Recensione:”Nocturna” di Maya Motayne
Titolo: Nocturna
Autore:Maya Motayne
Editore:Mondadori
Genere:Fantasy
Pagine: n°441
Data di pubblicazione: il 2 Settembre 2019
Per l’orfana Finn Voy “magia” significa due cose ben precise: un pugnale puntato al mento di chiunque si azzardi a incrociare la sua strada, e la capacità di indossare qualunque travestimento con la stessa facilità con la quale una persona comune indossa un mantello. Perché Finn, oltre a essere una ladra abilissima, è anche una mutafaccia, capace cioè di cambiare le proprie fattezze quando lo desidera. Ed è talmente abituata a farlo, per sopravvivere nel mondo violento e spietato in cui vive, da non ricordarsi quasi più quale sia il suo vero volto. Ma tutto sommato a lei va bene così. Quando però viene acciuffata da un potente criminale con il quale è indebitata, è costretta ad accettare una missione impossibile: rubare un tesoro leggendario dal palazzo reale di Castallan. Se non ci riuscirà, perderà per sempre la sua magica capacità di mutare aspetto.
Per il principe Alfehr “magia” significa la possibilità di sfuggire a una vita che non gli appartiene. Dopo la morte del fratello maggiore Dezmin, infatti, il ragazzo è diventato l’erede al trono, anche se è ciò che meno desidera al mondo. Tormentato dal dolore per la sua perdita, Alfie è disposto a tutto per riportare in vita il fratello, anche se questo significa inoltrarsi nel sentiero proibito della magia nera.
Ma la magia può essere anche qualcosa di terribile e spaventoso, come l’antico e terribile potere che Finn e Alfie liberano inavvertitamente e che diventa subito una minaccia per il mondo intero. Con il destino del regno di Castellan nelle loro mani, i due dovranno superare le loro differenze e allearsi per rimediare al loro errore.
Primo capitolo di una nuova e originalissima serie fantasy ambientata in un regno post coloniale dal sapore latino, Nocturna è un romanzo dalle tinte scure ricco di azione e colpi di scena con due protagonisti memorabili.
Nocturna è un romanzo fantasy “LatinX”, primo della serie “Forgery of magic”, scritto dall’esordiente Maya Motayne.
Premetto che questo romanzo non mi è piaciuto. Mi ha mandata in un brutto blocco del lettore tale da farmi dubitare di tutti quelli che ne hanno parlato bene.
Cosa c’è che non va in questo romanzo?
Prima di tutto, la storia è un po’ troppo la copia di quelli della serie “Magic” di V.E. Schwab, dove avevamo un principe (Kell), una ladra-assassina (Lila), e l’altro principe (omosessuale). Anche in Nocturna abbiamo: il principe Alfie come protagonista, la ladra assassina Finn e il cugino Luka (ndR ma nel libro ripete più volte come siano quasi fratelli) nobile e ovviamente omosessuale. [Voglio precisare che di per sé l’inserimento di un personaggio lgbtq, non mi da’ assolutamente fastidio, anzi molto spesso apprezzo l’inclusività, nei libri, nei film o nelle serie tv. Quello che non ho apprezzato è stato il presentare subito il personaggio X come gay, mi ha dato la sensazione di forzatura, di inclusività più per moda che per senso di normalità. Andando a memoria, nel libro della Schwab questa sensazione non l’ho avuta, non ho sentito quella forzatura nel dire subito della sessualità, nel mostrare subito…]
Potrebbe essere un caso? Il sistema magico utilizzato, che poteva anche essere passabile, ma mi ha ricordato un po’ troppo la sagaAllSouls di Deborah Harkness, in alcuni punti davvero sembrava lo stesso. Se avete letto questa serie capirete da soli come sia complicato dare il beneficio del dubbio, quel sistema magico era davvero originale e particolare.
Arriviamo al rapporto tra la protagonista e l’antagonista, anche qui mi hanno ricordato un po’ troppo il rapporto tra Jessica Jones e Kilgrave.
Ma le similitudini non sono l’unico problema di questo romanzo,purtroppo.
Il world-bulding, non è male ma non è abbastanza. Ha sicuramente attinto dalla sua regione geografica, infatti stiamo parlando del Sud-America. Altri popoli di cui sentiamo parlare sono gli “inglès”, ovviamente sono i britannici oppressori dell’era coloniale, che guarda caso vivono su un’isola geograficamente uguale all’Inghilterra. Nemmeno qui c’è stata dell’originalità.
In più la città principale che viene descritta “concentrica con anelli e al centro il palazzo centrale” è un clichè del genere, ed è uno dei modi più semplici per ambientare una storia. Autori più navigati creano città ben più complesse e riescono comunque a gestirle al meglio.
Altra problematica della storia è lo svolgimento temporale: tutto accade in circa 3 o 4 giorni. Ma questa velocità non riuscite a percepirla perché comunque è una narrazione davvero lenta e, che si perde in ripetizioni e dettagli spesso inutili.
Problematica legata sempre al “poco tempo nella storia” è sicuramente il cambio di personalità continuo dei due protagonisti, fino a renderveli odiosi, ripetitivi e anche un po’ bipolari. Se doveva sembrare un’evoluzione psicologica non è stata percepita, e per di più, umanamente parlando, non si può cambiare in così poco tempo.
Ultimo elemento che mi ha dato molto fastidio è stato l’utilizzo di parole “spagnoleggianti” durante tutta la narrazione. Da tenere presente che anche le parole “magiche” sono in spagnolo, quindi è un po’ troppo presente.
La verità è che il problema di questo romanzo non è la similitudine con altre opere, il worldbulding o tutto il resto, il problema vero è come l’autrice concepisce il romanzo. Non si può scrivere un romanzo senza idee precise, senza spunti o senza una precedente ricerca. Per me, non è abbastanza originale ambientare una storia in un clima “da America latina” per essere pubblicati, tradotti e venduti addirittura all’estero.
Cosa salvo? L’edizione, esteticamente curata con sovraccoperta texturizzata che mi aveva inizialmente conquistata. Salvo anche le ultime 50 pagine, in cui finalmente la storia sembra risvegliarsi dalla profonda lentezza e si arriva ad una parvenza di conclusione, nonostante vengano utilizzati fin troppi deus ex machina. Ma siccome per l’autrice non era abbastanza un solo volume, lo conclude ma lasciando aperto uno spiraglio per proseguire la storia. Fortunatamente non sono abbastanza curiosa di leggere il secondo volume che pare sia in scrittura.
Questo è un libro che finisce nel limbo di quei libri che hanno buttato via una grande opportunità e resteranno sempre e solo uno spreco di spazio e carta.
Sicuramente l’autrice è stata ispirata da diversi elementi che l’hanno colpita, ma doveva lavorarci di più e farne almeno menzione nei ringraziamenti, l’avrei trovato più corretto per il lettore.
Io mi sento di sconsigliarvelo per tutti i motivi sopra elencati, potrebbe fare al caso vostro solo se: non avete mai letto un romanzo fantasy, se siete comunque molto giovani e se vi affascinano i “mondi latini” con richiami e parole spagnole.