Recensione: “Un anno per un giorno” di Massimo Bisotti
Noi amiamo essenzialmente quello che ci manca.
Alex Gioia è uno dei più famosi cantanti italiani. La sua vita, baciata dal successo, è attraversata da un cruccio che lo tormenta: non aver potuto vivere fino in fondo la sua storia d’amore con Greta, una ragazza più giovane di lui, conosciuta durante un evento a Napoli. Alex e Greta si sono rincorsi, si sono sfiorati, ma il momento per loro non è stato mai quello giusto.
Da qualche tempo Alex si è trasferito a Parigi, per riprendere fiato in una città in cui non conosce nessuno e nessuno lo conosce, per ritrovare la sua ispirazione perduta. Un giorno, in metrò, si incuriosisce osservando una donna che scende sempre a fermate diverse con persone diverse, facendo delle bolle di sapone. Ne resta affascinato, si presenta e si ritrovano a parlare di occasioni mancate e di rimpianti. Improvvisamente Nirvana, questo è il nome della ragazza, offre ad Alex un dono: un tubo di bolle di sapone. Un tubo magico, gli spiega, e ogni volta che soffierà potrà tornare a un giorno del suo passato, e cambiarlo. Ma ogni viaggio avrà un prezzo. Per ogni tentativo fatto per tornare indietro nel tempo, Alex dovrà dare in cambio un anno della sua vita. Un anno per un giorno.
Alex torna all’albergo in cui vive, credendo sia uno scherzo. Finché, ripensando a Greta, non osserva il tubo e viene preso dalla voglia di soffiare. E se Nirvana avesse detto la verità? Se davvero il passato si potesse cambiare?
A due anni dallo straordinario successo del “Quadro mai dipinto”, Massimo Bisotti torna in libreria con il suo nuovo romanzo. Le meditazioni sui temi fondamentali dell’esistenza umana, quali il tempo e la sua stretta connessione con il caso, il destino e il vero amore, si inseriscono in una trama avvincente e metafisica. Ambientato tra Parigi e Napoli, di cui Bisotti come nessuno sa restituire l’incanto e la bellezza, e popolato di personaggi indimenticabili, come il concierge Etienne e la bellissima modella Charlotte – rimasta paralizzata dalla vita in giù dopo un incidente – che Alex ha conosciuto sulla tomba di Oscar Wilde al cimitero di Père-Lachaise, ”Un anno per un giorno” è un libro emozionante, inatteso, profondo.
Sinceramente ho appena finito il libro e non so ancora come recensirlo. Bisotti ha sempre il potere di sconvolgermi perché sembra che spii la mia vita, in determinati momenti, e mi dia le soluzioni. Se c’è una persona che è capace di spiegare a parole cos’è l’amore, questa persona è proprio Massimo Bisotti.
La storia ruota attorno ad Alex e Greta. Il primo è un cantante italiano, di grande successo mentre Greta è una ragazza incontrata a un evento a Napoli.
L’identikit di un’occasione porterà sempre un nome e cognome, il rumore di certi passi, un profumo, una canzone, un sorriso all’improvviso, un silenzio raccontato da uno sguardo o persino un incontro mai avvenuto.
Sarai fortunato se, guardando indietro nel tuo puzzle mentale, non avrai neppure un tassello da cambiare. È davvero molto difficile. Quel macigno sullo stomaco, quel cerchio che ti gira in testa, quella smania che non ti fa dormire, quell’ansia che ti fa sospirare, quella tristezza che è come un trapano per il tuo sorriso, sono i tanti tasselli che sono rimasti nel giro-vita dei tuoi ricordi.
Alex decide di staccare un attimo dalla sua vita e va ad abitare per un po’ a Parigi dove incontrerà Nirvana, la quale gli darà una bottiglietta per fare le bolle di sapone con il potere di poter tornare indietro nel passato ed avere una possibilità con Greta.
Ho sempre pensato che la vita ti regali con ogni persona al massimo un paio di occasioni: la seconda, se per qualche strano motivo hai buttato via la prima. Tu le sprecherai entrambe, poi continuerai a pensarci sempre, come una condanna, un tormento, un chiodo fisso distratto dal muro solo alcuni secondi, il giusto tempo per staccarsi e far crollare a terra, in mille pezzi, le tue certezze di anni. Perché in cuor tuo sai che avrai dovuto rinunciare per cause di forza maggiore, non avresti voluto. Conoscerai cos’è la disperazione, conoscerai l’impotenza che consiste nel riporre il domani in una speranza negata. Tutto ciò che vivrai con chi avrai accanto ti risveglierà sempre un ricordo sottile, prepotente, assoluto, selvaggio e passionale com’è una storia non consumata, un’emozione proibita.
