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Review Party e Recensione: “Deception” di Barbara Bolzan (Rya Series n. 3)

Nemi e Niken, fianco a fianco, avevano affrontato il sovrano di Idrethia ed erano sopravvissuti. Avevano vinto. La faccenda era molto semplice, perché la morte è molto semplice. Il resto è solo conseguenza. Blodric Herrand non c’era più.
Io non ero più signora d’Idrethia.
Io non sarei mai stata regina.
Semplice.
Possiamo perdonare. Dimenticare, no. Quello, mai.

Rya torna al proprio passato e guarda al futuro con occhi diversi. In lei si mescolano dubbi e incertezze: gli equilibri di potere in Idrethia sono cambiati e nessuno può più garantirle protezione. La principessa di Temarin deve sopravvivere e lottare ancora per difendere se stessa e la propria dignità. L’amore è una scelta, non un sentimento; l’amore non rende liberi, ma appaga desideri altrui cui lei non può sottrarsi, se lo scopo è il ritorno a corte.
Il prezzo da pagare, però, è alto quando si soffocano le vere emozioni. Il ritorno dell’uomo che Rya ama le sconvolgerà la vita, già difficile, e farà riaffiorare difficoltà prima sopite, sensazioni di un viaggio lontano, mai sbiadite, che con violenza tornano allo scoperto.
Il terzo romanzo della Rya Series, dove verità inaspettate si mescolano a intrighi e vendette, e la sincerità di ognuno è messa in discussione. Di chi puoi fidarti quando in gioco c’è la tua stessa vita? Per quanto tempo si può vivere nella menzogna?

Credo che gran parte del libro sia racchiuso nella frase: Io non sarei mai stata regina. Semplice.

Le porte dell’Idrethia si sono aperte a Rya, tornata dopo un passato difficile e da dimenticare, con una bambina al suo fianco, da proteggere dal mondo esterno e da tutte le brutture che ha visto.

Nei suoi occhi, Rya ritroverà ciò che ha cercato di dimenticare: le umiliazioni, le cadute nel baratro e il lento rialzarsi da vizi che non avrebbe mai creduto diventassero i suoi.

Pensava di poter nascondere sotto un velo di parvenza regale ciò che aveva fatto, ciò che era stata costretta a fare per difendere se stessa e la piccola, ma la sua ambizione disperata, quel suo essere una Niva, non le aveva fatto riconoscere di andare incontro al disastro.

Ritrovato il futuro marito che perde subito dopo, in circostanze tutte da chiarire, resta al castello; anche se era la ‘designata’, non sarà mai la regina che tutti avevano sperato di vedere sul trono di Idrethia.

Quelle porte dorate, quei lussi suntuosi non sono più suoi, appartengono a un uomo dal cuore d’acciaio, che cercherà in ogni modo di umiliarla.

Ma ancora una volta, Rya pensa di aver trovato una scappatoia, un modo per tornare indietro vittoriosa e ottenere quello che era suo di diritto.

E… sì, ha un uomo al suo fianco, che non è Nemi. Affronta e comprende il mistero che circonda il principe Niken e la sua complicata famiglia, ma giunge a perdere la sua sanità mentale e se stessa.

Quanto conta essere ancora una Niva? Dove la porterà il cieco progetto della sua famiglia?

Persino sua sorella perde fiducia in quello che era il sogno comune, vedendo un’ombra al posto di ciò che era la sua amata sorella.

Rya è cambiata, perché sa che non può contare neanche sull’amore delle persone che hanno giurato di proteggerla, rischiando più e più volte la propria vita, in nome di un amore che potrebbe non avere nessun fondamento di verità.

L’autrice ha creato un piccolo capolavoro in questo volume, ha dato una svolta nuova a una trama che, anziché dipanarsi, s’infittisce e si chiude intorno al lettore, come un bozzolo sempre più stretto, trasmettendo le sensazioni della protagonista sulla pelle del lettore stesso.

Ci si sente sconvolti, affranti, rifiutati, persino disperati in certi punti.

Questa è una di quelle storie in cui vorresti avere una porta aperta sulla dimensione libresca per intervenire, agire, far in modo che la tela del ragno non fagociti i tuoi eroi, che, man mano che vai avanti, senti sempre più vicini, più vivi, più reali.

Non ci sono sfarzi per Rya, ci sono sogni frantumati e realtà cocenti che ti aprono gli occhi su un mondo che di gioia ha ben poco.

Un po’ come la parabola della vita, dove, se si vuole ottenere qualcosa, bisogna lottare, crescere e, soprattutto, mai mollare, anche quando i tuoi peccati non ti permettono di riposare la notte.

Presto avrebbe cominciato a piovere, e la pioggia avrebbe sciolto la neve. Avrebbe trasformato tutto in fango. Anch’io mi sarei trasformata in fango. Quello era il mio posto. Sdraiata, sporca, nella melma. Perché io ero melma.

E voi, riuscireste a trasformare la melma in neve?

Seguite la serie di Rya e forse, alla fine di un lungo percorso, troverete la vostra vera immagine, la vostra vera ‘Io’ ad attendervi appena oltre la realtà.

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Voto Tracy 5

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