Recensione: “Una sensuale vendetta” di Julie Garwood
Un bacio le rivelò il sapore dolce e proibito del desiderio. E fra le sue braccia scoprì cosa significa essere donna…
Volevano ucciderlo. Lo splendido barone Duncan di Wexton era legato a un palo nella corte del castello, seminudo nella rigida notte invernale, e fissava orgoglioso i soldati che lo sbeffeggiavano prima di lasciare al gelo il compito di finirlo.
Nascosta nell’ombra, Madelyne attendeva che gli aguzzini al soldo del fratello se ne andassero per liberare il prigioniero.
Sapeva che avrebbe pagato caro quell’atto di clemenza, il fratello non l’avrebbe mai perdonata per aver aiutato il suo acerrimo nemico.
Se fosse intervenuta, se l’avesse salvato, a Madelyne non sarebbe restata altra scelta se non la fuga dal castello di famiglia. Eppure era pronta.
Non era invece affatto pronta alla svolta che Duncan avrebbe dato agli eventi: una volta libero, l’ingrato barone l’aveva presa prigioniera e l’aveva trascinata via con sè, per tenerla a lungo in ostaggio nella sua inespugnabile fortezza!
Madelyne era furibonda, oltraggiata, indignata… e già del tutto innamorata.
Inizia così la storia di un amore intenso e combattuto, una romantica vicenda di dame e cavalieri, in cui onore e passione di intrecciano ardenti sullo sfondo degli infidi e spietati giochi di potere per il trono d’Inghilterra.
Sensuale vendetta è un altro bel titolo di Julie Garwood. È la lotta senza esclusione di colpi fra due personalità completamente differenti: Duncan, per cui l’onore è tutto, e Louddon, che invece preferisce l’intrigo, la sopraffazione e il tradimento.
Il potente barone Duncan Wexton vuole vendicare l’odioso oltraggio che il barone Louddon, assieme al degno compare, ha perpetuato ai danni di sua sorella, e per farlo ha finto di cadere prigioniero del nemico. Mentre sembra inerme e legato, in procinto di morire, viene salvato da un imprevisto soccorritore che altri non è che Madelyne, sorellastra di Louddon, che Duncan era venuto a rapire per vendetta, credendo che Louddon tenesse a lei, e così usarla come ostaggio.
Le cose per Madelyne, invece, sono ben diverse: teme il fratello, che si comporta con lei in modo crudele e ambiguo, e si sta preparando alla fuga, quando, incapace di lasciar morire quello che ritiene una vittima, si ferma a soccorrerlo. È grande la sua sorpresa quando improvvisamente si trova prigioniera di Duncan che, lungi dall’esserle riconoscente, la porta via con sé, dopo essersi vendicato sui soldati. A nulla valgono le parole di Madelyne, che gli assicura che il fratello non prova altro che disprezzo per lei e che, totalmente privo di onore, non si batterà mai lealmente contro di lui.
Più tempo Duncan passa con la ragazza, più si rende conto di quanto lei sia diversa dal fratello, di quanta poca stima abbia di se stessa, ma nonostante questo si dimostri coraggiosa.
Louddon, però, non intende rinunciare a Madelyne, per la quale prova una passione ben poco fraterna: è la figlia della donna che suo padre ha sposato in seconde nozze e lui ha sempre provato una folle passione per la matrigna, la quale, morendo, gli è sfuggita.
Fra battaglie e agguati, con rivelazioni sul fratello sempre più orribili, Madelyne giunge infine al castello di Duncan ferita e poi in preda alla febbre. Durante il lungo delirio, Madelyne rivela a Duncan più di un segreto e il giovane si rende conto di quanto la ragazza abbia sofferto e di come tenga nascosta la sua vera personalità. È bellissimo il modo in cui l’autrice fa evolvere il rapporto fra i protagonisti, con un Duncan sempre più ammaliato da questa ragazza e Madelyne che, da parte sua, per la prima volta da molto tempo può smettere di essere cauta e rivela una forte tendenza a cacciarsi nel pericolo senza neppure accorgersene.
era come una giovane puledra che imparava a camminare sulle proprie zampe. Era una gioia rimanere a guardarla, e un incubo proteggerla…
Pur se la coppia nei libri della Garwood rimane sempre al centro della storia, attorno a essa l’autrice crea una trama corposa con tanti accadimenti, un matrimonio che poi non si rileverà tale, tradimenti e menzogne, un antagonista davvero odioso, con molti segreti che verranno rivelati solo alla fine, e molti bei personaggi secondari che lo rendono ancora più interessante. In questo caso, i fratelli di Duncan si rivelano notevoli, come del resto il fidanzato di Adele, che si comporta in un modo davvero inusuale per quel tempo, e poi Louddon che, lungi dall’arrendersi, tenterà di rimettere le mani sulla sorella più di una volta.
Ci sono momenti molto teneri e scene passionali dolci e delicate, come molti altri protagonisti dell’autrice anche Duncan più che dirlo dimostra a Madelyne quanto per lui lei sia importante e quanto la ami .
Non aveva sposato Madelyne solo per proteggerla, ma anche per dimostrarle quanto lei fosse preziosa.
Ho sempre amato questo tipo di dichiarazione, i protagonisti della Garwood spesso non si fermano al “Ti amo” ma fanno qualcosa che solo per la donna in questione è una dichiarazione d’amore. Per Royce di Matrimonio normanno è scolpire una piccola regina degli scacchi, per Duncan è andarla a riprendere con uno spiegamento di forze immenso e… inutile.
Per quanto mi riguarda, come sempre, la Garwood prende una trama già sfruttata e comune e riesce a farne qualcosa di unico e di davvero bello, uno di quei romance che si leggono e si rileggono sempre molto volentieri. Un romance delicato e ben fatto per tutte le inguaribili romantiche.
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