Recensione: Yeni Hayat – Stagione 1
Eccoci nel fantastico mondo delle serie turche. Questa volta tocca all’unica stagione della Dizi Yeni Hayat. Vediamo di cosa tratta insieme alla nostra MariRiss. Buona lettura!
Titolo originale: Yeni Hayat
Titolo italiano: Nuova vita
Anno di produzione: 2020
Genere: Drammatico
Durata: 2 ore
Puntate: stagione1: 9 puntate
Cast: Serkan Çayoglu, Melisa Pamuk, Tayanç Ayaydin, Nilperi Sahinkaya
Ciao a tutti, amanti delle serie TV!
Ormai le serie turche sono diventate per me una droga… non importa che ogni episodio duri ben oltre le due ore, non appena decido di iniziarne la visione, vengo immediatamente inghiottita da un vortice dal quale non posso né voglio fuggire.
Per tale ragione, nonostante stia già seguendo Doğduğun Ev Kaderindir e Sen Çal Kapımı – e molte altre provenienti da ogni angolo della terra – ho deciso di cercarmi qualcos’altro da vedere tra le nuove uscite del 2020.
L’occhio mi è caduto su Yeni Hayat, ne ho letto la trama e mi ha intrigato… quando però mi sono accorta che il protagonista era Serkan Çayoglu ho inziato a sudare freddo.
Non lo posso vedere!
Una mia cara amica lo adora e quando le ho confessato questa mia antipatia, mi ha guardato come se mi fossero spuntati corna e artigli e avessi iniziato a recitare versetti satanici alla Constantine.
Eh, ma cosa ti ha fatto? à Ma che domanda è? Non mi piace, punto!
Dai, è così bello! à Bah, questione di punti di vista.
Ed è pure un bravissimo attore! à Sarà… a me sembra che abbia meno espressività del busto parlante di Art Attack.
E in generale mi sono anche sforzata di essere il più gentile possibile; vi garantisco che nell’isolamento del mio salotto sono molto meno elegante nei giudizi.
Comunque… la trama sembrava promettere bene, quindi ho deciso di provare a superare il mio astio verso l’unico attore a me noto. Vediamola insieme.
Adem Sahin è un ex soldato delle forze speciali che ha lasciato l’esercito dopo la nascita di Ece, la sua amatissima figlia. L’uomo è sposato con Nevin, una ragazza all’apparenza molto dolce e remissiva; in realtà la donna nasconde al marito un terribile segreto.
Si scoprirà durante la storia, non abbiate timore. Quando sono venuta a saperlo ho spalancato così tanto la bocca che per un momento ho temuto mi si staccasse la mascella.
Andiamo avanti.
Ad Adem manca l’esercito e non ha altra preparazione se non quella da soldato, il che gli crea problemi a trovare un lavoro adatto alle sue capacità. Un giorno, la fortuna – in realtà sarà un bel bagaglio di mer … ehm, problemi – bussa alla sua porta: Bekir, suo vecchio amico e commilitone, lo raccomanda per un lavoro come guardia del corpo alle dipendenze di Timur Karatan, ricco uomo d’affari.
L’ex soldato avrà il compito di proteggere Yasemine, la giovane seconda moglie del magnate; qualcuno la sta minacciando e l’uomo teme di perderla così come è accaduto con la prima amatissima – forse – consorte, da cui ha avuto una figlia, Gökçe.
Timur Bey è incredibilmente generoso e, oltre a garantire ad Adem una paga di tutto rispetto, gli concede di vivere con la sua famiglia in una delle villette attigue alla sua proprietà.
Alla faccia direte Voi! Eh, cari miei, purtroppo non è tutto oro quello che luccica.
L’uomo è in realtà un violento e picchia la moglie che – udite udite – ricopre la carica di presidente di una fondazione che lotta contro la violenza alle donne!
E sto cesso di individuo la finanzia pure la fondazione! Stai a vedere che, in fondo in fondo, dietro la tragica morte della prima moglie c’è il suo zampino?
A completamento della famiglia Karatan facciamo la conoscenza di Gökçe – figlia sciroccata di Timur – Berna – cugina del magnate – e Özgür – marito di Berna e braccio destro di Timur, che lo tratta come una pezza da piedi.
Da guardia del corpo di Yasemine, Adem si ritroverà a ricoprire il ruolo di infiltrato allo scopo di smascherare Timur Karatan e portare alla luce la sua vera attività: quella di trafficante di armi.
Non so se la paresi espressiva del cast sia stata una decisione consapevole o una disgraziata coincidenza; a scapito dell’intreccio molto interessante, l’interpretazione degli attori era opaca nel migliore dei casi, uno scempio totale in tutti gli altri.
Le emozioni erano del tutto assenti nella recitazione e non perché non ci siano stati momenti emozionanti nel corso della storia. Peccato che gli attori avessero esattamente la stessa statica espressione!
Le scene d’azione del protagonista sono il tripudio della finzione… insomma dai, persino le prove degli spettacoli di Wrestling sono più attendibili. Non mi aspettavo certo di vedere scene alla Mission Impossible, per carità, ma un po’ più di scioltezza non avrebbe guastato.
Di contro, la protagonista sembra in alcuni momenti una trapezista del Cirque du Soleil… trashissima la scena in cui – post rapimento – cammina con tacco 12, pantalone skinny e la benda sugli occhi in un bosco pieno di sterpaglie e sassi.
No, ma siete seri? Too Muuuuuch!
E che dire di Timur, il cattivo di questa storia? Come tutti gli uomini capaci solo a menar le mani, risulta essere completamente privo di cervello. Si atteggia tanto a uomo astuto, quasi machiavellico, che non si fida di nessuno eppure… nell’ordine lo menano per il naso la moglie, la figlia, il cognato-bracciodestro-pezzadapiedi e pure la guardia del corpo!
La serie non ha riscontrato il gradimento del pubblico turco – come dargli torto – ed è stata conclusa in corsa con una nona puntata dove si accalcano molti sconvolgenti, quanto inutili colpi di scena.
Il finale di Yeni Hayat non poteva che risultare indegno, ma è in linea con il rocambolesco sviluppo di una storia che resta purtroppo interessante solo sulla carta.
Da annoverare nella sezione “braccia rubate all’agricoltura”.