Recensione: “Tristan e Doralice, un amore ribelle” di Francesca Cani
Anno domini 1076.
Sopravvissuta alla strage della sua famiglia, Doralice di Lacus trova ospitalità a Canossa, dove la gran Contessa Matilda la accoglie come una figlia. Quando l’orrore per l’assassinio dei suoi genitori sembra aver lasciato posto a una tranquilla quotidianità, i piani di conquista di Enrico IV sconvolgono il suo mondo.
Tristan di Holstein, indomito guerriero forgiato da mille battaglie, ha un’ultima missione prima di riconquistare la libertà: deve colpire al cuore Matilda, strappandole quanto ha di più prezioso. La sua preda, che osserva con occhi da demonio, uno azzurro e freddo, l’altro ribollente d’oro fuso, è Doralice.
Ma la prova dell’amore si rivelerà la più ardua da superare e lo spingerà a disobbedire al suo re, a sopportare torture e rinunce in nome di una felicità che potrebbe non esistere. Perché forse è proprio lui il responsabile di un crimine che non può essere perdonato…
Il romanzo è ambientato nella seconda metà del XI secolo, durante la battaglia delle investiture: un periodo di grande instabilità politica e di continue lotte, intrighi, complotti. Papato e Impero in questa epoca si scontrano per le nomine dei vescovi – conti vassalli dell’Imperatore ma che avevano anche cariche religiose – e per l’elezione dei Pontefici che secondo l’impero sarebbe dovuta avvenire soltanto con il consenso dell’Imperatore.
Lo scontro entra nel vivo con l’imperatore Enrico IV e il Papa Gregorio VII, e raggiunge l’apice quando quest’ultimo scomunica l’Imperatore e dispensa tutti i suoi sudditi dal dovere di seguirlo. Da qui il famosissimo episodio di Canossa, dove Enrico IV si reca per ottenere la revoca della scomunica e si trova costretto ad attendere davanti al portale di ingresso del castello per tre giorni e tre notti, inginocchiato, col capo cosparso di cenere, prima di essere ricevuto dal Pontefice.
Le vicende dei protagonisti del romanzo si svolgono in questi anni e luoghi, le loro vite, le loro disavventure sono intrecciate in maniera indissolubile ai protagonisti storici di tale periodo: Matilde di Canossa ed Enrico IV.
A Canossa Doralice di Lacus trova rifugio dopo essere rimasta orfana molto piccola. Viene accolta come una figlia dalla Grancontessa Matilda, personaggio singolare per la sua epoca, una donna che rivestiva un ruolo di assoluto primo piano in una società in cui le donne valevano molto poco. Come capo assoluto di un feudo, ricopriva una posizione allora riservata esclusivamente agli uomini, dimostrando una forza straordinaria combinata a un’innata leadership e attitudine al comando.
Con la protezione di Matilda, Doralice cresce e diventa una donna. L’educazione che riceve a Canossa è inusuale e insolita per l’epoca, una bimbetta forte e testarda diventa così una donna ostinata, orgogliosa e caparbia ma allo stesso generosa, capace di forti passioni e in grado di fare scelte coraggiose.
“Vi conosco da quando eravate una bimbetta Doralice. Chinare il capo non è mai stato il vostro maggiore pregio”. Rise piano. “E per questo ho ringraziato il cielo molte volte. Non potrete essere la mia erede, ma mai e poi mai avrei voluto che diventaste una di quelle donne pronte solo a compiacere, prive dello spirito e della luce che ci distinguono in quanto esseri pensanti.”
A Canossa Doralice conosce Tristan di Holstein, un cavaliere con un passato triste e doloroso che arriva nel feudo di Matilda per portare a termine una missione ben precisa, un incarico odioso impostogli dall’imperatore Enrico IV che infatti, tiene in ostaggio quel che rimane della sua famiglia e Tristan, ha il compito di rapire Doralice consegnandola all’Imperatore, per avere salva la sua vita e quella dei suoi cari.
E se all’inizio il comportamento amichevole e affettuoso di Tristan è finalizzato all’adempimento della missione, dopo poco cambia, lui s’innamora perdutamente di Doralice dalla quale viene ricambiato.
La verità era che non capiva più quali aspetti del proprio comportamento premuroso facessero parte della copertura e quali gli sfuggissero al controllo, per il bene della missione e per non impazzire, doveva trovare il tempo per riflettere………
Perchè si sentiva così coinvolto ? lo capì all’improvviso, mentre assisteva al miracolo di un sorriso nascerle sulle labbra e manifestargli la riconoscenza che aveva nei suoi confronti. Doralice gli apparteneva …
La storia dell’amore di Tristan e Doralice si presenterà piena di momenti romantici e indimenticabili ma anche di difficoltà e complicazioni, la strada per il raggiungimento della felicità si rivelerà ardua e piena di ostacoli. Poteri forti trameranno nell’ombra per impedire loro di vivere serenamente: guai, minacce e pericoli metteranno alla prova il loro rapporto e a repentaglio la loro vita più volte, fino alla resa dei conti finale.
Ho acquistato il libro d’impulso, ispirata dalla sinossi e sono decisamente contenta di averlo fatto. Mi piacciono molto i romanzi storici soprattutto quelli in cui la storia personale e familiare dei protagonisti si intreccia con gli avvenimenti dell’epoca. Scrivere tipo di opere è, secondo me, molto impegnative, devono essere storicamente accurate, in tutti gli aspetti, dai luoghi agli usi e costumi. Così come i personaggi rappresentati realmente come protagonisti dell’epoca in cui si svolge la trama, ma anche interessanti e singolari per atteggiamento, personalità e carattere. La storia deve essere peculiare, prevedere momenti di suspense e difficoltà… Questo romanzo per me ha tutti gli elementi distintivi, i requisiti e gli ingredienti giusti come la passione, l’avventura, l’odio, l’amore, il rancore, il risentimento, il tradimento, il coraggio, senza dimenticare onore, perdono, redenzione. Una bellissima storia con una narrazione scorrevole e scrupolosamente calata nel contesto storico: un libro che iniziato vorresti leggere tutto d’un fiato e non lasciare mai.
Recensione a cura di:
Editing a cura di: