Recensione: Una Principessa sotto copertura di Nana Malone

Che Dio aiuti chiunque provi a far del male alla donna che amo… anche se quella donna non è realmente mia.

Non ho mai voluto avere la corona, eppure adesso sono costretto a indossarla. Invece della mia libertà, e invece della donna che amo al mio fianco, sono costretto su questo trono tutto da solo. Ma anche se non è mia da tenere e amare, non riesco a starle lontano. Deve essere una sorta di strana punizione divina, questa, che m’impedisce di smettere di volerla. Di smettere di pensare a lei, di pensare a prendere quello che voglio davvero.

Nel momento in cui sono diventato Re, la nostra relazione è finita. Il problema è che questa notizia il mio cuore non l’ha registrata: per lui era già troppo tardi. Sotto copertura, in silenzio e nell’ombra, posso ancora fingere che le cose non siano cambiate. Posso ancora fingere che lei mi appartenga. Ma quando lei si addormenta, tutto ciò a cui riesco a pensare è ciò che sono disposto a fare a coloro che la minacciano.

Questa vita è stata scelta per me; io non ho avuto potere decisionale, al riguardo.

Ma quanto buono e bravo potrà mai essere, un Re, senza una Regina al suo fianco?

(Questo è il secondo libro nella dilogia Reali Sotto Copertura.)

Carissime fenici vi dico già che questa recensione è piena di spoiler per chi non ha letto ancora il primo volume, io vi ho avvisato. Tornando a noi ritroviamo Sebastian ma nelle vesti del Re Reggente; dopo la morte di suo padre è dovuto tornare sull’Isola di Winstorn a occupare il suo posto. Non ha avuto scelta ma è arrabbiato con Penelope perché gli ha mentito per tutto questo tempo fingendo di essere quella che non è.  Nonostante tutto il suo cuore e  il suo corpo non riescono a tenerla lontana e  a dimenticarla quindi, per fargliela pagare,  la nomina Guardia Reale Personale; così avrà modo di indispettirla, ma in realtà è per tenerla sempre con se e proteggerla da chiunque tenti di farle del male  o di rubargliela. Questa volta Sebastian e Penelope dovranno affrontare e risolvere gli intrighi di corte e scoprire chi c’è dietro al complotto contro la sua famiglia reale.

“Devo… devo liberare le mie cose?” Sebastian aggrottò la fronte. “Cosa? Perché mai? Oh. No. Non ti sto licenziando. Al contrario, ho intenzione di metterti tra la mia Guardia Personale. In quel modo imparerò a desensibilizzarmi, a essere normale quando sei in giro. Voglio che il modo in cui mi sento in questo momento sparisca. Voglio scacciarlo via. L’unico modo che ho per farlo è assicurarmi di vederti ogni giorno fino a quando l’abitudine non sarà così tanta che non ci farò più caso”. Non riuscivo bene a capire perché ma, in qualche modo … questa alternativa era anche peggiore. [….] Sebastian fece un altro passo verso di me, che mi portò a farne un altro indietro. Oh, Dio, eccola di nuovo lì, la solita attrazione tra di noi. Quella spinta chimica, fisica, di bisogno e disperazione.

Ora veniamo a noi: devo confessarvi che questo secondo volume l’ho apprezzato di più perché questa storia d’amore oltre a essere tinta di rosa ha anche qualche sfumatura di giallo. Ci sono punti un po’ ripetitivi, specialmente quando i personaggi riflettono sulla situazione che stanno vivendo. Comunque è un romanzo che fa bene al cuore quando si ha voglia di leggere qualcosa di romantico, speziato e leggero. Come il primo si legge velocemente, la narrazione non stanca e quindi ti ritrovi a divorare le pagine. Come nel primo libro la narrazione è scritta dal punto di vista di Sebastian e Penelope e ritroverete alcuni refusi. Oltre la storia d’amore troverete come tema la voglia di libertà dei personaggi che sono obbligati a seguire le orme dei genitori anziché inseguire i propri sogni e aspirazioni perché non vogliono deluderli, ma alcune volte i compromessi salvano gli equilibri familiari. Buona lettura!

Improvvisamente sentii uno scoppio, e poi i vetri della finestra andarono in mille pezzi. Da essi passò qualcosa. Dio. Erano proiettili, quelli? Non persi tempo. Mi gettai su Sebastian e lo portai dietro il divano insieme a me, coprendolo con il mio corpo. Questa volta non mi diede contro. Invece, spinse qualcosa di freddo e metallico contro il mio stomaco: la sua pistola.