Recensione libri

Recensore per un giorno: La lunga notte di Adele in cucina di Livia Aymonino

Grazie alla signora Laura Radiconcini che oggi è ospite come recensore speciale del nostro sito. Infatti da oggi inizieremo a mettere le vostre recensioni basta inviarle a romanticamente.fantasy@gmail.com con scritto nell’oggetto della mail Recensore per un giorno, il nome del libro recensito. La recensione non verrà corretta dal nostro staff editing e non deve contenere offese e parole volgari. Per questo motivo lo staff si riserva di valutare se pubblicarle o meno. In Fede lo staff di RFS

 

 

 

L’Inverno sta arrivando, freddo e minaccioso, ma Adele non è preparata, così come la maggior parte della sua generazione, quella che compie sessant’anni oggi e arriva in motorino sull’orlo della vecchiaia, senza casco. Una generazione rimpianta, idolatrata, criticata e celebrata, una generazione di giovani vecchi che ha saltato a piedi uniti la maturità. Una comunità con una trama narrativa potente fatta di musica, di fotografie, di ricordi, di condivisione, che l’ha resa immortale e fragile come in una eterna adolescenza. E adesso che l’Inverno sta arrivando Adele si sente come se avesse uno spolverino addosso e dovesse affrontare il gelo di una nuova era, scivolosa e piena di insidie. Come affrontare questa nuova età avendo saltato quella, indispensabile, che avrebbe dovuto portarla fino a qui? Durante una lunga notte trascorsa in cucina, sorseggiando vodka, nodi e ricette vengono al pettine, senza risposte ma con tante domande dentro al frigorifero e molti racconti sparsi come sale. Perché proprio la cucina, che ha accompagnato tutta la vita di Adele, si rivela il filo rosso di questa storia, il bandolo che aiuta a dipanarla e a guardare avanti senza paura.

La lunga notte di Adele in cucina – romanzo ricettario e viceversa. Di Livia Aymonino. Giunti editore. C’è anche su Amazon.
Ecco l’imperdibile ‘come eravamo’ di una certa generazione e un libro di ricette straordinarie. Ve lo raccomando.
Adele (ma chiamiamola col suo vero nome: Livia) è tante cose, ma è anche, certamente, una cuoca. Una gran cuoca. Scegliendo una definizione maoista il suo slogan di sicuro sarebbe stato non servire, ma “Nutrire il popolo”. E il popolo, cioè tutti quelli che hanno avuto la fortuna di mangiare a casa sua, le è molto grato.
Adele ha 60 anni ora, “è arrivata alle soglie della vecchiaia in motorino e senza casco, impreparata e con uno spolverino addosso.”
In una lunga notte di ricordi e pentole, Adele cucina e ripensa alla sua vita, cercando di dare un senso a ciò che è stato, per “provare ad affrontare questa nuova età, senza rimpianti e senza paura…”
Così, punteggiate da ricette che profumano un’ora, un giorno, un momento del suo raccontare, la storia di Adele si dipana tumultuosa.
Infanzia, tradizionale per classe ma poco convenzionale nella realtà, una famiglia variegata e interessante, una Roma vivida e bella, un’infinità di personaggi. Dell’adolescenza e dei primi anni della giovinezza si parla solo verso la fine del libro e sono anni intensi: amori, politica e qualche pulsione di morte, che non prevale. Poi il grande strappo, New York, un’altra vita, gli anni ’70 dove tutto è permesso e limiti non ce ne sono. Ma Adele non si perde, fonda una casa di produzione con le amiche. Lavora e cucina e ancora cucina, anche versioni gourmet di quel junk food che era la cifra gastronomica degli USA di allora. Poi anche l’avventura americana finisce: lì Adele non ha trovato quel che cercava e non sapeva di cercare.
Torna in Italia e trova lavoro invece, a Milano. Prima in RAI e poi in una casa discografica. Scopre questa città, tanto diversa da Roma, e ci regala folgoranti immagini sia della sua topografia sia delle sue componenti sociali. Conosce moltissima gente, un vero catalogo di chi era qualcuno, allora. Con loro mangia e per loro cucina. Due matrimoni, due – amatissimi – figli. Il secondo marito, importante PR, con un’incursione in politica la riporta Roma. Entrambi conoscono la malattia, ma non si arrendono. Ha sessant’anni Adele, ma continua a pedalare. Ora su una cyclette che la tiene in salute. E poi cucina e continuerà a cucinare. Ci conto.

 

 

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