Review Party: “I colori dell’Aurora” di Mya McKenzie
Buongiorno Fenici, oggi partecipiamo al Review Party di “I colori dell’Aurora” di Mya McKenzie. buona lettura!
Tutto ciò che volevo era un’occasione di riscatto, ma il mio sogno si è infranto tra rocce e mare.
Ora sono bloccato qui. Incastrato tra passato e futuro, in sospeso tra ragione e desiderio.
Intrappolato tra il ricordo di coloro che ho amato e il sorriso di chi mi ha rubato il cuore.
So che dovrei andare, qui non c’è futuro per me, eppure quando stiamo insieme i frammenti della mia vita sembrano ricomporsi.
Ogni volta che la guardo vedo calore, luce, voglia di vivere.
Ogni volta che la sfioro sembra che tutto possa azzerarsi.
Ogni volta che la respiro ho la sensazione che sia proprio questo il posto a cui ero destinato.
Ed è un vero peccato, perché io sono un gran casino e lei invece… beh, lei è semplicemente Aurora.
La storia tra Ismael e Aurora sembra voluta dal destino, o meglio, dall’entità che pilota gli eventi lassù in cielo. C’è un legame tra le loro vite che va oltre un incontro casuale su un autobus. Un legame che ha tante sfaccettature quanti sono i riflessi colorati di un prisma: un fidanzato geloso, un fratello razzista, una madre accogliente, un amico saggio, un’amica anticonformista.
“I colori dell’Aurora” è una storia che approfondisce gli aspetti legati ai flussi migratori in Italia. Lo fa presentandoci molti punti di vista, senza giudizi affrettati, mostrando le paure, i desideri, le incomprensioni che, se strumentalizzate a dovere, portano a un conflitto che nessuno davvero vuole. Ci mostra quanto sia facile, una volta imboccata la strada dell’intolleranza, essere tentati di superare il limite, ma anche che, se guardiamo con il cuore, questo limite apparirà invalicabile.
La trama romantica si giostra in una coreografia poliedrica di colori abbinati ai personaggi principali e secondari. Naturalmente la storia tra una ragazza bianca, per di più fidanzata, e un immigrato dalla pelle scura desideroso di espatriare in Germania non ha vita semplice. Aurora ha qualche ripensamento sulla scelta giusta da fare, così come Ismael non si sente la persona adatta per restare con lei, in questa città così ostile, a causa del suo passato.
«Tu sei come il sole, per me. Mi hai riportato alla vita e ti devo tutto ciò che sono, ma so anche che starti troppo vicino potrebbe essermi fatale.»
Nell’ultima parte, un colpo di scena anima il romanzo con un bel tocco di azione.
Non mi ha convinta particolarmente la scelta di usare la terza persona al presente nei capitoli dei personaggi secondari (che tende ad appiattire le loro narrazioni), e avrei preferito più intensità nelle percezioni romantiche di Aurora trovatasi al bivio tra Leonardo e Ismael. Nonostante questo, la penna di Mya è ricca di dettagli, curata, delicatamente introspettiva e piacevole da leggere.
“Se tu lo vuoi ancora, dimostreremo al mondo che mescolando tutti i nostri colori otterremo un capolavoro. ”