Recensione: “Una pesante verità” di Nora Roberts
Cosa c’è dietro quelle porte chiuse? In superficie i Bigelow sembrano essere la famiglia ideale. In una casa elegante e perfettamente conservata, ai piedi dei Blue Ridge Mountains in Carolina del Nord, il giovane Zane Bigelow si sente come un prigioniero di guerra. I genitori sono, di fatto, degli estranei: il chirurgo di successo e la sua elegante moglie fanno sporadiche apparizioni alle recite dei loro figli o alle partite di baseball ma, al riparo da occhi estranei, chiusi tra le mura domestiche, Zane e sua sorella Britt, vivono nel terrore e nel dolore. Mentre la violenza di suo padre scoppia – con la silenziosa complicità di sua madre – e diventa sempre più opprimente, Zane conta gli anni, i mesi e i giorni che mancano alla sua fuga. Assediato dalla paura per la sua stessa vita, cerca di simulare una quieta serenità mentre di nascosto scrive i suoi veri pensieri su un diario segreto. Quando finalmente la facciata crolla, il ragazzo inizia a capire che alcune persone sono disposte ad affrontare il peso della verità, anche se dolorosa e opprimente. Anni dopo, Zane, promettente avvocato, torna a Lakeview, dove conosce una giovane donna, Darby McCray, che dietro alla sua grinta e al suo ottimismo nasconde un trascorso di ferite profonde quanto quelle dei fratelli Bigelow e dalle quali ha trovato la forza di emergere. Ma il passato, a volte, torna a bussare alla porta…
Cosa si cela dietro le porte della vita perfetta dei signori Bigelow?
Il capofamiglia Graham Bigelow – chirurgo stimato da tutti –, la moglie Eliza – una perfetta casalinga del sud –, il figlio maggiore Zane – con voti perfetti e con un futuro in medicina come il padre –, Britt – ancora piccola ma pronta a essere indirizzata per diventare la copia della madre. Insomma, una famiglia d’élite come tante, o forse no.
Quando le porte si chiudono al calar del sole, l’affermato chirurgo si trasforma in un uomo violento che non risparmia la propria furia a nessuno, dalla moglie Eliza al figlio Zane che conta i giorni alla partenza, alla via di fuga data dai futuri diciotto anni e dalla possibilità di studiare fuori e giocare a baseball (e non studiare medicina), una vita in punta di piedi, fino alla svolta. Zane scrive tutto, per non dimenticare e questa sarà la sua salvezza.
Anni dopo il passato però torna alla loro porta e presenterà il conto a Zane e a tutti coloro che ama e che ha amato. Sarà abbastanza forte da chiudere una volta per tutte questo libro nero fatto di paura e violenza?
Non credo di aver mai odiato un antagonista come ho fatto con Graham: un mostro come pochi, anzi con la capacità di nascondersi agli occhi di tutti, bello al di sopra della media, narcisista, privo di sentimenti, con sindrome di onnipotenza, che si equipara a Dio. Devo congratularmi con la scrittrice perché, per buona parte del libro, ho imprecato talmente tanto nei confronti di quell’ameba umana che molto probabilmente dovrò lavarmi la bocca con il sapone per i prossimi dieci anni. Mi ha fatto una rabbia e sua moglie non è stata da meno, mi ha disgustata, non trovo parole per esprimere la nausea che mi ha dato, nel leggere lo spessore morale che ha, equivalente alla profondità di un cucchiaino da caffè, e sapere che purtroppo esistono rifiuti umani di questo genere ha alimentato la rabbia, il rifiuto e l’indignazione in me, nel leggere le ignobili azioni compiute ai danni di Zane prima e Britt poi. Zane ne è il protagonista indiscusso e la storia parlerà di lui, della sua crescita e maturità, Britt nella seconda parte avrà un ruolo più marginale ma vedere cosa sono diventati mi ha tranquillizzata. Zane dovrà ancora lavorare sodo per lasciarsi alle spalle ciò che ha vissuto e per fortuna non sarà da solo ad affrontare le sfide che gli si pareranno davanti. Per essere un rosa, la storia d’amore è quanto mai marginale, prevalgono i toni più cupi della scrittrice che gioca sugli equilibri tra rosa e giallo. Anche se la compagna di Zane sarà molto presente, non vuol dire che saranno rose e fiori: al contrario ci saranno molti ostacoli da superare. Per fortuna sono comunque circondati da persone speciali fra cui Emily e Lee (scoprirete leggendo chi sono), e altri ancora che veramente fanno sperare nel genere umano.
L’autrice è una maestra dei dettagli, segue uno schema preciso, alle volte mi fa impazzire perché non ha una definizione adeguata dei suoi libri (inizia come un giallo e finisce come un rosa e viceversa), per questo ho un rapporto conflittuale con i suoi romanzi, che mi creano comunque dipendenza. Mi piace che ci sia azione, la storia dettagliata dei protagonisti ma avrei voluto saperne di più su Darby, dopotutto ha un ruolo importante insieme a Zane. Nel complesso ho iniziato e gustato il romanzo fino alla fine, prendendomi il mio tempo e analizzando tutte le mie emozioni via via che proseguivo la lettura; tra momenti di quiete assoluta e colpi di scena relativamente inaspettati, lo consiglio, per chi ama lo stile dettagliato della Roberts che non bada alle scene hot a favore di una solida trama e che negli ultimi anni ha dato un peso sempre maggiore ai risvolti psicologici della mente umana.
Per chi ha sete di giustizia, di amore e di riscatto questo è il libro giusto.