Bisotti ha sempre la facoltà di scavare in ognuno di noi. Di portare a galla sentimenti che mascheriamo per non soffrire. Ogni libro che ho letto di questo autore, ha raccontato quasi la mia storia. Questo, in particolare, è stato veramente forte dal punto di vista delle emozioni. Leggendolo mi sono ritrovato come se fossi allo specchio e sentivo la sofferenza di Alex in ogni cellula del mio corpo.
Lei aveva uno sguardo che sapeva tutto di me e io sapevo tutto del suo, senza esserci potuti dire quasi niente che giustificasse quella strana sintonia. Due persone che si guardano e si spogliano di tutto, hai presente? Si percorrono, come si fa con una strada che conduce nel punto più alto che c’è, ma poi devono rivestirsi, nascondere la propria intimità e cedere al potere del “non si può”, divisi su un bivio beffardo. Ma io quello sguardo lo conservo dentro di me come un segreto ribelle che si è svelato al respiro e fa parte di ciò che mi tiene in vita, non me lo sfilo dal cuore. Perciò ogni mio respiro lo alimenta ancora.
Penso di poter affermare che ognuno di noi vorrebbe avere quella bottiglietta per fare le bolle di sapone, per tornare indietro e cambiare qualcosa. Io sinceramente non cambierei nulla. Tutto quello che ho fatto l’ho fatto seguendo i miei sentimenti e valori. Una cosa importante che ci insegna Bisotti è, che, quando abbiamo dato tutto di noi, dovremmo lasciare che gli eventi scorrano da sé. Non dovremmo lasciare i sogni nei quali crediamo.
Ti sei mai chiesta quanto ciò che resta di noi, di me e di te insieme, di ciò che non siamo stati, possa influire sul resto della nostra vita, su tutto quello che incontreremo dopo? Io ti assicuro che sarà così. Lo so, l’ho visto, anche se tu ancora non mi credi. Non ti ho amato per vanità o per credermi migliore, no, non ti ho amato per questo, per il desiderio di sentirmi speciale, per sfida o per un piccolo divertimento. Avrei tirato fuori una forza stratosferica capace di arrivare in capo al mondo per prendermi il tuo destino. Io ti ho amato senza pudore, senza paure, vincendo persino il timore di perdere tutto per te, incondizionatamente. Chissà se lo sai. Pensavo che un giorno d’improvviso tutto questo ti sarebbe caduto addosso e avresti capito, sentito la fatica silenziosa che ogni volta ho sfoderato per nascondere dietro i sorrisi l’amarezza di non averti vicino, la promessa che ho fatto a me stesso, quella di volerti felice comunque, anche da lontano.
Vorrei avere la bottiglietta per fare le bolle di sapore, non per cambiare, ma per rivivere certi ricordi.
“Entrerò nei tuoi pensieri ogni tanto, probabilmente accadrà fino all’ultimo, come tutte le cose impossibili che si legano al vento che soffia nel cuore. Poi mi spegnerai per dedicarti alla tua realtà ma ci ritroveremo ancora in qualche sogno, in qualche flashback di passato che riaffiora dalle cose che fanno la ruggine e che scorgerai ancora brillante, come un anello che non ha perso mai la sua lucentezza iniziale a dispetto del tempo. Tu lo rimetterai al dito, per ripercorrere incontri, stazioni, aeroporti, magie. Ti scorrerò nelle vene in quel momento così forte da farti sembrare impossibile che io possa entrare come mare nel tuo corpo. Ti accorgerai che la bellezza fa male, che tutto ciò che è troppo forte spinge sul petto e può far soffocare, dilaniare la carne quando debole si è arresa a un facile addio. Siamo morti insieme senza saperlo, per questo vivremo ancora ognuno altrove. Le visioni si mescoleranno alla realtà e immagineremo adulti i bimbi mai avuti, cresciuti nel pensiero senza noi. Forse l’amore non basta, non si può stare bene insieme, non si può stare bene senza. Io sento che saremo felici comunque, perché se così non fosse non avremmo potuto scegliere di sopportare questa distanza. Ci aspetteremo in milioni di altri amori per smettere di aspettarci. Faremo l’amore con corpi senz’anima per scambiarcela ancora una volta. E io realizzerò tutti i miei sogni, tutti quelli per cui basterà il mio impegno, e mi mancherai accanto, quando stupidamente mi volterò fra la folla, sperando di vedere il tuo sorriso illuminare di presenza un giorno disperato.”
Potrei parlare a lungo di questo libro, ma evito altrimenti non vi rimane niente da leggere. Lo consiglio vivamente a chi ama l’amore. L’amore vero non quello sdolcinato sopra ogni limite che non può avere riscontro nella realtà.
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