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Recensione: “Vero come l’amore” di Caroline Mickelson

Autore: Caroline Mickelson
Genere: Romanzo rosa
Editore: Bon Accord Press
Prima pubblicazione: aprile 2020

Londra, 1940. Mentre la città è sotto l’assedio dei bombardamenti tedeschi, Emma Bradley riempie in fretta e furia una valigia e sale su un treno insieme al suo neonato e a due bambini sfollati che ha accettato di accompagnare in cambio di un lavoro e di un alloggio nel Sud dell’Inghilterra. Sebbene sia solo una fra le migliaia di persone in fuga da Londra, Emma non sta scappando soltanto dagli orrori della guerra. La sua più grande paura è che il padre del suo bambino, un uomo malvagio, la rintracci ed esiga vendetta per ciò che lei gli ha sottratto.

Andrej Van der Hoosen, pianista olandese di fama mondiale, è un uomo che ama la quiete e il silenzio. Ha approfittato della sua condizione privilegiata per tenersi il più possibile alla larga dai bambini, fonte di ricordi dolorosi legati al suo passato. Perciò, quando incontra la donna e i bambini con cui dovrà convivere per tutta la durata della guerra, le sue speranze di una vita tranquilla sembrano crollare. Il casolare in cui vivono è piccolo e i bambini fin troppo pieni di vita. Ma c’è qualcos’altro ad attirare la sua attenzione: Emma sta chiaramente nascondendo un segreto.

Malgrado la reciproca diffidenza iniziale, Emma e Andrej si ritrovano ben presto uniti in mondo spezzato dalla guerra.

I tuoi viaggi sembrano dei sogni” gli disse sussurrando. “Dimmi, se potessi essere in una qualunque parte del mondo stanotte, dove vorresti essere?” “In nessun posto che non sia qui, Emma.” Le prese la mano e le baciò il polso. “In nessun posto che non sia accanto a te.” (Tratto dal libro)

Ciao a tutti, amanti della lettura!

È con immenso piacere che vi presento la delicata storia di un amore che sboccia nella sua meravigliosa purezza come un tenero fiorellino di campo. Poiché l’ambientazione si colloca nell’Inghilterra della seconda guerra mondiale, Vero come l’amore rientra di diritto nella categoria dei romanzi rosa storici. Tuttavia non si dedica alcuno spazio a dettagli storiografici, l’evento storico in sé resta dunque semplice scenario delle vicende dei personaggi.

La storia presentata dalla nostra autrice non si limita però a un rapporto a due, ma presenta l’amore in tutte le sue sfaccettature, costruendo così un romanzo corale. Ed ecco che il rapporto tra Emma e Andrej s’intervalla con rapporti di amicizia e fratellanza, che mostrano quale arma potente l’amore possa diventare.

Le strade di Emma e Andrej s’incrociano per caso sulla via per la stazione, dove entrambi prenderanno un treno diretto a Brighton, e ancora non sanno che quell’incontro cambierà le loro vite. A dire il vero cambierà soprattutto la vita di Andrej, un uomo che potrebbe apparire come un angelo vendicatore se non fosse per la sua imponente stazza e i suoi abiti scuri che inquietano la povera Emma, nonostante lui l’abbia salvata dalla sicura aggressione da parte di un gruppo di soldati molto ubriachi e animati da intenzioni tutt’altro che nobili.

Chi dovesse aspettarsi una scena strappalacrime in cui la donzella, salvata dai bruti, si lancia braccia al collo del suo salvatore, incapperà in un’amara delusione. Non solo! Emma fa quasi fatica anche semplicemente a ringraziarlo. Certo, siamo in tempo di guerra ed è ovvio che ci siano dei “problemi di fiducia” ma Emma ha in verità ben altro motivo per temere persino la sua stessa ombra. La donna, infatti, non reca con sé solo una valigia e un tenero fagottino di nome Patrick, ma anche un terribile segreto legato al padre del bambino, un essere spregevole di nome Malcolm.

