Review Party: “L’esca” di Jade West
Care Fenici, oggi siamo liete di ospitare il Review Party di un libro molto atteso: “L’esca” di Jade West. Ecco la recensione di Lucia
Un estraneo online.
Capelli scuri e occhi cupi, che conoscono i miei più sporchi desideri ancora prima di me.
Una fantasia di cui non si dovrebbe mai parlare. Eppure, lui è riuscito a strapparmi una confessione.
E adesso verrà a cercarmi.
Rude. Perverso. Pericoloso.
Sarà una notte fatta per abbandonarsi e dimenticare.
Mi farà sua e fingerò di non volerlo.
Scapperò e lui mi inseguirà.
Perché gliel’ho chiesto io.
L’ho supplicato.
Stanotte, nelle tenebre, lui è il cacciatore.
E io sono l’esca
Sto pensando che sia un’altra spiritosaggine da quattro soldi, forse un’altra foto di un uccello, ma il messaggio mi sorprende. Phoenix Burning, si legge nel nome utente. Che cosa ti è successo? Di fronte a quella domanda ho un tuffo al cuore. Stavo aspettando che arrivasse da così tanto tempo. Ho la lingua secca, che vuole disperatamente dire la verità. La mia anima urla, affinché qualcuno mi senta.
Ho amato troppo. Ho perso tutto.
L’esca di Jade West non è un libro che possa piacere a tutti, è una storia che presenta situazioni forti, ma che se pur con tinte fosche e momenti di violenza controllata, non presenta una narrazione tipica del genere Dark. Non è nemmeno ciò che potrebbero far pensare le prime cupe e perverse pagine, che danno della protagonista un’immagine fuorviante, dato che sembrano lasciar intendere che quell’incontro, al limite del disgusto, sia la sua routine. Scopriamo invece che quello è un altro, non riuscito, tentativo di vivere la fantasia che l’accompagna fin dall’adolescenza, la speranza di sentirsi di nuovo viva, di riprovare quelle emozioni che la tragedia che ha vissuto le ha tolto.
Abigail è una donna che sta tentando di ricostruirsi una vita, si è lasciata alle spalle ogni cosa, e ora sopravvive e lavora, ma non ha un amico né una vita che si possa definire tale. Ed è proprio per dare una svolta a questa sensazione di vuoto che una sera decide di mettere un annuncio su un sito online molto particolare, in cerca di qualcuno che possa aiutarla a vivere, per una volta, la scena che prima ha riempito i suoi incubi, ma che da tempo è diventata il suo più grande desiderio: essere un’esca, essere inseguita, catturata e presa con violenza dall’uomo che, nel suo animo, chiama il suo mostro, e, sì, provare dolore. Va da sé che un simile annuncio scateni decine di contatti da parte di uomini perversi, ma nonostante il suo desiderio così folle, Abigail non è pazza né priva di discernimento e non risponde, anzi si è già pentita e sta per cancellare il suo profilo quando tra i tanti messaggi, ne appare uno diverso da ogni altro. L’uomo che si fa chiamare Phoenix le chiede il perché del suo bisogno, facendole nel contempo capire di averla compresa, di sapere cosa la spinge, di capire che il suo fuggire ha un motivo profondo. Ed è davvero così, quell’uomo è un cacciatore, lo è diventato per amore di una donna piena di problemi, che aveva le stesse esigenze di Abigail, ed è perfettamente cosciente di quanto quell’annuncio la metta in pericolo, tantoché le offre una notte di caccia, una notte in cui realizzerà la sua fantasia, purché lei gli prometta che cancellerà il suo profilo e non tenterà più la fortuna mettendosi in pericolo: sarà solo per una volta e poi non si rincontreranno mai più. E se Phoenix per realizzare questa fantasia avrà bisogno di conoscere Abigail e preparare il terreno di “gioco”, lei non lo vedrà mai e non saprà mai il vero volto del suo mostro. È davvero la realizzazione di tutti i desideri di Abigail, ciò che lui le regala: una caccia perfetta, che la farà ritornare alla vita e che la porterà a riallacciare i rapporti con il mondo; ma per entrambi, accontentarsi di una sola notte sarà impossibile.
In un primo momento sarà facile pensare ad Abigail come ad una povera demente che rasenta la tragedia, ma, pensandoci un attimo a mente aperta, ci si rende conto che seppur sicuramente più pericoloso, ciò che lei desidera non è diverso, concettualmente, da chi pratica il BDSM per il bisogno di provare dolore e forti emozioni. Questa donna ha invece bisogno di correre, di provare paura prima di essere catturata, prima di provare dolore, di sentirsi braccata senza possibilità di negarsi. Ma in realtà è tutto concordato, consenziente, una sua scelta, alla fin fine solo un gioco violento. Difficile forse da comprendere, ma questa è la storia di due persone che hanno esigenze particolari e che insieme riescono a guarire le loro anime ferite, trovando conforto e comprensione, anche se solo verso la fine del libro gli vedrete compiere i gesti di una normale relazione.
Phoenix è un uomo che ha delle responsabilità, un figlio che ha visto qualcosa che lo ha scioccato e che lui ama con tutto sé stesso, avuto con quella donna strana che lui ha tentato in ogni modo di compiacere, diventando il cacciatore nella notte di cui lei aveva bisogno. Ma è anche l’uomo che ha tentato di salvare la madre di suo figlio rischiando di morire, che sopporta l’odio di un fratello che era anch’egli innamorato di lei; un uomo che capisce immediatamente le esigenze di Abigail così come comprende chiaramente che lei potrebbe distruggere la pace che egli ha tentato di riconquistare. Un mostro, capace di infliggere dolore, ma anche così premuroso da pulire il sentiero che Abigail percorrerà, correndo scalza, da ciò che potrebbe ferirla; che, dopo la corsa estenuante, la riporta in braccio alla macchina e che tenta di allontanarla dalla sua vita complicata.
Non è una storia romantica, gli amplessi sono selvaggi e violenti, ma l’amore si percepisce. Lo stile narrativo dell’autrice poi è particolarmente affascinante e la traduzione davvero impeccabile perché riesce a trasmettere emozioni potenti. C’è solo un motivo per cui questo libro non sfiora la perfezione: l’aver esagerato su una caratteristica fisica di Phoenix, che ha reso le cose abbastanza inverosimili. Era plausibile che un uomo dal fisico imponente avesse un pene adeguato, del resto oltre alla caccia Abigail ricerca il dolore, un piercing sarebbe stato stuzzicante ma la descrizione che ne viene fatta fa pensare più ad un ariete da sfondamento medioevale che ad un organo sessuale, e, per un uomo già molto dotato, vorrebbe anche dire l’azzeramento pressoché totale della sua vita sessuale… ma questa come sempre è una mia personalissima considerazione.