Recensione: “Un’amica quasi perfetta” di Barbara Copperthwaite
Buongiorno oggi la nostra Elena ha recensito per noi il libro Un’amica quasi perfetta di Barbara Copperthwaite
Alex è una sarta di 44 anni, la vita le ha giocato brutti scherzi e fa parte di un gruppo di sostegno.
Affetta da anoressia, in via di guarigione, è stata lasciata dal marito ed i suoi figli non vogliono più saperne di lei, considerandola la causa della rottura della famiglia.
Durante questi incontri conosce la giovane Carrie, una dolcissima ragazza di 24 anni che si ritrova nuovamente a lottare contro un tumore al seno, ma questa volta purtroppo i medici non le danno speranza.
Nonostante la differenza di età le due donne legano subito diventando migliori amiche.
Alex, con un innato senso materno, decide di dedicarsi completamente all’amica, di starle vicina fino alla fine dei suoi giorni e volendo addirittura aiutarla a realizzare i suoi sogni nel cassetto.
Ma questo non è l’unico motivo che la lega a Carrie. Lei è la causa, seppur involontaria, della sofferenza e della solitudine della ragazza ed i sensi di colpa le fanno addirittura perdere il sonno…
Questo thriller psicologico è molto ben strutturato, vengono fuori moltissimi segreti riguardanti entrambe le protagoniste, false vite che giorno dopo giorno, nonostante le bugie che si sono raccontate, piano piano vengono alla luce.
Quando Alex si troverà davanti a messaggi minatori, che pensa siano rivolte all’amica, le sue poche sicurezze inizieranno a vacillare.
Un romanzo dall’inizio abbastanza lento, ma che pagina dopo pagina ti entra in testa e che ti rimane nei pensieri anche quando non lo hai tra le mani, dove niente è come sembra, un confine molto sottile tra la realtà e la fantasia, tra passato e presente delle protagoniste, che la penna di Barbara Copperthwaite ha saputo mixare alla perfezione.