Recensione: Trilogia dei sensi – Vol. 1 Risveglio, di Anne Rice
Vittima di un perfido incantesimo, la principessa Bella ha dormito per cent’anni e tutti coloro che hanno tentato di svegliarla sono morti nell’impresa. Ma poi è arrivato lui, il Principe, affascinante e spietato, e Bella si è svegliata dal suo sonno secolare. Ora lei gli appartiene totalmente, ne è diventata la schiava, e dovrà seguirlo alla corte della regina Eleonora, madre del principe. Qui, in un ambiente raffinato e perverso, altri giovani di sangue reale imparano a conoscere il piacere e il dolore. Sopraffatta dal desiderio e dalla passione, Bella diventa la favorita del Principe e della sua amante, la crudele Donna Giuliana, e sperimenta i rigori della Sala d’Addestramento e le spietate prove della Sala delle Punizioni. Ma alla corte l’aspetta anche un sentimento nuovo, che ha gli occhi dolci e profondi di un altro schiavo come lei. L’amore però è proibito agli schiavi e la punizione per chi vi cede può essere molto crudele…
Risveglio è il primo romanzo della trilogia ‘Dei sensi’ di Anne Rice. Questo primo volume mi ha lasciata basita. Il tutto inizia con il principe che sveglia la bella addormentata dal suo sonno che dura ormai da cento anni e non posso che storcere il naso, per il modo in cui lui, senza pensarci, prima di dare alla principessa il bacio del risveglio, la reclami nel sonno, per poi sul più bello svegliarla (romantico vero?). Il principe è la superbia fatta persona, dopo aver messo in chiaro che ora Bella appartiene a lui, che deve essere la sua schiava d’amore e ubbidirgli in tutto, la tiene bellamente nuda, così da essere sempre pronta per i suoi desideri, ma non contento la mostra a tutti, come un trofeo (ovviamente sempre totalmente nuda). La porta poi al suo castello dove qui le verrà insegnato a essere una schiava disciplinata. Questo castello è una cosa impensabile, gli schiavi (cioè vari principi e principesse) sono tenuti come cani, nel vero senso della parola, sguardo basso, nudi e costretti a camminare a quattro zampe, vengono puniti sessualmente o con percosse anche solo per il piacere del padrone (perché, ebbene sì, hanno un padrone proprio come i cani!).
Il tutto è umiliante e degradante, sono seviziati se trasgrediscono, puniti e picchiati sul sedere fino a farli quasi sanguinare. Sono rimasta sconcertata, la trama a parer mio, non sembra avere un vero filo logico, la principessa accetta passivamente, e come potrei darle torto, fa quello che le si dice, limitandosi a essere posseduta solo dal principe o rischia di essere punita dal primo paggio che passa. Insomma ci credo che fa la brava e sta zitta, ma tutto questo è comunque umiliante e degradante, riduce la propria dignità a zero, essere sculacciati in pubblico nudi senza il minimo pudore ed essere tenuti costantemente in un terribile tormento sessuale, senza mai arrivare all’orgasmo, tutto per compiacere la smania e perversa volontà di nobili dame e signori.
Il libro se doveva essere erotico, a mio avviso non lo è per niente! Eccitarsi nel leggere che un ragazzo deve dar piacere a un altro solo perché glielo si ordina, rendendolo un burattino, un giocattolo sessuale, non mi è piaciuto affatto! Io non mi impressiono facilmente e leggere anche le scene più violente non mi turba, ma questo libro mi ha un po’ scosso psicologicamente. Pensando alla scrittrice, cioè Anne Rice, non potevo aspettarmi altrimenti, è una vera e propria maestra nel far percepire le inquietudini, i sentimenti ecc. sulla carta, infatti ti porta nell’ottica di questi giovani che arrivano ad annullare la loro dignità, frenare e rinunciare alla loro libertà, per non essere puniti, persino riuscendo ad amare i loro padroni. Un ritorno psicologico che fa paura, il terrore di essere puniti fa sì che il povero servo arrivi a voler compiacere in ogni modo il proprio padrone, e addirittura se lui ne è felice, riesce a trarne giovamento. Direi che è un delirio! Ma in tutto questo Bella riesce a trovare come dire l’amore? Il principe Alessio dice di amare la Regina del castello, e che se Bella accetterà tutto, sarà più facile amare chi la circonda (disarmante!). Poi il modo in cui lei provi piacere in tutto questo mi è inconcepibile, forse se fosse lì per sua volontà, ma così no! E poi parlare di amore in questo libro è troppo! Qui non c’è amore, c’è perversione e umiliazione! Il romanzo finisce con lei che verrà mandata al villaggio, dove probabilmente subirà altre punizioni! Conoscendo la scrittrice sono sicura che dietro tutto questo ci sia qualcosa di psicologicamente molto forte che vuole far cogliere al lettore, ma ripeto se voleva scrivere un erotico be’ ha toppato alla grande! Non si merita assolutamente il massimo, perché se fosse un libro singolo e autoconclusivo non gli darei nemmeno una stella, ma essendo una saga voglio vedere dove vuole andare a parare perché più volte durante la lettura mi sono chiesta “Ma Anne? Che ti sei bevuta prima di scriverlo?!!!”. Concludendo curiosa e agitata per i prosegui, leggerò anche il secondo sperando che riveli qualche significato nascosto che per ora mi è del tutto sconosciuto.
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