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Recensione:”L’eredità di Agneta” (Le signore di Löwenhof Vol. 1) di Corina Bomann

 

Stoccolma, 1913. Dall’ultimo violento litigio con i genitori a Natale, Agneta ha chiuso ogni rapporto con la famiglia di origine, rinunciando al titolo nobiliare di contessa di Löwenhof e trasferendosi in un piccolo appartamento nel quartiere studentesco della capitale. A venticinque anni, il suo sogno non è certo sposarsi con un buon partito, ma studiare per diventare pittrice, lottare per il diritto di voto insieme alle amiche femministe e, soprattutto, vivere liberamente le sue passioni, compresa quella per Michael, aspirante avvocato. Finché una mattina un telegramma le porta una notizia destinata a cambiare completamente il corso della sua vita: il padre e il fratello sono rimasti coinvolti in un incendio, e la madre le chiede di tornare subito a Löwenhof. Inaspettatamente, i verdi prati, i boschi imponenti, i recinti dei cavalli e la bianca villa padronale suscitano in lei una strana malinconia. Ancora non sa che la situazione è molto più grave del previsto e che sarà posta di fronte a una scelta: prendere la guida della tenuta o continuare a inseguire i suoi sogni di libertà. Dilaniata dal dubbio che l’incendio sia stato doloso, tormentata dalla madre che vorrebbe vederla sposata con un aristocratico, Agneta troverà sostegno solo in Max, il giovane amministratore delle scuderie da cui si sente pericolosamente attratta…

Ritorna la signora delle saghe familiari e delle storie d’amore (sia storiche che contemporanee) con un nuovo romanzo ambientato nella Svezia dei primi anni venti, alle prese con l’avvento dell’automobile e del movimento femminista delle suffragette.

Agneta Löwenhof, la nostra protagonista, vive a Stoccolma dove studia pittura all’accademia e vive una storia d’amore con un giovane avvocato in carriera.

Non è certamente una ragazza del popolo, proviene da una delle famiglie più in vista e più altolocate del Paese, ma in un gesto di estrema ribellione, decide di abbandonare la casa dei genitori per inseguire il suo sogno di diventare una pittrice affermata.

 

Carattere volitivo ed indipendente, si circonda subito di amiche energiche e liberali come lei, alla ricerca del riscatto della donna in Svezia. Non disdegna di partecipare alle manifestazioni di protesta per sostenere la lotta per indipendenza femminile.

Una moderna e giovane donna dunque, che si scontrerà con la tragedia che si abbatterà sulla sua famiglia costringendola a tornare alla tenuta dove è cresciuta e all’allevamento di cavalli di razza, fonte di grandi guadagni e prestigio per i Löwenhof.

Ciò che la convincerà a restare, abbandonando tutto ciò in cui ha creduto, non sarà la tragica morte del padre e dell’amatissimo fratello, e neppure la dura e rigida figura materna che la tratta con disapprovazione e freddezza; bensì una promessa fatta su un letto di morte.

Un orgoglio indistruttibile e una spiccata abilità per gli affari, le consentiranno di condurre con successo l’attività di famiglia e la sua vita attraverso numerose difficoltà.

Agneta appare come una donna forte e al passo con i tempi, che non si lascia abbattere dalle delusioni e dai colpi che la vita le infligge, riuscendo a  conquistare un po’ di meritata serenità.

Un romanzo bellissimo che sicuramente piacerà alle fan della Boman e che le permetterà di conquistare una nuova fetta di lettori. Unica nota stonata, la copertina in cui una donna indossa un abito non in linea con l’epoca di ambientazione della storia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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