Recensione: “Una stagione ardente” di Kathleen E. Woodiwiss
Inghilterra, primi dell’Ottocento. Di famiglia nobile caduta in disgrazia, Raelynn Barrett decide d’imbarcarsi per l’America, la terra delle opportunità. Sogna un futuro migliore, ma andrebbe incontro a un triste destino se non intervenisse Jeff Birmingham, aitante e ricco uomo d’affari di Charleston. Innamorata del suo salvatore e ricambiata con passione, Raelynn è felice, ma un nemico trama nell’ombra per separarli…
Premetto subito che recensire la Woodiwiss è difficile. Non perché ci siano dubbi sulla innegabile bravura di questo mostro sacro del romance storico, ma perché ti coglie un senso di inadeguatezza. Chi sei tu, comune mortale, per ardire a tale ruolo? Tuttavia, nell’istante in cui compri un libro diventi “cliente” e quindi la tua voce, sia pur piccola e manchevole, assume comunque un certo valore.
Partiamo subito con i punti di forza di questo romanzo. L’autrice ha una scrittura fluida, ipnotica, una cura dei particolari e delle ambientazioni che ti fa provare la sensazione di esserci davvero nei posti descritti. È palese che dietro ci sia un certosino lavoro di ricerca e un amore verso la propria professione. L’uso della lingua è perfetto e la traduzione rende giustizia alla versione originale. Le scene d’amore sono tra le più “hot” presenti nei suoi scritti, intendendo con questo termine non resoconti espliciti, ma neanche sfumati amplessi senza nessuna descrizione. Mi è piaciuto molto il taglio, mi si passi il termine, più “moderno” di alcune interazioni, che creano un clima di maggiore complicità tra i due amanti.
«Non dovresti baciarmi così in mancanza di intimità e di un letto nei paraggi. Ormai dovresti sapere che effetto mi fanno i tuoi baci.»
Le gettò un’occhiata maliziosa. «Conosco una graziosa locanda dove potremmo fermarci una o due orette.»
«Mi stai solo prendendo in giro» scherzò lei. Jeff scrollò le spalle ampie. «Anche se così fosse, è un’idea talmente intrigante che dovremmo prenderla entrambi in considerazione. Non crede, madame?» Raelynn alzò gli occhi al cielo, pensando alle strane voci che un simile interludio avrebbe attirato. «Pensa alle occhiate che ci lancerebbero se lasciassimo la locanda un’ora dopo essere arrivati. Circolerebbero chiacchiere in tutta la città.»
«Sì, ma pensa a quanto, almeno per un paio di giorni, alimenterebbero i pettegolezzi, mia cara. Ci sarebbero tutti molto grati.»
«Senza dubbio, ma preferisco essere un po’ più discreta.» A Jeff sfuggì un esagerato sospiro di disappunto. «Come vuole, madame.» Raelynn gli posò il mento sulla spalla per ammirare il suo profilo aristocratico. «Ti darebbe molto fastidio se ti toccassi in questo momento?»
Lui aggrottò le sopracciglia per lo stupore mentre scrutava il viso sottile. «In che modo?» Raelynn gli fissò il ventre per indicare l’area che più le interessava esplorare. «In un modo da moglie.» Jeff ansimò per l’improvvisa agitazione che la richiesta aveva suscitato. Dopo aver sopportato un lungo celibato, aveva cominciato a temere che sua moglie quasi non apprezzasse i piaceri del letto nuziale come aveva sperato inizialmente. Le attività di quel mattino, invece, lo avevano molto rincuorato. E quella richiesta, adesso, accresceva ancora di più le sue aspettative. Si tolse il cappello e lo tenne per proteggersi il grembo mentre le prendeva la mano e la posava sul rigonfiamento. «Questo basta a testimoniare il mio desiderio?» Tubando piano per l’ammirazione, lo osservò attraverso il tessuto aderente. «I tuoi pantaloni lasciano molto spazio all’immaginazione.» Sollevò un sopracciglio e la guardò di sottecchi. «Puoi slacciarli quando vuoi, mio tesoro. Ti autorizzo a farlo.»
