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Recensione: Un semplice caso di infedeltà. Le inchieste di Maisie Dobbs di Jacqueline Winspear

Titolo: Un semplice caso di infedeltà. Le inchieste di Maisie Dobbs

Autrice: Jacqueline Winspear

Editrice: Neri Pozza

Genere: Giallo

Data di pubblicazione: 08 Luglio 2021

Nel 1910 la tredicenne Maisie Dobbs prende servizio come cameriera in una elegante dimora di Belgravia, casa Compton. La moglie di Lord Julian Compton, Lady Rowan, una fervente suffragetta, non tarda a rendersi conto che la schiva ragazzina possiede una mente eccezionale, un’intelligenza così brillante da meritare più dell’angusto destino che il lavoro domestico potrebbe riservarle. Nulla di meglio, dunque, che indirizzarla presso l’amico Maurice Blanche, uno degli investigatori preferiti dall’élite europea del tempo. Un utile apprendistato prima di tentare di accedere al prestigioso Girton College di Cambridge. Lo scoppio della guerra, però, muta radicalmente le cose. Maisie si forma come infermiera e parte per la Francia, dove l’orrore non lascia scampo a niente e nessuno, nemmeno a lei. Rientrata in Inghilterra, nel 1929 la giovane donna decide di rilevare l’attività di Blanche e mettersi in proprio come investigatrice privata. Il suo primo caso, tuttavia, appare di poca rilevanza: il commerciante Christopher Davenham le chiede di indagare sulla presunta infedeltà della moglie Celia, una donna che sembra aver fatto della menzogna un’arte. Dopo tutto il tirocinio, tutti gli studi e i successi con Maurice Blanche, quel semplice caso di adulterio pare a Maisie un affronto. Ma la giovane investigatrice non si tira indietro. Non è forse vero che le cose straordinarie si camuffano sempre da cose qualsiasi? Maurice le ha insegnato a non dare nulla per scontato, e così ecco che, pedinando Celia Davenham, Maisie si ritrova nell’ultimo luogo in cui avrebbe pensato di trovarsi: il cimitero di Nether Green, dinnanzi a una lapide con inciso un nome e null’altro. Primo di una serie di avvincenti gialli ambientati negli anni Venti e Trenta, “Un semplice caso di infedeltà” presenta al lettore l’investigatrice privata Maisie Dobbs: geniale e intuitiva come Sherlock Holmes, decisa e determinata come Lisbeth Salander.

Non conoscevo quest’autrice che, tra le altre cose, è molto prolifica ma poco tradotta, come ho avuto modo di leggere su Amazon. La sua scrittura è fluida e l’intaglio approfondito dei personaggi ha dato vita a Maisie Dobbs, figlia del ceto più popolare della Londra dei primi del 900.

Dotata di vivace intelligenza e analisi, grazie alla lungimiranza della famiglia nobile presso la quale va a servizio all’età di 13 anni, può arrivare ai banchi di una delle prime università per signorine. Tuttavia la grande guerra interrompe il suo sogno e la porta in Francia, come infermiera tra gli orrori degli ospedali da campo, dove incontra il grande amore e, allo stesso tempo, lo perde nel peggiore dei modi.

Grazie all’uomo che ha plasmato la sua educazione di base, alla fine del conflitto Maisie ha intrapreso la professione d’investigatrice e ha ereditato l’attività del suo mentore, mettendosi in proprio. Grazie al suo primo caso, una presunta infedeltà coniugale, entrerà in contatto con la tragedia dei reduci della Grande Guerra: uomini che hanno perso la fisionomia del viso a causa di orribili cicatrici e finiscono la loro misera esistenza distrutti nel fisico e nello spirito.

Con grande accuratezza e districandosi tra gli avvenimenti presenti e i ricordi del passato, che l’hanno resa ciò che è, riuscirà a sbrogliare il bandolo della matassa e a risolvere una serie di omicidi senza colpevole.

Per la sua costruzione profondamente intimistica e riflessiva, il libro appare più una biografia che un vero e proprio giallo, sebbene nel finale non manchi la suspense e il ritmo incalzante tipico del genere.

La risoluzione del caso aprirà alla protagonista un futuro denso d’impegni e di nuove indagini, perciò spero presto di poter leggere un lavoro inedito di quest’autrice portentosa.

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