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Recensione:”Twilight” di Stephenie Meyer La pellicola dà vita al mito di Edward e Bella

 

 

 

 

Titolo: Twilight
Autore:Stephenie Meyer
Editore:Fazi
Genere:Paranormal Young Adult
Serie:The Twilight Saga #1

Data di pubblicazione: il 16 Ottobre 2010

 

 

Qui la Serie completa

 

 

Ben trovate, care Fenici. Oggi vorrei parlarvi di un mito, ormai un movimento, che ha preso vita dalle pagine della bravissima e talentuosa autrice Stephenie Meyer. Parlo ovviamente della saga di Twilight.

 

Quante di voi, davanti al desiderio profondo di Bella o agli sforzi sovrumani di Edward, hanno sperato e sofferto insieme a lui, mentre tentava di stare vicino al suo amore, contrastando la propria sete di sangue? Parliamo quindi dell’inizio del ciclo di libri, a cui diedero seguito dei film degni di nota. Ma concentriamoci sull’inizio della storia. Bella decide di trasferirsi a Forks da suo padre Charlie, a seguito delle seconde nozze di sua madre per consentirle di concentrarsi sulla sua nuova vita. La ragazza non ha mai amato quel posto ed è quindi con profonda angoscia, che comincia la convivenza con suo padre. Charlie, poco loquace e abituato a una vita solitaria, vuole fare il possibile per rendere il luogo appetibile a sua figlia. Dopo un inizio un po’ incerto, la conoscenza della famiglia Cullen, soprattutto di Edward, di colpo trasforma la vita della ragazza. I Cullen, alcuni di loro suoi compagni di scuola, sono di fatto un gruppo di vampiri, cosa di cui lei si rende conto mano a mano, approfondendo dubbi sorti in seguito all’incidente nel quale Edward le salva la vita. Notevole la scena evidenziata nel film, in cui lui le fa scudo con il suo corpo, bloccando il pick up che le sta arrivando addosso. Da lì le cose precipitano. Nonostante tutti i suoi sforzi per starle lontano, Edward s’innamora perdutamente di Bella, che diventa la sua musa. Il sentimento viene appieno ricambiato e tra i due inizia una relazione difficile e complicata. Meravigliosa l’inquadratura, nella quale Bella viene presa in contropiede da lui e lascia cadere il vassoio del pranzo. Edward lo prende al volo mettendo in evidenza la mela che diverrà poi l’icona del libro e del film. Oppure la scena del bosco, nella quale lui si mostra alla luce dei raggi che attraversano le fronde degli alberi lasciando che Bella possa così ammirare la sua pelle brillare come cristalli.

 

Ovviamente ci saranno degli antagonisti, dei vampiri nomadi che cercheranno di fare la pelle a Bella, protetta dai Cullen.

Nel film non si riesce a dare abbastanza spazio alla fase finale, nella quale lei viene portata via dai suoi amici vampiri, per sottrarla alle mire dei suoi inseguitori, tra i quali appare Victoria che rivedremo anche in seguito in New Moon. Purtroppo è inevitabile che nel finale si sacrifichi una parte della storia. Nella pellicola hanno saputo comunque ben riportare il passaggio dalla ritrosia iniziale dei due allo scoppio del grande amore. Impossibile non sentire il cuore palpitare di fronte alla dolcezza dei loro sentimenti. Fin dall’inizio sono stata propensa a pendere per Bella; una ragazza normale catapultata nel mondo delle ombre che s’innamora di un “freddo”. Dal libro al film il passaggio di consapevolezza è stato riportato con molta fedeltà. I paesaggi maestosi fanno da cornice alla loro storia d’amore, esaltano e completano un prodotto di estrema qualità. Per realizzare il film la regista Catherine Hardwicke si recò proprio a Forks e cercò di ricreare una magia teoricamente possibile solo sulle pagine del libro.

 Il risultato lo conoscete bene ed è incredibile. Ho immaginato molte volte di percorrere i sentieri di quei boschi, perdendomi nel senso d’infinito che comunicano e ripercorrendo le vicende dei due innamorati dal paese alla riserva indiana di La Push, dove lei rivede dopo tanto tempo Jacob, che non è ancora la terza punta del triangolo. Una storia che vi prenderà a trecentosessanta gradi, passionale, intensa e commovente. Vi invito ovviamente a leggere prima il libro, apprezzerete il film con molta più coscienza della storia. A presto fenicette.

 

 

 

 

 

                     

 

 

 

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