Spendo anche due parole per il lavoro di editing. In mezzo alle sempre maggiori polemiche relative alla scarsa attenzione di alcune case editrici nei confronti della revisione del romanzo, a mio parere importante quanto la stesura stessa, qui ci troviamo di fronte alla vecchia scuola. Mai, e sottolineo mai, ho trovato un refuso o una imperfezione in uno dei libri della Woodiwiss, eppure ho letto molte sue opere e potrei citarne parti quasi a memoria.
Passiamo ai punti di debolezza. “Una stagione ardente” fa parte di una trilogia dedicata alla famiglia Birmingham e vede come protagonista Jeff. Chi ha già letto “Il fiore e la fiamma”, tra l’altro già recensito in questo sito, sa di chi parlo: Jeff Birmingham, fratello minore del più “famoso” Brandon, la cui storia d’amore ha infiammato generazioni di cuori e continua a mietere vittime. La storia di Jeff si svolge nello stesso periodo e lo “ritroviamo” sposato con Raelynn, giovane nobile inglese arrivata nelle Americhe in seguito a una serie di disgrazie che hanno portato alla morte del di lei padre, dopo che un’accusa infamante di tradimento ne ha minato la salute. La madre della ragazza muore durante il viaggio e lei incontra il suo futuro marito una volta sbarcata.
Piccola premessa, prima di proseguire. Una cosa che adoro nei libri dell’autrice è che, pur all’interno di una fervida fantasia, i suoi scritti hanno tutti un’ossatura simile, la quale – lungi dall’essere un punto di debolezza – dona alla lettura quella pacata sensazione di ritrovare vecchi schemi che, se ti piace il genere, non deludono mai. La narrazione parte sempre con l’incontro tra i due protagonisti – incontro quasi sempre burrascoso o connotato da circostanze particolari – per poi proseguire con un’unione, spesso apparentemente non voluta da uno dei due, e si conclude con il lieto fine, non prima però di essere passati per numerose peripezie che tengono alto l’interesse, soprattutto in relazione alla descrizione del cattivo di turno.
Lui è sempre un forte, onesto, ricco maschio alfa; lei è sempre una fanciulla con poca o scarsa esperienza, ma che mostra di possedere un carattere forte e una fedeltà imperitura.
Tuttavia questo libro rappresenta un’eccezione alla regola, per tre motivi.
Primo, tutto ciò che riguarda la conoscenza tra Jeff e Raelynn… non c’è, o meglio, ci viene narrato a piccole dosi durante lo svolgimento della storia.
Raelynn non dubitava affatto che in quel momento avrebbe condiviso con lui non solo il letto, ma anche tutti i piaceri del matrimonio, non fosse stato per l’inopportuna intrusione di un mascalzone che, con la sua plebaglia, era penetrato con la forza nella tenuta la notte delle nozze, e per la barriera che lei stessa aveva eretto tra loro il giorno seguente, dopo aver sentito una ragazzina incinta che lo accusava di essere il padre del bimbo. Ignorare la situazione avrebbe certamente portato la felicità; ma c’era quella ragazza, Nell.
Questo è un vero peccato, perché i momenti di conoscenza reciproca tra i due amanti sono la parte che secondo me dà spessore a tutti i libri dell’autrice. Nello specifico caso, invece, all’inizio della narrazione troviamo i protagonisti già sposati e in procinto di superare i primi ostacoli all’unione.
«Ti sei alzata presto, mia cara.» Drizzandosi sorpresa, Raelynn gettò indietro lo sguardo verso la veranda per cercare da dove provenisse quella profonda voce maschile e vide suo marito che le andava incontro senza fretta. A quanto pareva, si era intrufolato attraverso le porte-finestre della camera mentre era ancora addormentata, senza dubbio per osservare l’andamento dei lavori dall’estremità opposta del portico, punto strategico per vedere l’edificio. Non indossava né camicia né scarpe, soltanto un paio di pantaloni color tortora che accentuavano l’elegante muscolatura dei fianchi e della vita. I corti capelli corvini erano bagnati e arruffati, dunque appena lavati, come confermava l’asciugamano di lino che pendeva dal collo abbronzato. Forse era soltanto un’altra delle sue fantasie sull’uomo che, subito dopo essersi scontrato per caso con lei su un marciapiede di Charleston, l’aveva strappata alle ruote di un tiro a quattro che le correva incontro. Fatto sta che lui le sembrò avere un aspetto particolarmente virile, a quell’ora del mattino. Senza dubbio il motivo era l’abbigliamento succinto, unito al fisico eccellente. Le spalle erano larghe, le braccia modellate da muscoli scattanti, il petto ampio e villoso. Sapeva bene che sotto quei pantaloni di sartoria i fianchi erano così sottili da fare invidia a una donna. Era un provetto cavallerizzo e si allenava regolarmente al pugilato con i suoi più cari amici per puro piacere. Il risultato erano quei muscoli tonici e ben levigati.
