Recensione: Wild di Elsa Day Serie Dark Riders Motorcycle Club #1
Titolo:Wild
Autore: Elsa Day
Serie: Dark Riders Motorcycle Club
Genere: Romance
Editore: Self
Cosa si dovrebbe scegliere? Il grande amore o la propria sicurezza?
Lilly Clarkfeld vorrebbe soltanto essere una studentessa del college come le altre. Sogna di diventare infermiera, di metter su famiglia e di condurre un’esistenza serena. Non è pretendere poi molto, giusto? Ma quando è costretta a tornare nella sua città natale a causa della malattia della madre, ogni cosa cambia per sempre. Lilly ha un incidente d’auto in piena notte e viene rapita dai Dark Riders.
Sarebbe potuto essere un club di motociclisti qualsiasi, invece si tratta del suo. Quello del primo amore di Lilly.
Asher Thomas è più grande, più forte e molto più incasinato di quanto la ragazza ricordi, ma non l’ha mai dimenticata. I due bruciano ancora di passione l’uno per l’altra, ma quello del club sarà lo stile di vita adatto a Lilly? E lei sarà in grado di mettere da parte il sogno di una casa con lo steccato bianco per barattarlo con l’amore rude e diretto di un motociclista fuorilegge?
Wild è un racconto ambientato nel mondo dei bikers, anche se, vuoi per la sua brevità, vuoi perché all’inizio vi è una digressione non da poco sulle disgrazie di Lilly, questa scenografia in realtà traspare solo in superficie.
Lilly, protagonista femminile, nonché ragazza che studia per diventare infermiera, sta tornando dalla madre affetta da cancro. Wild, biker bello e grezzo, si troverà sulla sua strada… proprio quando lei ha bisogno del suo aiuto (ops, fatalità!).
Fuoco e fiamme subito? No, ma quasi. Non scherziamo, prima va svelato l’arcano: bisogna scoprire come mai lui la vede, la piazza sul sellino della sua moto senza tanti preamboli e la porta a… (non ve lo dico). In soldoni, Wild è Asher, Asher è Wild. Alzi la mano chi ha pensato “chi caspita è Asher?”! È il fidanzatino d’infanzia di Lilly! Basta, sulla trama non vi dico altro, se non che ci saranno il fuoco e pure le fiamme… no vabbè, diciamo un piccolo fuoco fatuo, va’.
Seriamente, la storia poteva essere anche carina, ma la trama è piena di falle. Ci sono proprio errori gravi nella coerenza espositiva: due minuti prima Lilly era vestita con un pantalone e due minuti dopo ha la gonna? Prima viene detto che non si vedono dai dodici anni di lei, poi improvvisamente sono saliti a quattordici gli anni. Ma quello che proprio non ho potuto non notare è la scena in cui è tutto buio e la protagonista scorge in lontananza i bikers con le loro donne sui sellini, mentre armeggiano con le mani uno sul corpo dell’altro, eppure quando Wild le arriva di fronte non riesce a vederlo bene. Adesso, le cose sono due: o è ambientato in un mondo futuristico, o ciò è impossibile a meno che non sia la donna bionica (reminiscenze dell’infanzia).
A parte queste incongruenze, ci sono alcune scene carine, qualche emozione la danno, e se il racconto fosse stato sviluppato meglio, con un’introspezione dei personaggi più ricca che li mostri per quello che rappresentano, sarebbe stato piacevole. Non so, la lettura mi ha lasciato molto perplessa… peccato davvero! In più è una serie, ma chissà, magari i prossimi volumi sono migliori, mai dire mai!