Recensione “Una magia a Parigi” di Danielle Steel
Inizia tutto in una sera d’estate, con quel tipo di magia che si trova solo a Parigi. Sei amici, molto affiatati, s’incontrano a una cena, elegante quanto esclusiva. Un evento che si svolge una volta all’anno nella Ville Lumière, all’ombra dei luoghi simbolo della città – a Notre-Dame, vicino all’Arco di Trionfo, ai piedi della Tour Eiffel, Place de la Concorde, tra le piramidi del Louvre, a Place Vendôme -, e dove tutto è rigorosamente in bianco. Dal vestito degli ospiti alle tovaglie, dai fiori alla porcellana. Un’atmosfera speciale che, al termine della serata, quando il sole è ormai tramontato e la luce di migliaia di candele illumina ogni cosa, si accende con il lancio verso il cielo di centinaia di lanterne volanti. Ognuna custodisce silenziosa al suo interno un desiderio. E, con lo sguardo rivolto verso l’alto, i sei amici le osservano allontanarsi all’orizzonte. Ancora non sanno che quella sera sarà soltanto la vigilia di grandi cambiamenti nella loro vita. Un anno intenso, tra successi e rotture, li aspetta, fino alla prossima Cena in Bianco…Leggere questa autrice, non è mai un azzardo: conosci lo stile, la precisione nelle descrizioni, la meticolosità con cui caratterizza i personaggi. E anche se a volte ripete alcuni argomenti già approfonditi nei capitoli successivi, sai sempre che ti guiderà lungo la storia, presentandoti le varie situazioni con una certa personalità.
Ad esempio, in questo libro, che parla della nota ed esclusiva Cena in bianco, ho appreso molte cose che solo chi vi ha partecipato può conoscere.
È stato come essere lì, farsi condurre attraverso l’organizzazione di questo splendido evento, per sentire come viva la magia che permea tutta la narrazione.
Il libro comincia in questo modo:
La Cena in Bianco è una poesia d’amore dedicata all’amicizia, alla gioia, all’eleganza e agli incantevoli monumenti parigini. Ogni anno questa cena si trasforma in una notte indimenticabile. Altre città nel mondo hanno tentato di imitarla, ma con scarso successo. Parigi è unica, e l’evento è così sentito, e organizzato con tanta perfezione, che è difficile immaginarlo in un posto diverso dalla capitale francese.
La tradizione ebbe inizio una trentina d’anni fa, quando un ufficiale della Marina e la moglie decisero di festeggiare il loro anniversario con gli amici in maniera insolita, davanti a uno dei loro monumenti parigini preferiti. Allora organizzarono un incontro per una ventina di ospiti, tutti rigorosamente vestiti di bianco. I festeggiati arrivarono con sedie e tavoli pieghevoli, tovaglie, argenteria, cristallerie, piatti di porcellana, forse anche dei fiori, e dei cibi raffinati. Allestirono tutto all’aperto e diedero vita a una festa senza pari. La magia cominciò quella notte.
Ci si sente come presi per mano e portati in una magica notte dove tutto il mondo risplende e i sogni diventano realtà.
Accade così per i protagonisti della storia? Non direi.
Il primo personaggio è Jean-Philippe che insieme a sua moglie Valerie, partecipa da dieci anni a questo evento. Sono la coppia perfetta: belli, talentuosi, con lavori importanti e tre figli adorabili. Sembra che nulla possa scalfirli, a eccezione di una proposta inaspettata di lavoro che intriga Jean-Philippe e lo spinge a trasferirsi a Pechino. Ma cosa ne dirà la grintosa moglie, divisa tra ruolo di mamma e co-redattore di Vogue Parigi, che vede sfumare in questo modo la tanto agognata carriera che si è costruita con duro lavoro? Tutte le normali preoccupazioni di un trasferimento in un paese straniero con costumi diversi, minacciano la sua tranquillità, facendone risentire la splendida vita di coppia e portandoli a mettersi in discussione.
