Recensione: “Una gran voglia di vivere” di Fabio Volo
Svegliarsi una mattina e non sapere più se ami ancora la donna che hai vicino, la donna con cui hai costruito una famiglia, una vita. Non sai come sia potuto accadere. Non è stato un evento, una situazione, un tradimento ad allontanarvi. È successo senza esplosione, in silenzio, lentamente, con piccoli, impercettibili passi. Un giorno, guardando l’uno verso l’altra, vi siete trovati ai lati opposti della stanza. Ed è stato difficile perfino crederci. Quello di Marco e Anna sembrava un amore in grado di mantenere le promesse. Adesso Marco non riesce a ricordare qual è stata la prima sera in cui non hanno acceso la musica, in cui non hanno aperto il vino. La prima in cui per stanchezza non l’ha accarezzata. Quando la complicità si è trasformata in competizione. Forse l’amore, come le fiamme, ha bisogno di ossigeno e sotto una campana si spegne. Forse, semplicemente, è tutto molto complicato. Il libro di Fabio Volo è il racconto di una crisi di coppia e del viaggio, fisico e interiore, per affrontarla. Un romanzo sincero, diretto, che sa fotografare le pieghe e le piccole contraddizioni dei nostri rapporti.
Fenici eccomi a voi col nuovo libro di Fabio Volo.
Il libro è scritto bene, anche se avrei preferito più fluidità, qui ho avuto l’impressione di una scrittura a scatti.
Il tema della storia è molto interessante, attuale e sviscerato in profondità.
Tutte le coppie, capaci di ammetterlo o meno, affrontano difficoltà, incomprensioni e vicissitudini negative durante il loro percorso insieme.
La differenza, a mio parere, per la sopravvivenza della coppia, è come queste vengono affrontate.
La storia è raccontata dalla prospettiva di Marco che, in piena crisi di coppia, mette in discussione la sua vita.
Vi dirò, per buona parte del libro avrei preso a sberle Marco, ogni suo pensiero era rivolto a se stesso, cosa ho perso, cosa mi manca, non sono più felice con Anna, è tutta colpa sua, da quando è arrivato Matteo, il loro bambino, lei è cambiata, non la riconosco più.
È un uomo come ne ho conosciuti tanti, solo incentrati su loro stessi, mai aperti e desiderosi di scoprire la propria compagna.
Attenzione non dico che ogni crisi sia colpa dell’uomo, ma leggendo il libro ho ripensato a discorsi fatti da amici separati.
Una sera Anna parla con Marco dei sentimenti contrastanti che prova rispetto alla loro relazione e così dà voce anche alle sue emozioni.
La crisi è ufficialmente aperta.
Matteo inizierà la scuola a settembre, così decidono di organizzare il loro ultimo viaggio come famiglia, destinazione Nuova Zelanda e Australia.
Durante il viaggio incontreranno tante persone, alcune di loro gli racconteranno le loro vite e i loro problemi, questo farà riflettere Marco sulla sua vita.
La coppia trascorre numerose serate all’interno dei campeggi a parlare con i loro nuovi amici, e sarà in queste occasioni che Marco verrà a scoprire i pensieri più intimi della moglie, cose che nemmeno sospettava, e la mostrano ai suoi occhi quasi come un’altra versione di lei.
Cosa succederà dopo il viaggio?
Resteranno una coppia o si separeranno?
Il viaggio dentro se stesso riuscirà a far prendere coscienza a Marco che nella vita si cambia ogni giorno un po’ e non possiamo in questo cammino non modificare i nostri sogni e obiettivi?
Durante una tappa del viaggio conoscono Paul e la sua famiglia.
I bambini sono quasi coetanei e giocano insieme.
Durante il gioco Matteo viene spinto, Paul allora richiama suo figlio affinché si scusi e il bambino lo fa subito.
Marco rimane molto colpito e pensa al suo rapporto col figlio, loro giocano e passano del tempo insieme, però lui cerca di assecondare sempre Matteo che però non gli ubbidisce, se lo rimprovera.
Quando i due padri si confrontano su come Paul riesca a farsi ubbidire, l’uomo risponde così: “Faccio quello che devo fare. Prima sono il padre, e poi, se c’è spazio, un amico.”
Il tema affrontato è molto attuale e spero faccia riflettere tante persone.
Tirando le somme, il libro mi è piaciuto, consiglio vivamente la lettura e anche di fermarsi per un’analisi autocritica facendo tesoro di quello che abbiamo imparato.