Recensione: Tutto il bello che ci aspetta di Lorenza Gentile
Autrice: Lorenza Gentile
Genere: narrativa
Editore: Feltrinelli Editore
Data di pubblicazione: 4 giugno 2024
Viviamo in un’epoca in cui niente è impossibile, dunque se le cose non vanno dev’essere per forza colpa nostra: Selene se ne è quasi convinta.
Passati i trent’anni, non ha ancora trovato la sua strada: dove ha sbagliato? È stata l’ultima delle sue azioni impulsive, aprire un ristorante che ora è sull’orlo del fallimento, oppure è successo quindici anni fa, quando ha preso la sua prima decisione da adulta? È lì che sono rimaste impigliate le sue aspirazioni?
Per scoprirlo, una notte d’estate fugge da Milano verso un paesino nel cuore della Puglia, il posto dove è cresciuta, immersa in una comunità spirituale, circondata dall’affetto degli amici e della famiglia.
La valle è sempre uguale, punteggiata di ulivi e di trulli, con il mare che orla l’orizzonte. Peccato che, appena prima di arrivare a destinazione, il motore della macchina fonda e da lì in poi niente vada più per il verso giusto.
Eppure, a volte sono proprio gli imprevisti a cambiarci la vita per il meglio. In attesa dei pezzi di ricambio, le viene messa a disposizione Amanda, una Uno rossa ricca di personalità con cui cercherà di raggiungere l’ashram dove viveva da bambina.
E se non tutti sono rimasti fermi ad aspettarla, nel giro di poco Selene riabbraccia la vecchia tata Flora, fa nuovi incontri e decide di prendersi cura di un asinello di nome Virgilio, che ha tutta l’aria di sentirsi solo come lei.
Tra gite in Salento, discussioni sul senso della vita, yoga e pomeriggi in cucina con persone che forse la conoscono meglio di quanto lei non conosca se stessa, Selene inizia a comprendere che a volte è necessario perdersi e sbagliare strada per trovare il coraggio di seguire i propri sogni. E andare finalmente incontro a tutto il bello che ci aspetta.
Un paesino bianco nel cuore della Puglia.
Una trentenne convinta di non combinarne una giusta.
Uno spericolato viaggio verso il bello della vita.
Adorerete Selene perché è una di noi: una trentaquattrenne convinta di non combinarne una giusta, confusa e timorosa di sbagliare, senza un compagno ma con una montagna di debiti e un ristorante sull’orlo del fallimento.
Una notte d’estate, mossa dalla disperazione, Selene fugge da Milano verso un paesino nel cuore della Puglia convinta che tornare laddove la sua vita aveva un senso, circondata dall’affetto degli amici e della famiglia, possa contribuire a ritrovare se stessa.
Lasciarsi indietro i problemi, le scelte sbagliate, lanciarsi nell’ignoto, costringere il destino a una risposta… anche se questa non è esattamente quella che si aspettava, perché a volte sono proprio gli imprevisti a cambiarci la vita per il meglio.
Un guasto all’auto le fa incontrare Oronzo, il problem solver del paese, non potrete non innamorarvi di lui e della sua filosofia di vita.
“[…] un Gratta e Vinci ogni tanto me lo concedo, non si sa mai. Magari la fortuna gira nel verso giusto e fine dei problemi.”
“Già. Anche a me piace credere che prima o poi possa cambiare il vento.”
“Un’occasione nella vita l’ho già persa. Ma c’è sempre una seconda opportunità, no? Il treno non passa mai una volta sola. Altrimenti, perché venderti il biglietto di andata e ritorno?”
Così come amerete Flora, la ex tata, una donna dolcissima e dalla saggezza primordiale a tratti feroce di chi ha visto le cose sin dall’inizio (e che confesso, a me ricorda in modo pazzesco mia madre).
“Non c’è cosa che il cibo non possa aggiustare, Selene.”
È proprio in questa valle (d’Istria) diversa ma sempre uguale, punteggiata di ulivi e di trulli, con il mare che orla l’orizzonte, tra amici vecchi e nuovi, un’auto rossa e scassata di nome Amanda e un asino di nome Virgilio, che Selene affronterà le sue paure mettendo luce sul suo enigma interiore perché il segreto è l’accettazione di sé, in tutte le nostre sfaccettature.
Alzi la mano chi, stanco dei continui problemi e fallimenti, non ha desiderato almeno una volta di poter tirare il lenzuolo fin sopra la testa e di trovare un luogo dove non è possibile sbagliare nulla, dove si può essere semplicemente se stessi, senza rendere conto a nessuno.
Ma forse la vita non è una gara volta a ottenere qualche cosa, ognuno ha il suo viaggio e il suo destino. Gli sbagli non sono tali, sono solo esperienze che ci rendono noi, sono parte del percorso.
La narrazione è in prima persona, alternando presente e passato. Personalmente ho apprezzato i discorsi spirituali e le belle descrizioni dei riti svolti nell’Ashram, i festeggiamenti al Guru Purnima, i riferimenti a Ganesh, il dio con la testa di elefante e al Maestro che vive in India e che fa da specchio a chi lo guarda. Grazie a questi flashback ho vissuto il passato di Selene tramite i colori accesi dei sari, l’odore dell’incenso e della cenere, le ghirlande di fiori e il suono potente della conchiglia che indica l’inizio del rito.
Tra gite in Salento, discussioni sul senso della vita, yoga e pomeriggi in cucina questo libro vi conquisterà pagina dopo pagina. Super consigliato!