Benedetta, invece, vi colpirà per la sua tranquillità e apparente mancanza di carattere. È una donna in gamba, una stilista apprezzata, che condivide la passione con il suo carismatico marito Gregorio, a Milano, dove hanno una comunione sia di beni che di aziende familiari. Ma l’uomo è anche un noto play-boy che l’ha messa in imbarazzo diverse volte, frequentando modelle giovanissime, con intense anche se brevi storie d’amore. Benedetta ha sempre fatto finta di non sapere, fino a questa magica sera, dove una telefonata sconvolge la loro cena: Gregorio è chiamato in ospedale dove Anya, giovanissima modella russa con cui aveva una storia, al sesto mese di gravidanza di due gemelli, è in condizioni critiche e minaccia una nascita prematura. L’uomo l’abbandona al tavolo, in compagnia degli amici, senza farsi alcuno scrupolo per la sorte della moglie, in balia di chiacchiere e disperazione. Tenendo conto che questa storia l’ha sconvolta più del dovuto perché, anche se Gregorio professa di amare lei profondamente e che nessun’altra donna è importante per lui, non può avere figli. E sapere che una giovane donna gliene sta appena regalando due, la manda totalmente in depressione.
Consolata dalla presenza degli amici, che conoscono e disapprovano il comportamento del marito, viene riempita di attenzioni da Dharam, uomo d’affari indiano, che viene folgorato dalla sua dolcezza e compostezza. La farà sorridere, le racconterà del suo paese, le illustrerà le bellezze del mondo, restando un fedele cavaliere e rendendo la serata meno apatica.
Oh, di Gregorio ne penserete peste e corna, vi farà irritare, ma vi commuoverà.
Chissà che idea ve ne farete, mentre andrete avanti nella lettura!
Infine, anche se è la protagonista indiscussa, Chantal, donna cinquantenne, che vive ormai praticamente da sola, visto che i figli, tutti grandi e affermati, sono all’estero.
In verità Dharam era stato invitato da Jean-Philippe proprio per far da cavaliere a Chantal, ma il destino ha deciso diversamente.
La donna non si fa illusioni. Si è abituata alla sua vita solitaria, divisa tra il suo lavoro di sceneggiatrice e i periodi in cui vola su tre continenti per andare a far visita ai figli, che ama profondamente, avendoli cresciuti da sola, visto che il marito è morto quando erano ancora piccoli.
È speciale Chantal, con una filosofia di vita che vi conquisterà, che vi farà capire che la più grande ricchezza di un genitore è lasciare ai figli la giusta libertà per poter decidere della propria vita, anche se sei comunque sempre presente per loro.
Devo dire che leggendo il libro, mi sono resa conto che ‘essere figlio’ non ti fa comprendere quanto un genitore singolo possa sentirsi solo. Si è egoisti negli affetti, si tende a concentrarsi sui propri bisogni e dimenticare quello degli altri, fino al momento in cui la vita ti dà un’altra prospettiva, che ti fa fare i conti con i tuoi sentimenti e capire quelli degli altri.
In certe scene, l’egoismo di questi ragazzi mi ha fatto proprio arrabbiare e vedere la pacatezza di Chantal, che rinuncia all’amore di un uomo che ha incontrato e la fa sentire viva, mi ha fatto chiedere se non sia questa la vera forza d’animo di una persona.
Come finisce? Be’, di solito i desideri espressi in una magica notte dovrebbero avverarsi.
In questo caso bisogna capire quali sono stati i desideri espressi e quale lunga e tortuosa strada hanno dovuto fare per avverarsi o decadere.
Fatto sta che è sempre bello leggere un libro simile, perché ti porta in posti sconosciuti come Berlino o Los Angeles, Pechino o Hong Kong, la Corsica e la bellissima India, con i suoi colori, costumi e odori che ti sembra di sentire anche attraverso il libro.
Un romanzo consigliatissimo a chi ama le belle storie, a chi vuole indagare nei sentimenti umani e a chi vuol viaggiare, stando comodamente seduto sul divano.
La Steel non vi deluderà.
Buona lettura!
Recensione a cura di