Non aggiungo altro per non svelare troppo la trama, ma debbo dire che questo escamotage della Woodiwiss non mi è piaciuto. Ho trovato questa soluzione poco avvincente, lo sforzo per dedurre ciò che era successo dalle poche e saltuarie informazioni sul passato sottrae, a mio parere, piacere alla lettura. Questo, come un effetto domino, toglie spessore ai personaggi, soprattutto ai cattivi verso i quali non riesci a provare quelle emozioni negative che tanto aiutano a mantenere l’attenzione del lettore.
Secondo, alcuni accadimenti sono davvero “troppo” simili alla trama di “Il fiore e la fiamma”, ripetizioni che tolgono fascino al tutto.
Terzo, Raelynn ha un atteggiamento che irrita oltre ogni ragionevole dubbio, a volte si dimostra davvero stupida e incapace di fronteggiare le situazioni, mentre Jeff salva la coppia ed è uno dei pochi personaggi, se non il solo, completi e riusciti.
Si portò una mano tremante alla bocca per soffocare un grido, mentre gli occhi percorrevano la figura minuta e curata, distesa in posa grottesca sul terriccio. Nonostante la gonna fosse coperta di macchie scure, il sangue sembrava essere fuoriuscito dal ventre. Una pozza profonda di sangue coagulato aveva intriso l’abito giallo al di sopra della vita. Da lì, lo sguardo di Raelynn risalì verso i capelli biondi e il viso giovane.
«Nell!»
Quello che le sfuggì dalla bocca fu poco più di un sussurro soffocato, ma a quel suono un’alta figura maschile uscì dalle ombre scure che avvolgevano l’angolo del box. Le strappò un ansimo di sorpresa e lei indietreggiò, certa che l’assassino della ragazza l’avrebbe aggredita. Poi la luce della lanterna illuminò il volto dell’uomo e non le rimase che fissare confusa il profilo scolpito e la camicia insanguinata.
«Jeffrey? Cosa stai facendo…»
Lo sguardo le scivolò verso il coltello che gli pendeva dalla mano, una lama scintillante con l’impugnatura a forma di testa di ariete.
«Raelynn…» la voce suonava strana, come se provenisse da una valle lontana.
Jeff avanzò verso di lei, tenendo la mano libera. Aveva il volto teso, la bocca contorta in un espressione arcigna, gli occhi incupiti da un’emozione che Raelynn non vi aveva mai visto. Lo fissò come fosse un estraneo. Eppure, meno di due ore prima avevano fatto l’amore, e da pochissimo aveva scoperto di amarlo…
La mia opinione finale è che questo libro sia frutto di una pubblicazione affrettata. È come se la Woodiwiss avesse pronti due libri a metà. Da una parte la storia di Jeff e Raelynn che sono poi diventati i protagonisti, e dall’altra quella di Elizabeth e Ives, amici della coppia che si innamorano e sposano durante la narrazione degli eventi, aspetto inconsueto per la scrittrice che di solito focalizza l’attenzione su un’unica coppia. Forse questi ultimi erano un’idea in nuce per un altro libro, o forse la Woodiwiss voleva solo provare qualcosa di nuovo.
Consiglio di leggerlo alle fan della famiglia Birmingham, a chi vuole ritrovare l’ambientazione e i protagonisti degli altri racconti della serie.
Recensione a cura di:
Editing a cura di: