Recensione: “Vincent” di Kristen Kyle (serie Men of Honor vol. 2)
Sono nato per essere un re, ma non mi sono piegato al mio destino.
Mi sono impegnato per guadagnare quel privilegio.
Ho combattuto per essere il migliore.
In quella lotta la mente è sempre stata la mia arma più affilata, il cuore un ostacolo da eliminare.
Ho vinto.
Ogni guerra, tuttavia, ha i suoi costi, e io ho commesso un errore che ha distrutto la mia famiglia.
Da allora le mie notti sono turbate dagli incubi, i miei giorni avvelenati dal pentimento e dal rancore.
Ora, però, ho finalmente la possibilità di conquistare la pace.
La donna che mi ha rovinato la vita è tornata dal passato in cerca di protezione.
Ha trovato la morte.
Ma la morte è un dono da concedere ai giusti, la vendetta è la condanna dei traditori.
Mariana Hernández pagherà per ogni suo peccato, implorerà la salvezza e invocherà la sua fine.
Non avrò pietà, perché in me non c’è un briciolo di misericordia.
Perché non conosco perdono.
Scenderò all’inferno pur di farmi giustizia.
E Mariana verrà con me.
Attendevo questo libro con immensa trepidazione e, non appena l’ho avuto tra le mani, mi sono resa conto che le mie aspettative non sarebbero state affatto deluse.
Perché la storia di Vincent Calabrese mi ha conquistata, soggiogata e infine imprigionata nella sua rete oscura, fatta di vendetta, di disperazione e di una passione quasi corrosiva.
Vincent è da poco diventato il nuovo Padrino della famiglia Calabrese e, dopo il matrimonio di sua sorella Isabella con Nikolaj Sokolov, ha dovuto stringere una pericolosa alleanza proprio con la mafia russa.
Essere il nuovo capo di una spietata organizzazione criminale implica doveri e pesanti responsabilità, ma soprattutto una freddezza e un autocontrollo che all’improvviso rischiano di subire un violento scossone quando Vincent rivede per la prima volta, dopo sei anni di separazione, Mariana Hernandez. Una fanciulla in fuga dal Messico e dall’inferno personale che quel paese porta con sé. Una madre disposta a tutto pur di proteggere suo figlio Lito, arrivando a chiedere aiuto all’unico uomo che abbia mai amato e che sei anni fa lei stessa ha tradito nel peggiore dei modi.
È per questo che l’accoglienza di Vincent nei suoi confronti si rivelerà ingiusta e crudele, un benvenuto fatto di parole così velenose e gesti così brutali da trafiggere il cuore di Mariana come centinaia di coltelli piantati al centro del petto.
Ogni sofferenza e umiliazione, che quella povera ragazza ha subìto per mano di Vincent, avrebbe dovuto spingermi a odiarlo con ogni grammo della mia razionalità.
Sì, avrebbe dovuto.
Eppure non è stato così.
Forse perché, per colpa di un triste malinteso e di un segreto mai svelato, Vincent è convinto che un’attrice ipocrita e meschina abbia preso il posto della fanciulla dolce, pura e innocente di cui si era innamorato un tempo.
O magari perché percepire il tormento, che impregna i pensieri e le azioni di Vincent, ha aiutato a rendere il “mostro” molto più umano davanti ai miei occhi.
Mariana Hernandez, invece, è una protagonista che sembra indossare due vesti differenti, ma pur sempre complementari tra loro: talvolta appare come una ragazza tenace, coraggiosa e ormai temprata dalle tragiche esperienze di vita che una donna non dovrebbe mai affrontare. Altre volte, invece, emerge il lato sensibile ed estremamente vulnerabile di una madre protettiva e di una donna innamorata, che purtroppo non è capace di rifiutare quell’uomo arrogante, impetuoso e passionale che si ostina a privarla del rispetto che merita.
E qui ammetto di aver preferito una Mariana meno arrendevole e più battagliera, ma ormai si sa che, quando c’è di mezzo il cuore, la razionalità si scontra con le emozioni e subisce una clamorosa sconfitta.
Le emozioni sono come un veleno:
più si tenta di respingerle,
più il cuore pompa per diffonderle negli organi,
finché non intossicano, uccidono.
E questo è esattamente ciò che Kristen Kyle ha fatto con la storia di Vince e Mariana. Maneggiando con abile maestria uno stile elegante e molto introspettivo, ha saturato le sue pagine di una passione divorante… giusta e al contempo sbagliata, eccitante e insieme dolorosa. Dove le ombre pian piano si diradano sotto i colpi di un amore mai sopito ma semplicemente offuscato dal rancore. Ma soprattutto grazie all’affetto che un uomo di ghiaccio inizia a provare per un bambino dolcissimo, sprigionando una tenerezza in grado di sciogliere anche il cuore più insensibile.
Non aggiungerò altre parole alla mia recensione, a parte il consiglio di leggere questo libro e di assaporare i suoi frammenti di rabbia e disperazione, di amore e di odio, di vendetta e di perdono… un perdono che non è mai stato così dolce e catartico come in questa storia.
E vi assicuro che ognuno di quei frammenti si ritaglierà un posticino d’onore nel vostro petto, proprio come ha fatto all’interno del mio.
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