Recensione:”Il perdono non serve a niente” di Candice Fox
Perdonare è bene.
Vendicarsi è meglio.
Ci ha messo un istante ad andare a rotoli la vita di Ted Conkaffey, ex poliziotto della Narcotici di Sydney. È stato l’attimo in cui la piccola Claire Bingley è scomparsa alla fermata di un autobus, e la macchina di Ted era l’unica nelle vicinanze. Adesso che ha perso tutto, ingiustamente accusato pur in mancanza di prove, Ted si è rifugiato a Crimson Lake, paesino sperduto nel cuore nero dell’Australia. Tra le paludi e i coccodrilli, e il nulla intorno, è il posto perfetto per farsi dimenticare. Ma poi nella sua vita è comparsa la detective Amanda Pharrell: ricoperta di tatuaggi e con un discutibile senso dell’umorismo, Amanda si porta appresso un passato pesante, proprio come Ted. E così gli propone di farle da partner nella sua agenzia investigativa. Ed è su un duplice omicidio in una bettola locale che Ted sta indagando quando, a proposito di passato, il suo torna a fargli visita. Nelle sembianze del padre della piccola Claire. Un uomo disperato. Che, come tutti, continua a pensare che la colpa di ciò che è successo sia dell’ex poliziotto. Ed è deciso a fargliela pagare. Se Ted vuole salvare quel che resta della sua vita, non può che mettersi in cerca di chi ha davvero fatto del male a Claire. E, finalmente, affrontarlo.
Dalle vette delle classifiche australiane, il nuovo thriller di Candice Fox, autrice numero uno nel suo Paese, e bestseller in America e Germania. Una nuova grande voce del giallo anglosassone.
(Fonte trama Piemme)
Ciao a tutti, oggi vi racconto del seguito del bellissimo libro “Il buio non fa rumore”.
Ho valutato se fosse possibile leggere questo thriller senza sapere nulla delle vicende precedenti, ma francamente la vedo difficile. Secondo me, personaggi come Ted e Amanda vanno raccontati passo, passo e goduti nella loro interezza, quindi armatevi di santa pazienza e leggete entrambi i libri, non ve ne pentirete!
Ci sono due storie parallele, quella di Ted, ancora impegnato a riprendersi la sua vita dopo l’accusa di stupro e pedofilia ai danni di Claire, e quella di un ragazzo che inizia a scrivere un terrificante diario per cercare di tenere a bada il suo “problema”.
Se fossi un camaleonte, il mio colore sarebbe il grigio. Un grigio insondabile e tranquillizzante. Sarei una lenta creatura dagli occhi sporgenti che avanza senza dare nell’occhio nel mondo grigio, aggrappandomi ai rami color tempesta, strisciando il ventre tondeggiante sulle foglie grigio acciaio.
La cosa più difficile è che è tutto così noioso.
Ma ogni tanto mi coloro.
Se considerate che la frase è scritta da un pedofilo, queste parole bruciano più dell’acido.
Ci sono state un sacco di occasioni mancate, in cui persone che avrebbero potuto fare qualcosa non l’hanno fatta. Si è, quindi, scatenata una serie di eventi che ha rovinato la vita di molte persone.
È un libro strano, dove non ci sono cattivi da odiare e buoni per cui fare il tifo, ma solo persone con il loro bagaglio di esperienze e dolore, che cercano di affrontare la vita ognuno in modo differente.
All’inizio della storia, Ted viene selvaggiamente picchiato in casa propria dal padre di Claire, arrivato fino a lui per farsi giustizia da solo. Il dialogo tra l’uomo convinto di giustiziare lo stupratore della figlia e l’altro, consapevole di essere innocente, è quasi surreale:
– Sono tante le cose a cui ho pensato. Ho immaginato di torturarti. Di impiccarti e lasciarti soffocare lentamente. Di spararti una fucilata in faccia. Le mie fantasie erano così realistiche che mi sembrava di toccarle.
All’improvviso scoppiò a piangere. Un pianto disperato. Si tirò i capelli, si graffiò il cranio con le unghie, si passò le mani sul volto come se cercasse di svegliarsi da un sogno. – E adesso sono qui e tu non sei altro che un uomo – riprese. – Proprio come continuavo a dirmi. Solo un uomo.
Vedrete questi due uomini, feriti nel profondo, instaurare uno strano rapporto di mutuo soccorso. Ci saranno momenti comici, ma anche alcuni di una tenerezza disarmante.
Intanto che Ted è impegnato a riprendere le redini della propria vita, Amanda non batte la fiacca e la vediamo indagare sul duplice omicidio di una coppia di ragazzi che facevano i baristi in un pub. I suoi interrogatori strampalati e le sue deduzioni brillanti regalano sempre grandi emozioni.
È un libro bellissimo, l’ho aspettato con ansia, ma l’attesa è stata ampiamente ricompensata. Non vedo già l’ora di leggere il prossimo e di ritrovare tutti i personaggi che ho appena lasciato. Anche quelli minori, di cui non vi ho raccontato, ma che sicuramente imparerete ad amare, come Val, fumatrice incallita, medico patologo, amica e saltuaria guardiana di oche. Oppure Khalid, signore della droga in debito con Ted, che si occupa di lui con il fervore di una mamma chioccia. Li adorerete tutti, ne sono sicura.
La scrittura è come sempre fluida e avvincente, tiene il lettore incollato alle pagine fino alla fine.