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Recensione “Una gentildonna in cerca di guai” di Sarah MacLean

Inghilterra, 1833 – Sophie è sempre stata considerata la più quieta delle sorelle Talbot, ma quando durante una soirée sorprende il cognato a tradire la moglie e lo punisce insultandolo e spingendolo in uno stagno, a un tratto diventa il bersaglio del disprezzo del ton. Stanca dell’ipocrisia dell’alta società, di cui è entrata a far parte solo perché il padre ha acquistato un titolo, decide di lasciare la festa e i giudizi superficiali dei suoi invitati. Mentre si allontana incappa in un uomo scalzo che sta chiaramente fuggendo da un incontro amoroso proibito. L’affascinante libertino, che si rivela essere il Marchese di Eversley, rifiuta di darle un passaggio a bordo della propria carrozza, ma Sophie non si dà per vinta e con un espediente monta sul retro della vettura affinché la porti lontano dai suoi guai. Tuttavia l’uomo da cui ha scelto di farsi aiutare ne ha parecchi altri in serbo per lei!

King fece per rispondere e Sophie lo bloccò di nuovo. “Tanto per essere chiari, sono diretta a nord per sfuggire a tutto quello che siete e rappresentate. Voi siete tutto ciò che odio nell’aristocrazia: arrogante, vanesio, insulso, senza uno scopo. Fate troppo affidamento sul vostro titolo e sulla vostra fortuna, che avete ereditato senza alcuno sforzo da parte vostra. Non avete un solo pensiero intelligente nella testa, dunque usate tutto il vostro ingegno per progettare seduzioni e vincere stupide corse con i calessi. Nel caso non l’aveste notato, stavo benissimo nelle scuderie, prima che arrivaste voi a rivelare che sono una donna. E quando me ne sono andata, con tutta l’intenzione di dirigermi a nord, siete stato voi a seguirmi! E io starei cercando i intrappolarvi per farmi sposare?”

Figlie pericolose, spudorate è in questo modo che il ton chiama le sorelle Talbot, figlie di un uomo diventato ricco con le miniere di carbone e in seguito, dopo aver pagato un ingente debito del Principe Reggente Conte di Wigh. E ancora di più. Dopo che Seraphina è riuscita, con quelli che sono apparsi abili maneggi, a sposare il Duca di Haven, l’uomo di cui è perdutamente innamorata. Ma quel matrimonio si è rivelato per lei fonte di infelicità, il marito pur contento di usare il denaro del suocero, non fa che umiliarla pubblicamente. Durante un ricevimento, Sophie, una delle sorelle di Seraphina trova il Duca in compagnia di una donna mentre la moglie incinta è presente alla scena, se la sorella riesce a rimanere imperturbabile, Sophie, dopo avergli gridato tutto il suo disprezzo lo fa finire in un laghetto. I membri del ton però, si schierano tutti dalla parte del Duca oltraggiato, che promette vendetta. Per Sophie rimanere in compagnia di quella gente odiosa è impossibile e, intenzionata a tornare a casa, chiede un passaggio al gentiluomo che sta scappando da una finestra, dopo quello che appare come un altro convegno amoroso. Il Marchese di Eversley, futuro Duca di Lyne non intende affatto salire in una carrozza con una delle sorelle Talbot, troppo terrorizzato dalla possibilità che lei lo voglia incastrare, ma Sophie, con un abile sotterfugio riesce a sostituirsi al suo valletto. Quello che la giovane donna ignora però, è che il Marchese non è diretto a Londra ma nella tenuta del padre, il Duca di Lyne per vendicarsi del genitore che crede morente, assicurandolo che con lui finirà il loro casato, dato che non intende sposarsi e avere dei figli. Ma trovandosi in viaggio con una delle spudorate sorelle e ripensando alle parole del padre che non ha mai dimenticato…

Preferirei che non ti sposassi affatto piuttosto che vederti con una sgualdrinella interessata solo al tuo titolo e ai tuoi soldi.”

… capisce che annunciare il suo fidanzamento con lei sarà per suo padre uno smacco ancora più grande. Peccato non abbia fatto i conti con l’attrazione che incomincia a provare per questa ragazza, che non intende affatto sposare un gentiluomo e il cui unico desiderio è aprire una libreria nel paesino dove ha vissuto felice prima che suo padre la portasse nell’odioso ambiente del ton.

Sophie odia il mondo falso dei nobili. Al contrario delle sorelle, lei non ama dare scandalo e finire regolarmente sui giornali. Odia il Duca di Haven per come tratta la sorella e, trovarsi di fronte al suo tradimento così palese, la fa infuriare. Quando poi si trova in viaggio con King, il Marchese di Eversley si rende conto di come tutto il ton sia certo che nonostante la bellezza delle sorelle Talbot e la ricchezza delle loro doti, tutti rimangano convinti che la loro unica possibilità di sposarsi sia tessere intrighi ed ingannare i gentiluomini. Ben lungi dal desiderare un marito titolato, Sophie li trova tutti privi di spina dorsale, incapaci di lavorare e provvedere a sé stessi se non grazie ai loro patrimoni, lei desidera solo tornare ai tempi in cui viveva in un piccolo paesino ed era felice. Ma ormai sono passati molti anni e i suoi ricordi non corrispondono più alla realtà. King le propone una scommessa e, dopo averla persa, lei si vede costretta ad aiutarlo nel far credere al genitore che loro stanno per sposarsi. Durante il viaggio pian piano imparano a conoscersi, ma nonostante King la trovi sempre più intrigante, non intende cedere al desiderio che gli ispira, lui non si sposerà mai a causa di una tragedia di cui ritiene il padre colpevole. Ma una verità taciuta per troppo tempo gli farà capire che niente di ciò che ricorda è stato reale, e che quella ragazza così originale è forse la creatura più sincera e nobile che abbia mai incontrato.

Devo ammettere che ho detestato quasi sempre il personaggio di King, così superbo nei suoi giudizi, così convinto che tutte le donne non desiderino altro che sposarlo per il suo patrimonio e il suo titolo. Così come assolutamente odioso appare il Duca di Haven, un personaggio che non vedo l’ora di rincontrare, possibilmente in ginocchio e col capo cosparso di cenere.  Ma i personaggi più riusciti sono sicuramente le sorelle Talbot; la forte Sesily, innamorata di un artista proprietario di un teatro; Seleste, che ha un rapporto conflittuale con lo spiantatissimo Conte di Clare e Seline, che sta per sposarsi con Mark Landry un uomo ricchissimo che la tratta come una regina, e anche l’unico che non abbia mai creduto neppure un  secondo di essere stato preso al laccio con l’inganno. Senza dimenticare la triste Seraphina che avremo modo di conoscere meglio nel terzo capitolo di questa serie che la vedrà protagonista, e Sophie la protagonista di questo libro, la più diversa, la più intelligente ma anche quella che ha sofferto di più, ascoltando i sussurri neppure troppo flebili del crudele mondo del ton che, non potendo rifiutare di riceverle, non si fa scrupolo di farle sentire inadeguate.

Pur se durante il viaggio accadono molte cose la lunghezza del libro ne fa una lettura a tratti lenta e appesantita 400 pagine sono davvero molte per uno storico, ciò nonostante è sicuramente una lettura piacevole e i dialoghi fra i protagonisti la rendono anche divertente, nonostante non sia uno dei libri più riusciti di quest’autrice che mi piace molto. Inoltre molti dei personaggi incontrati, meritano di avere ulteriori occasioni per essere meglio compresi e spero di poterli rivedere nei prossimi capitoli di questa serie che si prospetta abbastanza interessante.

Recensione a cura di

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