Recensore per un giorno: GLI OCCHI DELLA GIOCONDA di Alberto Angela
Titolo: Gli occhi della Gioconda
Autore: Alberto Angela
Data di uscita: Novembre 2016
Editore: Rizzoli
Un capolavoro assoluto come la Gioconda non è solo un quadro da ammirare affascinati dagli occhi che sembrano vivi e dalla magia del sorriso. In realtà è un viaggio nella mente e nelle emozioni di Leonardo. È una porta che si spalanca su un luogo e su un’epoca indimenticabili: Firenze (ma anche Milano, Roma, Mantova, Urbino) e il Rinascimento. Già dall’Ottocento e fino a oggi, è stato detto e scritto moltissimo su Leonardo e su Monna Lisa, un artista e un ritratto su cui si ha sempre l’impressione di non sapere abbastanza. Per andare a conoscere entrambi e svelarne l’eterno fascino, Alberto Angela ha scelto una chiave completamente nuova: lascia che sia la Gioconda a “raccontarci” Leonardo, il genio che l’ha potuta pensare e realizzare. Partendo da ogni dettaglio del quadro e ricostruendo le circostanze in cui Leonardo lo dipinse, scopriamo così che il volto della Gioconda, levigatissimo dallo sfumato, non ha ciglia né sopracciglia (un dettaglio importante nella storia narrata in queste pagine). O che il suo vestito ha molto da dirci sulla moda del tempo, ma anche sulle abitudini e sull’economia della Firenze di inizio Cinquecento. O, ancora, che le sue mani non sarebbero state possibili senza approfonditi e sorprendenti studi di anatomia. O che il segreto del paesaggio va ricercato nel nuovo tipo di prospettiva “aerea”, ideato da Leonardo. La Gioconda può raccontarci queste e molte altre cose sul suo autore.
Il genio di Leonardo raccontato da Monna Lisa di Alberto Angela
Tra i libri letti scritti dall’Albertone nazionale, questo è quello che mi è piaciuto meno. Ovviamente non per come è scritto, men che meno per come viene trattato l’argomento.
Allora, partiamo dal presupposto che la Gioconda non è un quadro che io ami molto. Non mi è mai piaciuto e non mi ha mai detto più di tanto. Trovo che, tra le opere di Leonardo, ci siano dipinti molto più belli ed emozionanti, primo tra tutti “L’adorazione dei Magi” nonostante sia incompiuto. Ovviamente questa è solamente una mia opinione personale che non va a screditare ciò che questo quadro rappresenta per l’arte italiana e per il genio vinciano. Opinione che si è avvalorata dopo la mia visita al Louvre di diversi anni fa, quando ho “toccato con mano” il dipinto, piccolo e costretto dietro un vetro che ne limita la giusta contemplazione, tra l’altro anche a debita distanza. Al contrario di altri che, invece, come la grandiosa “Morte della Vergine” di Caravaggio, sono decisamente a portata di occhio.
Ma torniamo al libro. Questo analizza praticamente la vita di Leonardo attraverso il viaggio che la Gioconda compie dal suo concepimento fino al dono che l’artista ne farà al re di Francia, motivo per cui è uno dei pochissimi dipinti italiani che quella nazione custodisce a pieno diritto. Sarà che i miei studi mi hanno portata a conoscere Leonardo già dai tempi del liceo (e questo libro aggiunge poco o nulla a ciò che già sapevo), sarà che tutti i misteri che avvolgono l’opera ne vanno ad arricchire la popolarità, sarà che non sono mai stata sconvolta dalla sua espressione quasi ebete, passatemi il termine… io un’idea tutta mia ce l’ho da tempo. La dico? O rischio che mi piovano addosso insulti e parolacce visto che, quando si va un po’ contro corrente rispetto alla massa, si scatenano improperi di ogni tipo? Non importa, lo dico lo stesso: per me la Gioconda è un ritratto al femminile di Leonardo stesso, e quel sorriso “enigmatico” coadiuvato da uno sguardo “furbo e malizioso”, sottolinea il fatto che il genio toscano ha preso in giro tutti da cinque secoli a questa parte. Forse è solo questo mio pensiero bizzarro che mi ha portato a terminare comunque un libro che, per quanto mi riguarda, non è all’altezza di tutti gli altri scritti da Albero Angela.
Resta il fatto che valga la pena leggerlo, soprattutto se si è a digiuno di ciò che Leonardo è stato, del tempo in cui è vissuto e per scoprire la grandezza sua e del nostro meraviglioso Rinascimento che, nonostante qualcuno si sia permesso di fare paragoni, non ha eguali.