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Recensione: “Tutte le stelle del cielo” di Angela Contini

La vita di Kyle Hawkins è alla deriva. Quando viene arrestato per guida in stato d’ebbrezza, possesso di stupefacenti e molestie, il padre lo spedisce a Pretty Creek, nel Vermont, ad aiutare il nonno che ha un negozio di fiori. La provincia è l’inferno per Kyle che, senza amici, va nell’unico pub della cittadina a ubriacarsi; proprio lì lavora Katherine Hutchinson, la vicina di casa del nonno con mille problemi, innamorata di Kyle da sempre. Sarebbe meglio per entrambi stare lontani, ma Kathy è ancora attratta dal ragazzino di quattordici anni a cui ha dato il primo bacio, mentre l’attaccamento di Kyle alla ragazza diventa un modo per scacciare i suoi demoni…

“A Kyle, perché tutte le stelle di questo cielo illuminino la tua via e tu non ti perda mai. Così saprai sempre dove andare. Con affetto, tua Katherine”

In Tutte le stelle del cielo conosciamo la storia di Katherine, un personaggio che abbiamo già incontrato nel libro Tutta la pioggia del cielo. Devo essere sincera: quando ho letto il precedente volume (che ho amato follemente), Katherine non mi ha ispirato una particolare simpatia né mi ha lasciato con la voglia di scoprire la sua storia in quanto, in parecchi frangenti, l’avevo trovata caratterialmente troppo debole e soprattutto non particolarmente interessante. Ma sono contenta di non essermi soffermata troppo sulla mia impressione iniziale perché il suo personaggio, in questo volume, è tutt’altro che quello di una ragazza debole o insicura. Ma partiamo dal principio.

 Kyle è un giovane uomo di ventotto anni che in seguito alla tragica morte del fratello, a cui era molto legato, imbocca la strada degli eccessi. All’ennesimo arresto per guida in stato di ebbrezza, il padre, un noto giudice, lo costringe col ricatto ad abbandonare tutto e trasferirsi dal nonno, in una piccola cittadina, per aiutarlo col negozio di fiori che possiede. Kyle non riesce a pensare a un destino peggiore di quello di  trascorrere un intero anno in quel posto desolato. Ma messo alle strette, e soprattutto per non deludere ancora una volta sua madre, si costringe ad accettare.  Kyle arriva così a Pretty Creek, nel Vermont ma, sin da subito, la vita tediosa del posto e i suoi demoni interiori, lo spingono ancora nell’unico labile rifugio che conosce: la bottiglia.  Stordito dall’alcol, Kyle riesce a trovare un po’ di pace e a dimenticare il senso di colpa che ormai da anni lo accompagna giorno dopo giorno. È proprio in queste condizioni,  da ubriaco, che incontra Katherine, una giovane donna col viso familiare. I due infatti non sono dei perfetti estranei ma hanno passato insieme le vacanze dei loro quattordici anni, quando Kyle e il fratello avevano fatto visita al nonno. Sin da subito il giovane è attratto dalla ragazza ma Katherine non è più la ragazzina che lui prendeva in giro perché troppo magra. Ora è una donna con troppe responsabilità sulle spalle, responsabilità che gravano ormai da anni e che la giovane cerca di affrontare al meglio, anche se questo significa lavorare fino a sfinirsi. È una giovane madre che cresce il figlio cercando di non fargli mancare nulla, soprattutto l’affetto, e compensando la figura paterna che il piccolo non ha mai conosciuto. Ma Katherine ha anche la madre di cui occuparsi.

La vicenda si snoda tra il presente, raccontato in prima persona con entrambi i punti di vista dei protagonisti, e il passato, con qualche flashback dei due durante i loro quattordici anni.  Scopriamo così che, nonostante le difficoltà incontrate  nella vita, sono rimasti pur sempre loro stessi. Katherine è sempre quella giovane ragazza che crede e cerca l’amore, quell’emozione che ti fa vibrare il cuore e che solo con il suo primo amore ha conosciuto. Kyle è ancora quel ragazzo profondamente legato al fratello e la sua perdita è ancora così devastante da portare l’uomo a rischiare di distruggere l’unico legame vero che è riuscito a creare negli ultimi anni.

È un naufrago. E non tenta nemmeno di salvarsi. Resta in balia delle sue paure e del passato, scagliato contro scogli che lui stesso ha eretto.

Per quanto Katherine, però, sia disposta ad aiutarlo a superare i propri demoni, sa bene che deve mettere al primo posto suo figlio. Non può rischiare che qualcuno anche involontariamente lo ferisca, e lo protegge a scapito della propria felicità. Sarà Kyle, con le sue uniche forze, a dover trovare il coraggio di raddrizzare la propria vita e a capire che è meritevole di quell’amore incondizionato che Katherine ha sempre provato per lui. Dovrà capire da solo che non si può vivere nel passato né commiserarsi per sempre con i sensi di colpa e solo quando tutto questo avverrà, quando si riappacificherà con se stesso, potrà diventare l’uomo meritevole di stare al fianco di quella giovane donna che, per tutti questi anni, ha sempre pensato al suo primo amore, senza mai riuscire a dimenticarlo.

Quanti giorni senza di lui e con lui. Fisicamente lontano, ma sempre nel mio cuore, anche quando non c’era più, anche quando credevo di aver dimenticato il ragazzino spaccone che mi aveva portato via il sonno, i pensieri. Ho girato in tondo per anni, per scoprire, non appena l’ho rivisto, di essere tornata al punto di partenza.

È un libro sull’amore, sull’amore tra due persone ma anche sull’amore per se stessi. Come ho detto ho adorato il primo volume e, sebbene rimanga ancora il mio preferito ed abbia un posto speciale nel mio cuore, questo libro non è da meno e lo consiglio caldamente a chi crede ancora nella forza dell’amore, quel sentimento che ci spinge a superare i nostri limiti e che spesso ci apre gli occhi sulle cose veramente importanti della vita.

A cura di: 

 

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Voto Miky 4

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