Recensione “Tutta colpa del destino” di RL Mathewson (Neighbors series #4)
Elizabeth sa cosa ci si aspetta da lei: la perfezione. È figlia di un conte, quindi è destinata a sposare qualcuno alla sua altezza, a dire e fare ciò che deve con il sorriso sulle labbra, anche se dentro si sente morire. Elizabeth però ha solo voglia di fuggire via e l’occasione per realizzare i suoi propositi è a portata di mano: il giorno del suo compleanno, entrerà in possesso dell’eredità che le ha lasciato la sua madrina e sarà finalmente libera. Nell’elaborare i suoi piani però Elizabeth non ha fatto i conti con Robert, sua nemesi fin dall’infanzia, che ricompare nella sua vita dopo quattordici anni apparentemente deciso a farla diventare matta e a rubarle il cuore. Robert la odiava. O almeno, avrebbe voluto odiarla con tutte le sue forze, ma è così difficile odiare qualcuno di cui non si può fare a meno. Ha provato a ignorarla, ha provato a concentrarsi su qualsiasi cosa non fosse lei, ma è stato tutto inutile. In qualche modo Elizabeth si è fatta strada nel suo cuore, e lui si è ritrovato a desiderare cose che non aveva mai creduto possibili, a sorridere e a ridere, perdendo man mano il controllo di sé…
Nel quarto capitolo della serie “Neighbors” scritta da RL Mathewson veniamo catapultati nel 1809 e facciamo la conoscenza di Robert Bradford ed Elizabeth Stenton.
Come tutte le coppie della serie, i due si detestano.
Da bambini se ne combinano di tutti i colori, finché Robert non si trasferisce con la sua famiglia.
Dopo quindici anni dall’ultima volta in cui si sono visti, i due si incontrano in un’aranciera per fuggire da un ballo a cui nessuno di loro ha voglia di partecipare. Si sentono molto affini e, dopo una conversazione, si lasciano andare completamente in preda a una passione travolgente… senza conoscere il nome del partner a cui si stanno donando.
«Sfacciatella», ripeté, «dovreste essere arrabbiata… quello che abbiamo fatto… quello che ho fatto è imperdonabile. Non…».
«No, non voglio sentire giustificazioni o scuse. Lasciamo che rimanga un momento perfetto fra due sconosciuti che hanno trovato conforto l’uno nell’altro».
Conforto? Era ben più di un semplice conforto. Era stato intenso, indescrivibile e probabilmente la cosa più stupida che avesse mai fatto.
Si era appena legato per sempre a quella bellissima sconosciuta.
Quando poi verranno a conoscenza della vera identità del partner, ecco che l’odio torna a farsi vivo e da qui in poi assisteremo a un tira e molla tra i due, che si troveranno a combattere con qualcosa di più potente e profondo dell’odio e di cui non riusciranno a fare a meno.
«Robert, lasciami andare! Si accorgeranno della nostra assenza».
«Che peccato. Voglio sapere perché mi hai ingannato».
«Nessuno ha ingannato nessuno. È stato un errore, che sarebbe meglio dimenticare».
Un errore? La notte più passionale della sua vita era un errore? Ecco cosa pensava quella donna della sua prima volta. Questo lo mandò in bestia. «È questo quello che pensi, Beth?».
«Non mi chiamare così».
«Perché, Beth?».
«Lo sai che odio quel nome».
«Oh, mi dispiace, Beth. Ti prego di perdonarmi, Beth».
Si stava comportando in maniera infantile, e lo sapeva, ma in quel momento non gli importava. Era sempre riuscita a tirar fuori il peggio di lui.
Elizabeth alzò la mano e gli tiro l’orecchio. «Ahi!».
«Togliti dai piedi, Robert Limonata», disse lei con noncuranza, aumentando ancora di più la sua rabbia.
Elizabeth è una protagonista dal carattere deciso; non ha gli stessi interessi delle sue coetanee, come i balli, cercarsi un buon partito o spendere soldi in gioielli e vestiti per rendersi appetibile agli occhi degli uomini proposti dalla sua famiglia. È una donna che cerca l’indipendenza, a cui non importa niente dell’alta società, così come a Robert. L’uomo è stufo di tutti gli eventi ai quali la madre lo prega di partecipare per trovare moglie: le signorine del suo ceto gli sembrano così frivole, senza un briciolo di cervello, finché non incontra nell’aranciera quella misteriosa donna con un’intelligenza e bellezza che lo folgorano.
Un romanzo d’ambientazione storica narrato con un stile che ricorda molto la narrativa contemporanea di cui si occupa la Mathewson, e che tratta anche un tema importante e attuale, come il bullismo. Robert bambino, infatti, deve confrontarsi ogni giorno con i ragazzini della sua età, compresa la stessa Elizabeth, che lo deridono. Inoltre ritroviamo il binomio odio-amore con cui la scrittrice si cimenta spesso facendone quasi un marchio di fabbrica.
Il romanzo, come tutti quelli della serie, è scorrevole, divertente e ad alto contenuto di scene da bollino rosso; i due protagonisti sono ben caratterizzati e l’Inghilterra dell’800 ben descritta nelle sue convenzioni.
Una lettura fresca e piacevole che ci permette di conoscere le tradizioni della famiglia Bradford attraverso la storia dei suoi antenati.
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