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Recensione: “XAVIER: silence the beast” di Elvereth Ahn

Sono una bestia.
Il cattivo.
Ma anche i cattivi hanno una storia.
La mia è fatta di sangue e violenza.
Qualcuno ha spento l’umanità che albergava in me.
Ma anche i cattivi hanno una debolezza.
La mia ha i capelli ricci ed è una guerriera.
Una donna che mi fa provare sensazioni sconosciute e desiderare l’indesiderabile.
Ma avere debolezze uccide.
E io non posso permettermelo.

Sono una sopravvissuta.
Una guerriera.
Le donne possono essere le eroine di se stesse.
Io sono la mia eroina.
Nessuno potrà più considerarmi inferiore a un uomo.
Lo giuro sulle mie cicatrici che ancora pulsano di dolore.
Ma c’è un uomo a cui non riesco a resistere.
E seppur folle, insano e oscuro, non combatto contro quello che provo.

Finché lui non cede.
Ed entrambi precipitiamo nello stesso incubo.

Dopo Tocka sarebbe stato davvero impossibile rinunciare a leggere questo primo spin-off, è ambientato due anni dopo le vicende di Júlia e Viktor, trattasi di un libro che può essere tranquillamente letto indipendentemente dal volume principale (personalmente consiglio di non perdere né l’uno né l’altro).

I protagonisti di questa storia sono Xavier e Amanda: spiriti indomiti con due anime violentate da persone senza cuore.

Xavier è freddo, arrogante, dispotico e assolutamente disturbato. Un uomo che è il frutto di un’infanzia spezzata dalla presenza di un padre folle e crudele che, con l’affilato bisturi della crudeltà, ha fatto in modo di strappargli fino all’ultimo grammo di umanità.

A distanza di anni e nonostante la lontananza, Xavier deve combattere ogni giorno per mantenere il controllo sulla bestia che ha dentro sé, sempre più affamata di sangue e morte.

Amanda è l’altra metà della sua anima, la controparte perfetta per lui.

Una donna con un passato di sfruttamento, abusi e violenza. Una sopravvissuta forgiata nel dolore. Una guerriera che nonostante tutto trova ancora la forza di combattere e amare.

Nonostante il titolo, personalmente ritengo che sia proprio lei la vera eroina di questa storia, Amanda, sebbene con il corpo e l’anima scalfiti dalle cicatrici, è ancora capace di fidarsi e rischiare il proprio cuore per l’uomo che ama, oltre che mettere a repentaglio la propria vita per salvare degli innocenti.

E quando le cose si mettono male, l’unica forza su cui si può davvero contare è la famiglia: non quella determinata dai vincoli di sangue, ma quella scelta dei veri amici.

E qui parliamo anche di Kol, colui che riveste un ruolo fondamentale per la stabilità emotiva di X. Un amico fedele, sincero e sempre presente… un fratello per entrambi i nostri protagonisti.

Insieme si ritroveranno a dover affrontare il peggiore dei pericoli, quello legato a un passato impregnato di dolore e paura. Solo con l’amore che li lega l’un l’altro e con un’infinita fiducia potranno avere qualche speranza di riuscire a guadagnarsi un po’ di serenità.

Dopo lo sfruttamento della prostituzione affrontato in Tocka, in questa storia l’autrice ha sentito il bisogno di dare voce a un altro problema, quello del traffico di organi. Certamente un altro tema forte la cui delicatezza nel trattarlo, ne mette in evidenza ancora una volta la bravura. Concetti che ci posso sembrare distanti, ma assolutamente attuali e purtroppo reali.

La scrittura è veloce, scorrevole e la storia tiene incollato il lettore alle pagine, fino all’epilogo.

I pensieri dei due protagonisti sono chiari e ben sviluppati consentendoci di capire appieno le motivazioni delle loro scelte.

Nell’attesa del prossimo libro, perché un approfondimento sul personaggio di Kol è assolutamente doveroso, non posso fare altro che consigliarvi di non perdervi questa splendida storia!

 

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