Andrej da parte sua sembra aver dimenticato il proprio gesto cavalleresco nel momento in cui l’ha compiuto ed è evidente la sua scarsa capacità relazionale verso le donne, difetto di cui lui stesso è cosciente:

Non che lui fosse un esperto di donne ragionevoli. O di donne in generale. Prima della guerra, faceva la vita di un pianista di fama internazionale. Da Parigi a Madrid, da Toronto a Buenos Aires, ovunque si esibisse era sempre circondato da belle donne. Ma passare del tempo con una donna e capirla sono due cose ben diverse. (Tratto dal libro)

Non avete idea di quante volte ho pensato: “Certo che sei proprio strano tu!”

D’altro canto un talento capace di calcare il palcoscenico non sempre ha la medesima sicurezza nella vita, e Andrej è un insicuro cronico. Aggiungiamo a tale insicurezza il terrore viscerale che ha nei confronti dei bambini.

Sì, avete proprio capito bene! Un omaccione come quello e artista musicale di fama internazionale ha paura di parlare con dei “piccoli umani”. Che mai potranno fargli? Eppure il nostro pianista, mai come quando si trova a dover intavolare una conversazione con un bambino, brama la solitudine, complice il dolore di essere stato abbandonato proprio quando era piccino.

E cosa può esserci di peggio per un uomo così schivo, dell’essere costretto a vivere sotto lo stesso tetto con dei bambini? Povero Andrej! Al suo arrivo al cottage in cui risiederà, scopre che lo aspetta la convivenza proprio con Emma, Lily e Peter, due fratelli cui Emma farà da tutrice fino alla fine della guerra:

Andrej abbassò gli occhi sullo zerbino come per chiedere ai suoi piedi di muoversi. Varcare quella soglia significava addentrarsi in un nuovo mondo, ben diverso dall’oasi di pace che si era prefigurato. Entrare in quella casa significava doversi abituare ad avere intorno dei bambini. (Tratto dal libro)

Gustatevi la scena del treno, che segna il primo incontro tra Andrej e Peter perché vi farà sorridere. Peter è un piccolo diavolo che sconvolgerà prima la mente poi il cuore di Andrej. In questa cornice, s’inserisce anche la sorella Lily che ha però un carattere più analitico, mentre Peter è un vero e proprio terremoto. Credetemi, star dietro a quel giovanotto è un’impresa titanica.

Il modo in cui i due ragazzini ragionano, mostra quella nascente maturità d’intenti tipica di chi è dovuto crescere troppo in fretta a causa della guerra. Nasciamo tutti innocenti, ma alla fine, quell’innocenza è fatta a pezzi. Certo, nel momento in cui Peter decide di “giocare” – anche se per lui è una missione seria – al piccolo investigatore, rischierà di combinarla grossa ma sarà perdonato, dopo aver appreso un’importante lezione con contorno di ramanzina sia Emma e Andrej, sia da Lily.

Vi starete chiedendo, e Malcolm? Che ruolo ha in tutto questo, oltre a quello già menzionato di padre del piccolo Patrick? E quali sono i segreti che Emma serba nel cuore?

Beh, per scoprirlo dovrete leggere il romanzo. Sappiate solo che giocheranno un ruolo importante Lily e Peter – tanto per cambiare – con la complicità di Iris, un uragano di donna, che diventerà un’inaspettata amica e alleata per Emma.

Caroline Mickelson ha un modo di scrivere limpido, pulito e ironico al punto giusto. Il suo stile leggero ma non banale è capace di strappare quel sorriso che rappresenta uno squarcio di luce nel buio della guerra.

Unico neo – volendo proprio trovare il pelo nell’uovo – è la conclusione un po’ affrettata e – oserei dire – semplicistica, che fa apparire il villain di turno un individuo – mi sto sforzando di essere signorile – poco sveglio a scapito della sua malvagità. Credo però che l’autrice volesse mostrarci come l’odio feroce possa portare a una cecità mentale che non appartiene a chi è mosso dal senso di sacrificio per proteggere chi ama.

Vero come l’amore è una dolcezza per l’anima e una carezza che scalda il cuore come una fresca brezza primaverile.

Buona lettura.

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