancora bene, specie se personalizzata con un alto tasso di suspense, romanticismo, violenza, drammaticità.

Lo storia è scorrevole e coerente, riesce a tenere incollati alle pagine e si svolge schivando appena i cliché del genere.

Quello che non è riuscito a catturarmi del tutto, invece, è lo stile: una prima persona (alternata) molto sentita. So che spesso è utilizzato proprio in questo genere letterario per ottenere maggiore pathos, intensità e coinvolgimento, tuttavia ho trovato (per i miei gusti) un eccessivo carico emotivo, tanto da renderlo talvolta troppo sdolcinato, retorico, a tratti un po’ teatrale nelle dichiarazioni.

Le caratterizzazioni sono presenti ma abbastanza squadrate, grezze. Entrambi i personaggi hanno un passato, delle caratteristiche sentimentali e psicologiche chiare, ma non ho trovato degli approfondimenti che conferiscono ulteriori sfaccettature.

Viktor e Julia usano toni (melo)drammatici, trasudano sofferenza e vittimismo, distorcendo un po’ la visione che noi abbiamo di loro. Nessun eccesso per Julia, la cui sofferenza è comprensibile per i trascorsi cui è stata costretta. Mi riferisco invece a Viktor, visto da tutti come un salvatore, che però si ritiene un mostro per il fatto di essere un assassino. Una dicotomia spesso presente nei dark romance, nei quali, però, il protagonista è quasi sempre un vero miscuglio tra ombra e luce, tra bene e male. “Tocka”, ai miei occhi, non è riuscito a mostrare il lato oscuro, negativo, malato di Viktor, con l’effetto di rendere eccessivi e snaturati i suoi sensi di colpa, di forzare il conflitto interiore di Viktor per aumentare la tensione e trainare la storia.

Ma il rapporto tra i due ragazzi è verace, passionale, riesce a tirare fuori la forza di reagire a Julia e il coraggio di abbassare la guardia a Viktor. Due anime che si trovano, che si leggono e che si guariscono a vicenda. L’intensità della loro passione è indiscutibile.

Riassumendo, è un libro che si legge bene, nonostante lo stile un po’ appesantito, ed è perfettamente in linea con quello che ci si aspetta da questo genere letterario: un amore che nasce per il proprio eroe in modo romantico e passionale, pulito, in grado di redimere sia la donna sia l’uomo che ne rimangono impigliati, con una giusta dose di rivalsa verso i cattivi che non guasta mai.

«Sto sentendo la vita, Viktor.» Ha la voce incrinata e ingoio il nodo in gola, la tengo e contraggo la mandibola cercando di non pensare a cose orribili. Cerco di focalizzarmi solo su di lei, sulla serenità che sta afferrando.

«Ed è bella?» domando con un sorriso nella voce.

«È splendida. È liquido ardente che scorre nelle vene e arriva dritto al cuore, intensificando i suoi battiti. È amore puro. Mi circonda, mi invade, ed è mia. La mia vita.»

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