Recensione:”L’anno dopo di te” di Nina De Pas
San Francisco, notte di Capodanno. Come ogni sedicenne popolare che si rispetti, Cara si sta preparando a partecipare alla festa del secolo. Lei e Georgina, la sua migliore amica, indossano gli abiti comprati per l’occasione, si truccano come delle star e inventano una scusa per depistare i genitori riguardo la loro reale destinazione; dopodiché si precipitano a salutare l’anno nuovo in compagnia di tutti gli amici. Nel corso della serata, però, qualcosa va storto e le due amiche lasciano la festa in anticipo. Salgono in auto, imboccano l’autostrada e vengono travolte da un camion. Dopo lo schianto, Cara è l’unica a essere estratta viva dalle lamiere. Per nove mesi, la ragazza smette di vivere e rimane sospesa in una sorta di limbo, in cui a farla da padrone sono l’insonnia, il dolore e il senso di colpa. Disperata, sua madre decide di mandarla a Hope Hall, un collegio svizzero sperduto tra i monti, nella speranza che la figlia torni a essere quella di un tempo e ritrovi la voglia di vivere. Sulla sfondo incantato delle Alpi, Cara cerca di tenere tutti alla larga e di impedirsi di ricominciare, ergendo dei muri che, pian piano, vengono abbattuti dai suoi nuovi amici. E in particolare da Hector, un ragazzo affascinante, anticonformista e forse in grado di comprendere ciò che Cara sta passando meglio di chiunque altro. Più lei si avvicina a Hector, più la vecchia vita le sembra distante un milione di anni luce. Col passare dei mesi, infatti, Hope Hall ha il sapore di una rinascita, ma come può Cara concedersi la seconda occasione che a Georgina è stata negata per sempre? Un romanzo toccante che racconta di rinascita, di empatia e del potere salvifico dell’amicizia.
Romanzo contemporaneo che potrei classificare nel genere young adult in quanto ambientato in un college esclusivo tra le alpi svizzere, ma anche ricco di profondi risvolti psicologici.
Di non facile lettura per la complessità del tema, racconta le vicende di una teenager americana che rimane coinvolta in un grave incidente automobilistico in cui perde la vita la sua migliore amica Georgina, da lei affettuosamente chiamata G.
Il lutto ed il senso di colpa che attanagliano Cara, questo è il nome della ragazza, sono tali da isolarla sempre di più dal mondo esterno sigillandola in un universo di solitudine e apatia da cui non vuole e non riesce a evadere.
La madre decide di spedirla tra le montagne della Svizzera alla Hope School, strappandola all’isolamento in qui si è rifugiata in patria.
Qui Cara sarà costretta a reagire uscendo dal suo bozzolo di dolore. Il suo rifiuto di continuare a vivere una vita che alla sua amica Georgina è stata negata, si scontrerà con l’amicizia e l’affetto delle persone che le staranno vicino, aiutandola a riaprire il proprio cuore. La rossa Ren, nonché sua compagna di stanza, che come lei vive emarginata dal resto del gruppo a causa di un doloroso segreto. Hector il bruno rubacuori del college, in apparenza così spavaldo e sfacciato, ma anch’egli attanagliato da un tragico passato e da un futuro non più roseo.
Con la nuova consapevolezza che ognuno ha il proprio fardello di dolore e che la vita non è facile per nessuno, Cara animata da una nuova speranza per il futuro, si ricostruirà una vita mantenendo vivo il ricordo di G. Le sarà concesso di riconquistare la stima e l’affetto del padre che l’aveva lasciata da bambina, a causa della separazione dalla madre e di aprire il cuore del bel Hector con il quale potrà realizzare un orizzonte di aspirazioni e sentimenti.
Questo libro non lo si può definire leggero, ma certamente è un ottimo spunto di riflessione.