Recensione: “Un capriccio del destino” di Kristel Ralston
Brenda lavora come guida turistica a Londra. Il suo passato non è stato facile e ha dovuto fare molti sacrifici, specialmente nella sua vita sentimentale. Una sera, la sorte le sorride e diventa l’assistente personale di una delle più temute imprenditrici alberghiere dell’Inghilterra. Il suo incarico più difficile sarà dover trattare con un uomo, bello e arrogante, che lavora alla ristrutturazione di uno degli hotel della catena Wuflton nel Surrey.
Luke Blackward è annoiato dalla vita notturna di Londra, dallo sperpero di denaro, dalle esigenze sociali e dalla frivolezza delle donne. Quando una responsabile, sfuggente e autoritaria, lo confonde per un impiegato dell’hotel che appartiene alla sua famiglia, lui non la smentisce. Al contrario, approfitterà della novità dell’anonimato per conquistarla. Ha deciso che sarà un’avventura passeggera. Ma quando scopre l’alto prezzo che deve pagare per la sua finzione, forse sarà troppo tardi per cercare di riparare al danno.
Brenda è una ragazza che, nonostante la giovane età, è stata costretta a scontrarsi con le vicissitudini che la vita ha voluto porle di fronte. Temi come la povertà, la dipendenza, l’abuso e le responsabilità si respirano in questo romanzo, sebbene non veicolino la storia d’amore tra i protagonisti. Storia che, almeno all’apparenza, è piacevole e ai margini della favola moderna, ma, grazie alla complessità degli argomenti trattati, si distacca quasi completamente dal concetto di leggerezza. Ha risvolti sociali attuali, nei quali molti lettori potrebbero, in parte, rispecchiarsi o sui quali confrontarsi. Come mi sarei trasformata se avessi affrontato tali difficoltà?
Per certi versi la protagonista appare estremamente matura, quasi una mamma, per molti altri, invece, traspaiono quelle note stonate di un’adolescenza non vissuta in precedenza; questo conflitto la rende talvolta esagerata e lamentosa, talvolta tenace e responsabile.
Luke è un uomo di successo, la sua famiglia ha potuto donargli agi e ricchezze; nonostante ciò, è una persona che lavora sodo, ha alle spalle un matrimonio fallito miseramente, dopo il quale la sua vita è diventanta un via vai di donne che entravano e uscivano da sotto le sue lenzuola senza problemi, responsabilità e, soprattutto, senza implicazioni sentimentali.
Come si saranno incontrati i due, vivendo ai margini di mondi contrapposti? Il destino?! Ma assolutamente no! Merito dell’occhio astuto di Alice, ricca imprenditrice, nonchè zia di Luke, che prende a lavorare con sè la piccola grande Brenda. Brenda, chiamata anche Bree, non se lo fa dire due volte e accetta la proposta di Alice, perchè lo stipendio offertole ha cifre da capogiro rispetto al precedente lavoro da guida turistica. Bree diventerà quindi il braccio destro dell’autorevole imprenditrice e, inviata a occuparsi di uno degli hotel della società per la quale lavora, avrà un inziale incontro-scontro con Luke. La storia inizia così, non mancano gli elementi dei più classici dei romance, in cui gli ostacoli delle diverse classi sociali, le incomprensioni e le omissioni (perchè chiamarle bugie, suona da “strega malefica”) la fanno da padrone.
Ho amato l’uomo che è Luke, in tutte le definizioni possibili del termine, avrei coccolato Brenda come una bambina che meritava amore, avrei strangolato l’editor del libro… perchè è pieno di refusi ed errori! Poi arriva il mio personaggio marginale preferito, Alice: anziana donna di successo, mamma acquisita, zia, capo autorevole che guarda al futuro e che è sempre un passo avanti a tutti. Ai miei occhi un mito!
In questo romanzo, come capita spesso nel genere romance, sono presenti diversi cliché, ma, ciononostante, le tematiche serie e profonde lo rendono davvero un buon libro.
Lettura estiva, piacevole, scorrevole, con una narrazione che mostrava i pensieri di entrambi i protagonisti… Scene hot, molto piccanti, senza però essere esagerate o volgari.