Come si può capire subito dalla descrizione in quarta di copertina, il racconto si divide in due parti.
Cominciamo dalla prima, ambientata nel periodo d’inizio della Restaurazione.
Dopo il Congresso di Vienna e la sconfitta di Napoleone, le grandi potenze vincitrici cercano di “restaurare” lo status quo antecedente la rivoluzione francese, inizia cioè il periodo storico della Restaurazione, quando si sviluppa il processo di ristabilimento del potere dei sovrani assoluti in Europa e il tentativo anacronistico, in seguito alle sconfitte militari di Napoleone, di ritornare all’Ancien Régime. Mantova fa ancora parte del Regno Lombardo Veneto, regno costituito come area dipendente dall’impero austriaco. La situazione politica non è tranquilla, i soldati austriaci a Mantova rappresentano l’occupazione straniera, e i patrioti indipendentisti italiani, che si richiamano agli ideali nazionalistici, sono già al lavoro per promuovere una rinascita italiana attraverso il raggiungimento di un’identità politica unitaria, anche a costo di usare la violenza.
William, è un ufficiale dell’esercito austriaco che si è guadagnato la gratitudine dell’Imperatore e la benevolenza della nobiltà viennese dopo essere diventato un eroe durante la battaglia di Austerlitz.
Arriva a Mantova alla ricerca di una nuova vita, un’esistenza più affine al suo carattere e alle sue abilità. Qui incontra Matilde, una fanciulla che apparentemente sembra fragile e quieta. Il loro amore cresce e si sviluppa in parallelo ad una serie di delitti che sembrano non avere connessione, ma che invece sono strettamente collegati ad un tragico episodio del passato di Matilde.
La seconda parte del libro si sviluppa alcuni anni più tardi quando Adam, figlio di William e Matilde, si ritrova a Mantova. E’ il 1846, siamo alla vigilia delle cinque giornate di Milano, preludio alla prima guerra di indipendenza italiana. Adam, espulso dall’accademia militare, conduce una esistenza priva di scopo, dedita al gioco d’azzardo e a frequentazioni ambigue. A Mantova incontra Elena, amica e compagna di giochi della sua infanzia. Elena è una donna intelligente e testarda che fa un lavoro decisamente inusuale per una donna a quel tempo: è di fatto un medico, anche se non ha potuto frequentare le scuole di medicina tradizionali precluse alle donne.
Non voglio raccontare di più del magico intreccio di questi due racconti per non rovinare la lettura a coloro che decideranno di affrontarla. Per me, appassionata di storia, leggere romanzi così ben ambientati è sempre una gioia. Si capisce subito che le due autrici nutrono un grande amore per la propria città: la ricostruzione dei luoghi e la descrizione dell’ambientazione del periodo storico di ogni singolo passaggio è particolareggiata e circostanziata. Ho avuto modo di visitare Mantova qualche anno fa e grazie a questa lettura scorrevole e descrittiva, mi è venuta voglia di ritornare per ripercorrere le strade e vedere i luoghi frequentati dai protagonisti del libro. Mi è successo in passato una sola volta, con Il Cavaliere d’Inverno e la favolosa San Pietroburgo.
I protagonisti sono ben caratterizzati e descritti, le loro storie emozionanti e avvincenti perché collegate in modo accattivante sia alla realtà quotidiana del periodo storico che ai “grandi” protagonisti, i nomi che siamo abituati a leggere nei manuali storia.
Inoltre il collegamento tra le esperienze delle due coppie è un’eccellente idea che personalizza e contraddistingue il libro. Una sorta di filo del destino, una matassa che continua a dipanarsi snocciolando una serie di eventi ineluttabili che riportano i protagonisti a Mantova. Entrambe le coppie verranno a patti con i propri demoni, le proprie insicurezze e le proprie aspirazioni. Il loro destino si compirà in quella città e le loro vite muteranno decisamente direzione, dopo una serie di avversità e pericoli. Il coraggio, la caparbietà, la passione e l’amore sincero li accompagneranno verso scelte temerarie e inconsuete… insomma un libro che personalmente ho amato e che consiglio vivamente di leggere.